Coronavirus, in bici contro il contagio: proposta dei giovani a Napoli Est

Coronavirus, in bici contro il contagio: proposta dei giovani a Napoli Est
di Alessandro Bottone
Mercoledì 22 Aprile 2020, 19:05
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La pandemia da coronavirus rende le grandi città sempre più fragili. Ancora per mesi sarà indispensabile mantenere alcune restrizioni che riguardano soprattutto le modalità di spostamento delle persone. A Napoli, come altrove, i mezzi pubblici sono stati limitati per evitare pericolosi assembramenti e inutili contagi. Come si sposteranno le persone nella “fase 2”? E soprattutto: come si potrà farlo in sicurezza? In linea generale sono le due domande che hanno mosso la proposta di alcuni giovani professionisti dell'area orientale del capoluogo campano.

Gli architetti Enrico Russo e Giuliano Pinto del Labit e Pietro Sabatino di InfoData Napoli stanno portando avanti uno studio sulla rete ciclabile sul territorio della VI municipalità del Comune di Napoli. Nei quartieri Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio non esistono percorsi ciclabili se si escludono i pochi metri di pista lungo via Ponte dei Francesi sull'asse costiero. Ad oggi i residenti di Napoli Est che utilizzano la bicicletta per spostarsi sono costretti a farlo utilizzando strade interessate dal traffico veicolare. In mancanza di percorsi dedicati, dunque, lo spostamento su due ruote diventa insicuro e poco pratico anche per le pessime condizioni del manto stradale e per l'assenza di specifica segnaletica.

Realizzare percorsi nella periferia orientale destinati a chi utilizza la bici non è cosa semplice. La consapevolezza è forte anche nei tre professionisti che hanno abbozzato una mappa con la quale immaginano alcuni tratti stradali di Napoli Est da dedicare a percorsi ciclabili in sede protetta e altri in cui si potrebbero creare situazioni promiscue. In sedi stradali ampie, e in un territorio quasi esclusivamente pianeggiante, non sarebbe difficile trovare soluzioni ideali per le piste. Corso San Giovanni, via delle Repubbliche Marinare, via Argine, via Mario Palermo, viale delle Metamorfosi e via della Villa Romana si prestano a soluzioni di questo tipo. Per i centri storici dei tre quartieri e altre zone più specifiche si tratterebbe di far combaciare le esigenze di chi è in bici a quelle di chi è alla guida: velocità ridotta per i veicoli, semafori, maggiore segnaletica, e così via. L'obiettivo è ripensare totalmente la mobilità dei residenti sia per rispondere all'emergenza sanitaria di questo periodo ma, con una visione a più ampio raggio, per creare una rete di mobilità sostenibile vera e propria di fronte alle reali difficoltà dei cittadini di spostarsi per raggiungere il centro ma anche verso i numerosi hub presenti sul territorio come uffici, ospedali, centri commerciali, servizi, strutture sportive, eccetera.

Un elemento da non trascurare è sicuramente l'isolamento che potrebbe caratterizzare la vita di molte persone che rinunciano agli spostamenti con mezzi pubblici - per la paura di contagio - e con mezzi privati - perché troppo costosi e poco pratici per la mancanza di parcheggi. In questo senso questo progetto è un grido d'allarme per mettere nero su bianco problemi e necessità dei residenti di Napoli Est. La proposta è stata formalmente inviata al tavolo per la promozione della mobilità ciclabile del Comune di Napoli, presieduto da Luca Simeone, che proprio ieri si è riunito in videoconferenza. Dalle discussione è emersa la necessità di infrastrutture “soft”, a basso costo e rapida attuazione per la mobilità attiva (pedonale e ciclabile) e la micromobilità come «percorsi pedonali e corsie ciclabili in sola segnaletica e cordolo in gomma, doppio senso bici, strade residenziali a 10 km/h aperte ai pedoni, strade scolastiche, intermodalità bici-TPL». Si tratterebbe di creare cinquanta chilometri di ciclabili d'emergenza e di incentivare l'utilizzo della bici con buoni e bike sharing. Sono proposte che saranno inoltrate all'amministrazione comunale.

Di percorsi ciclabili da realizzare a Napoli Est si parla anche nel progetto per la linea Bus rapid transit (BRT), un sistema di trasporto pubblico che collegherà piazza Garibaldi con l’Ospedale del Mare di Ponticelli attraverso una linea dedicata e rapida. Si parla di diciotto chilometri dedicati esclusivamente alle bici ma i tempi di realizzazione sono lunghi mentre la risposta alle crisi sanitaria ed economica deve essere immediata.

«I prossimi mesi saranno complicati per il trasporto pubblico con il rischio di un ritorno insostenibile all'auto. O semplicemente di una mobilità più difficile e costosa per molti» afferma Pietro Sabatino di InfoData Napoli. «La bici in questo contesto può essere un'alternativa. Non la soluzione a tutti i problemi di mobilità che verranno ma un modo sostenibile ed economico per muoversi anche in una periferia cosiddetta disagiata. Anzi a maggior ragione qui ha più senso sperimentare e innovare. Proprio per colmare il più velocemente possibile i gap con il resto della città e creare nuovi comportamenti virtuosi e nuova economia» sottolinea Sabatino.



«Viviamo da sempre i quartieri orientali e riteniamo che sia necessario iniziare a pensare e proporre progetti concreti che possano incidere sulla vivibilità dell’area e che però non necessitino per forza, in una prima fase, di ingenti risorse economiche» afferma Enrico Russo del Labit, laboratorio itinerante di architettura. «Pensiamo che l’idea della rete di percorsi ciclabili possa essere il primo tassello di una serie di interventi volti a cambiare radicalmente i nostri quartieri» sottolinea il professionista che specifica: «La pandemia in atto è solo il pretesto per ripensare seriamente il ruolo e lo sviluppo dell’area stessa». I due architetti hanno individuato degli assi infrastrutturali preferenziali - come via Repubbliche Marinare o via Argine - «che possono essere suscettibili ad una rapida modificazione mediante l’inserimento di una pista ciclabile protetta anche con elementi rimovibili e di facile installazione e che diventano l’elemento portante della nuova rete che si collega alle piste già realizzate nella zona di Gianturco e lungo via Marina». Al momento non hanno realizzato una stima sui costi relativi alle infrastrutture ideate ma un sostegno potrà arrivare da una prossima riunione del tavolo comunale al quale hanno sottoposto le idee.

Minor inquinamento, necessità di tutelare la salute delle persone, progetti di riqualificazione per la periferia napoletana, occasioni di investimento in zona che godrebbe di un servizio in più. Insomma, la mobilità sostenibile non è solo una soluzione ai problema del coronavirus. Nel frattempo c’è da riconsiderare il servizio trasporto pubblico in città che dovrà necessariamente garantire più sicurezza - a partire dall’ordinaria pulizia dei mezzi - per tutti coloro che non riescono a usare altri sistemi altamente sostenibili.
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