Corruzione per velocizzare i rimborsi,
arrestati funzionario Dogane e manager

Corruzione per velocizzare i rimborsi, arrestati funzionario Dogane e manager
di Francesco Gravetti
Martedì 7 Settembre 2021, 10:13 - Ultimo agg. 19:09
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È uno dei maggiori imprenditori del settore dei rifiuti della zona vesuviana, con macchinari all'avanguardia e pratiche di smaltimento e riciclo che gli hanno consentito di avere rapporti di lavoro non solo con mezza Italia, ma anche con territori dell'Europa. Da ieri, però, il 49enne manager di San Gennaro Vesuviano è agli arresti domiciliari, con l'accusa di corruzione. L'identica sorte è toccata a un funzionario dell'Agenzia delle Dogane di Napoli, originario del capoluogo campano ma distaccato a Benevento: era lui il presunto corrotto, l'uomo che l'imprenditore pagava per velocizzare le pratiche e abbattere i tempi burocratici. L'operazione è stata eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, che hanno indagato su delega della Procura di Napoli.

I militari, attraverso intercettazioni e una serie di riscontri, hanno ricostruito più episodi di presunta corruzione. Il 49enne, infatti, avrebbe corrotto sistematicamente il funzionario dell'Agenzia delle Dogane di Napoli distaccato a Benevento affinché quest'ultimo potesse dare un'accelerata alle pratiche di rimborso delle accise presentate nel tempo dall'azienda di San Gennaro Vesuviano. Come è noto, sul carburante in Italia le imprese pagano delle tasse, le cosiddette accise, che tuttavia possono essere successivamente recuperate attraverso dei rimborsi. Ma la procedura richiede molto tempo e il disbrigo di molte pratiche burocratiche: i soldi rientrano in azienda dopo mesi, se non anni. L'imprenditore vesuviano avrebbe, dunque, individuato una scorciatoia per rendere tutto più veloce. Le richieste di rimborso, nello specifico, riguardavano il carburante destinato alla produzione di energia elettrica destinata a soddisfare il fabbisogno dell'opificio in questione. Il carburante veniva comprato proprio a Benevento e, per questo motivo, presso il capoluogo sannita veniva presentata la pratica di rimborso.

La strada trovata per accorciare i tempi era, tuttavia, illegale: passava per la corruzione del funzionario, destinatario di regali e benefici vari.

Nel corso delle investigazioni, i carabinieri sono riusciti a documentare gli episodi criminosi, ipotizzando un collegamento stretto tra l'imprenditore e il dipendente dell'Agenzia delle Dogane: per questo ieri il gip del Tribunale di Napoli ha accolto la richiesta della Procura partenopea e fatto scattare la custodia cautelare per entrambi, che dovranno rispondere della stessa accusa. I due sono ai domiciliari. Il 49enne non è il titolare ufficiale della società, ma è considerato il dirigente di fatto dell'azienda, che si trova alla periferia di San Gennaro Vesuviano e si dedica al recupero e allo smaltimento di materiale plastico.

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La fabbrica, dove lavorano una decina di persone, col passare degli anni si è anche ingrandita, riuscendo ad acquisire delle apparecchiature che hanno consentito ai proprietari di specializzarsi nel settore e allargare la propria clientela. Nella terra dei fuochi e degli sversamenti abusivi di immondizia, l'azienda è sempre stata considerata un fiore all'occhiello, un esempio virtuoso di recupero dei rifiuti attraverso procedimenti moderni ed efficienti. La ditta, peraltro, si occupa anche di ritiro del materiale in plastica e negli ultimi anni si è ulteriormente ampliata puntando anche sull'automotive e su altri settori industriali. Proprio per questo la notizia dei domiciliari per l'imprenditore ha sorpreso non poco la gente a San Gennaro Vesuviano. 

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