Cospito, università Orientale occupata: «La nostra rete contro il carcere duro»

L'occupazione napoletana è stata decisa dal Collettivo Autorganizzato Universitario, comitato «Morire di pena. Per l'abolizione di ergastolo e 41bis» ed Ex Opg Occupato

Cospito, università Orientale occupata
Cospito, università Orientale occupata
di Mariagiovanna Capone
Giovedì 9 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 10 Febbraio, 16:23
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La protesta studentesca contro il 41bis e in solidarietà di Alfredo Cospito arriva anche a Napoli. Ieri pomeriggio è stata occupata l'Università l'Orientale, terzo ateneo dopo Lettere e Filosofia dell'Università la Sapienza di Roma e parte della facoltà di Farmacia della Statale di Milano. L'occupazione napoletana, per ora del tutto pacifica, è stata decisa dagli studenti che hanno partecipato all'assemblea pubblica contro il carcere ostativo organizzata dal Collettivo Autorganizzato Universitario, comitato «Morire di pena. Per l'abolizione di ergastolo e 41bis» ed Ex Opg Occupato. Affisso uno striscione sulla facciata di Palazzo Giusso, dove gli occupanti hanno trascorso la notte e che in giornata chiariranno i tempi della protesta. Nessun commento dal rettorato che «segue l'evolversi della situazione e pensa soprattutto alla sicurezza degli studenti, essendo alcune aule interessate da lavori di ristrutturazione». Nelle prossime ore potrebbero aderire alla protesta anche gli studenti dei collettivi studenteschi, se non con occupazioni effettive almeno in solidarietà degli universitari. 

 

«Alfredo Cospito è in sciopero della fame da più di cento giorni contro una misura detentiva che è stata definita tortura persino dalle Corte europea.

La lotta politica di Alfredo riporta l'attenzione sulla disumanità del sistema carcerario nel suo complesso in questo Paese». Gli studenti del Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli non girano intorno alla questione e vanno dritti al punto. Con l'azione dimostrativa di ieri «vogliamo porci con chiarezza dalla parte di Cospito e contro il 41bis». «Questa occupazione - precisa una studentessa - si inserisce in una mobilitazione più ampia che stiamo vedendo in tutto il Paese, non solo in solidarietà con lo sciopero della fame di Cospito, ma anche contro la disumanità delle condizioni delle carceri italiane». Martedì c'era già il sentore di un'occupazione dell'Orientale, con lo striscione esposto per qualche ora e la promozione dell'assemblea pubblica di ieri pomeriggio in cui «abbiamo denunciato le disumane condizioni di vita a cui vengono relegati i detenuti nel regime di 41bis» e «per parlare di carcere e dell'utilizzo che ne viene fatto nel nostro Paese». «È stata molto partecipata, non ci aspettavamo noi stessi un tale coinvolgimento: significa che il tema è molto sentito» spiega un componente del Collettivo. Oggi a mezzogiorno terranno un incontro pubblico «in cui spiegheremo i motivi dell'occupazione e le modalità con cui sarà svolta».

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L'occupazione pro Cospito, detenuto in 41bis e dal 20 ottobre in sciopero della fame, è motivata dal fatto che l'anarchico «sta mettendo in gioco il suo corpo e la sua vita in protesta contro il regime di detenzione speciale e l'istituto dell'ergastolo ostativo. Il 6 luglio scorso proseguono i componenti del Cau - il reato di "strage contro la pubblica incolumità", per cui era stato condannato è stato riqualificato dalla Cassazione in "strage contro la sicurezza dello Stato", nonostante le azioni di cui è accusato avessero un palese scopo dimostrativo e non abbiano causato feriti né morti. Il caso di Alfredo ci porta a riflettere sulle condizioni di vita dei migliaia di detenuti in Italia e sul sistema carcerario nel quale sono costretti: il tasso di sovraffollamento è del 106% e nel 2022 ci sono stati 84 suicidi». 

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