È allarme per la carenza dei medici di base a Napoli dove mancano all’appello più di 60 camici bianchi. Il risultato dell’avvicendarsi di pensionamenti mai sostituiti con nuovi incarichi, e dei ritardi nell’organizzazione regionale sui bandi per le assegnazioni, è che, oggi, ottantamila cittadini napoletani sono senza medico di famiglia. A denunciare il vuoto assistenziale che andrebbe sanato per assicurare la copertura sanitaria a tutti i residenti del capoluogo napoletano, è Annarita Patriarca, consigliere regionale e capogruppo di Forza Italia che documenta come il «12% circa dell’utenza sia attualmente scoperta». Su un totale di 730 medici di famiglia a Napoli, dovrebbero essere integrati almeno altri 70 dottori per annullare la differenza tra cittadini si serie a e di serie b.
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Per chi non ha un medico di famiglia, l’unica soluzione possibile per ottenere prescrizioni e visite è rivolgersi alla guardia medica o, i più fortunati, possono contare sull’amicizia di qualche camice bianco.
«Denunciamo i ritardi nei bandi regionali per l’assegnazione degli ambiti carenti per l’assistenza primaria e la continuità assistenziale da tempo» tuona Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale che ricorda come solo recentemente siano state assegnate le graduatorie del 2018 e del 2019, registrando attualmente quasi due anni di ritardi. «Per velocizzare il meccanismo andrebbero integrate le graduatorie solo con le nuove domande, aggiornando i punteggi in tempi brevi» suggerisce Scotti, presidente anche dell’Ordine dei Medici napoletano. A segnalare la disfunzione del sistema «che vede i ritardi della Regione Campania e gli altrettanti ritardi delle Asl nel trasmettere i dati all’ente regionale» è stato anche il movimento “Medici senza carriere” guidato da Salvatore Caiazza che sottolinea la presenza di 1800 medici attualmente in graduatoria. Per rilanciare soluzioni, Patriarca ha chiesto «la convocazione in audizione, in commissione Sanità, dei responsabili sanitari delle articolazioni territoriali competenti e dei rappresentati delle relative organizzazioni sindacali di categoria».