È stato un Sabato Santo difficile e impegnativo per Marco e la sua famiglia (il nome è di fantasia), un bambino di 7 anni della provincia di Napoli giunto al pronto soccorso del Santobono alla vigila di Pasqua, in condizioni cliniche diventate rapidamente molto critiche a causa della sindrome «Mis-C». Questo quadro clinico infiammatorio si sviluppa dopo un’infezione, talvolta asintomatica, da parte di Sars-Cov-2 ed è caratterizzato da un edema generalizzato e danni a vari organi. Una forma insidiosa che, se non fronteggiata subito e adeguatamente trattata, può evolvere in situazioni drammatiche e prognosi infauste. Ad occuparsi con successo delle cure di Marco è stato il gruppo di medici dell’emergenza del Santobono guidato da Vincenzo Tipo che ha sviluppato, nel corso della pandemia, un vero e proprio protocollo di cura per queste forme morbose su base immunitaria, impiegando farmaci biologici (anti-interleuchine 1) e cortisone. In questo caso, tuttavia, la cura è stata complicata dal diabete di tipo 1, la forma autoimmunitaria della malattia di cui il piccolo è affetto. II cortisone, a causa di ciò, è controindicato proprio perché il farmaco influenza la glicemia.
Sono, dunque, entrati in gioco i diabetologi dell’Università Vanvitelli guidati dal professore Dario Iafusco che già aveva in cura il piccolo e che, attraverso aggiustamenti della terapia insulinica, hanno consentito l’uso del farmaco. Un lavoro di squadra andato avanti nei giorni di Pasqua con notevole impegno clinico delle due strutture e che ha dato i risultati sperati: il bambino ha superato la fase critica ed è in netta ripresa.
La difficoltà di cura si è sposata con l’unicità del caso: Marco è infatti il primo paziente in Italia affetto da diabete autoimmune di tipo 1 ad aver sviluppato il Covid e la sindrome post-Covid infantile. È documentata, infatti, una sorta di protezione immunitaria di questi pazienti che risultano resistenti all’infezione, e in generale ai virus, proprio in virtù della maggiore reattività del sistema di difesa dell’organismo.
«Il bambino - racconta Tipo - è giunto alla nostra attenzione con un quadro drammatico di classica infiammazione da “Mis C”, ossia febbre elevata e persistente, pressione bassissima, edema generalizzato. E il nostro intervento era reso più complesso dalla concomitante presenza di diabete. Ci siamo messi subito in contatto con i colleghi della Vanvitelli e seguito di ora in ora l’evoluzione della situazione. La sera di sabato e anche la domenica di Pasqua l’abbiamo passata al letto del paziente. Abbiamo deciso di infondere il farmaco biologico, contro l’interleuchina 1 che usiamo di solito sottocute, per endovena, affinché avesse un più rapido effetto. Insieme ai dialettologi della Vanvitelli abbiamo usato anche il cortisone compensato dall’insulina». Ieri mattina l’ennesimo briefing: i medici sono soddisfatti. «Abbiamo 5 casi Covid al Santobono - aggiunge Tipo -, 36 quelli curati finora». Tra loro, il bimbo col diabete. «Un caso - conclude Iafusco - che deve fare da sprone alla vaccinazione dei soggetti affetti di diabete di tipo 1 sia da 16 a 18 anni, che prenotiamo ed eseguiamo direttamente nei policlinici, sia degli adulti che rientrano nella categoria dei fragili e praticano il vaccino Pfizer. Negli under 16 è indicata invece la vaccinazione dei genitori».