Covid a Napoli, focolaio nel campo rom di Giugliano e De Luca firma l'ordinanza: «Vietato uscire»

Covid a Napoli, focolaio nel campo rom di Giugliano e De Luca firma l'ordinanza: «Vietato uscire»
di Maria Rosaria Ferrara
Venerdì 3 Settembre 2021, 09:00
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Vincenzo De Luca blinda il campo rom di via Carrafiello a Giugliano. Si teme un focolaio nell'insediamento abusivo dopo che è stata accertata la positività di nove dei circa 500 residenti, di cui oltre cento minori, divisi in 70 nuclei familiari. Due giorni di ansia e apprensione prima del provvedimento del presidente della Regione che ha istituito la zona rossa fino al 15 settembre. L'allarme è scattato lunedì, quando nel campo ha iniziato a circolare la notizia del malore di uno degli abitanti, presumibilmente a causa del Covid-19. Il giorno dopo, arrivata la conferma, l'uomo è stato ricoverato all'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, non in gravi condizioni. Immediata è scattata la ricostruzione della catena di contatti avuti negli ultimi giorni che, secondo un familiare, sono stati numerosi e stretti con diversi altri residenti nell'accampamento. I primi ad essere sottoposti a tampone sono stati gli appartenenti al nucleo familiare dell'uomo: tutti sono risultati contagiati. Così, nella serata di mercoledì la notizia raggiunge le istituzioni. Le forze dell'ordine eseguono un primo sopralluogo per blindare l'area. E ieri mattina arriva l'ordinanza della Regione: blindato il campo, in entrata e in uscita. All'ingresso dalla circumvallazione esterna e dal lato dello svincolo su via Carrafiello ci sono carabinieri, polizia e municipale: un vero e proprio blocco, impossibile da aggirare. D'altronde, nell'ordinanza si specifica che Comune e Protezione civile dovranno provvedere alla distribuzione di derrate alimentari, così che non ci siano motivi urgenti di allontanamento. E già da ieri la catena degli aiuti si è mossa con grande efficienza: la Protezione civile regionale ha distribuito pacchi contenenti parmigiano, provolone, conserve di pomodoro, legumi, biscotti, latte, pasta, mentre il Comune ha provveduto a consegnare confezioni di acqua e altri generi di prima necessità. 

Sempre ieri l'Asl 2 Nord ha provveduto a effettuare tamponi in loco a tutti i residenti. Nella sola mattinata sono stati effettuati 230 test, altri 70 nel pomeriggio: una macchina allestita dall'azienda in poche ore ma che è riuscita, nonostante le difficoltà di identificazione dei residenti, a tracciare quasi tutti.I risultati sono attesi per le prossime ore. «La promiscuità nel campo, le norme igienico sanitarie carenti e l'alta contagiosità della variante Delta hanno obbligato a istituire la zona rossa», spiega il direttore generale Antonio D'Amore: «Stiamo operando in condizioni molto difficili, ma c'è stata una grande collaborazione da parte della comunità rom.

Il timore è di un vero e proprio focolaio visto che quasi nessuno sarebbe vaccinato, né fra i nove positivi né fra gli altri abitanti del campo, e vista anche l'assenza di misure di distanziamento all'interno delle abitazioni di fortuna e in un campo dove la densità abitativa è elevatissima». L'ordinanza prevede il divieto di allontanamento e di transito in ingresso e in uscita: non è consentita l'uscita dalll'area neppure per lo svolgimento di attività lavorative. Lo sbarramento creato dalle forze dell'ordine durerà 24 ore su 24. Un vero e proprio muro per far sì che il contagio non si espanda oltre via Carrafiello. 

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«La situazione è sotto controllo», assicura il sindaco Nicola Pirozzi, che però non nasconde la preoccupazione: «Temiamo ci siano diversi altri contagiati, stiamo facendo di tutto per aiutarli ma anche loro devono essere collaborativi». Il nodo resta in questo momento l'isolamento per i positivi. Gli otto che risultano contagiati sono rimasti nel campo, dove ogni nucleo familiare vive in roulotte, pullmini, abitazioni di fortuna. Considerando che si tratta di famiglie tutte numerose, il distanziamento risulta a dir poco complesso. Al momento i positivi non hanno particolari sintomi e qualcuno è asintomatico. I tamponi verranno comunque ripetuti dall'Asl dopo 7 giorni. Gli abitanti dell'insediamento in questione sono quelli a cui è dedicato il progetto di inclusione e integrazione «Abramo», promosso dal Comune e ideato da un gruppo di associazioni di Giugliano, che prevede l'ssegnazione di case e l'inserimento nel mondo del lavoro e nella scuola per i più piccoli. Progetto che proprio in queste settimane è ai nastri di partenza. 

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