Covid a Napoli, boom di contagi al Cardarelli e i sindacati chiedono garanzie: «Vanno isolati tutti i positivi»

Covid a Napoli, boom di contagi al Cardarelli e i sindacati chiedono garanzie: «Vanno isolati tutti i positivi»
di Melina Chiapparino
Venerdì 28 Gennaio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 18:19
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L'ospedale Cardarelli scoppia di pazienti Covid, i focolai sono in aumento e un'altra area ospedaliera è stata sacrificata e convertita per accogliere i degenti positivi. In questi ultimi giorni, la pressione e la richiesta del fabbisogno assistenziale per gli ammalati affetti dal virus, è stata talmente alta nel presidio, da far raggiungere la quota di 170 ricoveri Covid. Nei reparti più affollati la situazione è stata descritta nella nota del sindacato Fials, «da bollettino di guerra» per l'iperafflusso dei pazienti che «non rende possibile garantire l'isolamento» con la conseguenza del boom di contagi tra ricoverati e sanitari. Le criticità esplose al Cardarelli sono al centro di una vera e propria protesta sindacale che ha coinvolto tutte le sigle dei comparti sanitari.

Si parte dal documento della Fials sulla «precaria situazione di Medicina d'Urgenza» dove si legge che «la maggior parte dei pazienti giunge solo con l'esecuzione di tampone rapido antigenico e in attesa di referto molecolare, a volte senza averlo fatto». Chiaramente si tratta di reparti non Covid dove continuano a proliferare contagi. Ad esempio, in Chirurgia d'Urgenza, recentemente, sono risultati positivi 10 pazienti su 18 ricoverati e un'altra decina di infermieri. Secondo i sindacalisti «vi è una grave difficoltà ad isolare i pazienti positivi a causa della capienza massima raggiunta». In pratica manca lo spazio e lo stesso problema, è stato segnalato in Chirurgia d'Urgenza e nel Trauma center dove «da 15 giorni i lavoratori prestano assistenza a pazienti Covid sebbene strutturalmente non sia possibile garantire il loro isolamento» si legge in una nota Cisl Fp.

Per potenziare i posti letto Covid al Cardarelli, è stato temporaneamente convertito il reparto di Medicina interna 3 con 14 posti tra uomini e donne. Questa trasformazione è stata considerata «inadeguata» per la presenza di bagni in comune e l'assenza della pressione negativa nelle stanze, la carenza di percorsi «sporchi» e «puliti» e di altre misure di sicurezza, come è scritto nella nota sindacale di Cobas, Nursing Up ed Fsi-Usae. Nel raccogliere il malcontento del personale, i sindacalisti hanno puntato il dito anche sulla disposizione per cui «i pazienti positivi a bassa carica virale possono rimanere nei reparti non Covid ed eseguire esami diagnostici» e hanno riferito di ricevere, in questi ultimi giorni, dotazioni di mascherine chirurgiche. In ogni caso, la richiesta sempre più incalzante, riguarda «il ripristino di posti letto ordinari e lo snellimento delle liste di attesa» come si legge nel dossier sottoscritto dai sindacati medici Cgil, Cisl, Cimo, Anpo, Anaao Assomed, Aaroi Emac, FassidFedmed, Fvm e Uil

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«Il nuovo reparto Covid, in Medicina 3, serve per pazienti che non hanno patologie respiratorie e risultano affetti da patologie ma sostanzialmente sono positivi asintomatici, per questo non occorre la pressione negativa nelle stanze e ci sono misure di isolamento diverse» chiarisce Giuseppe Longo, direttore generale del Cardarelli che sottolinea come l'alta contagiosità della variante del virus stia mettendo in difficoltà la sanità a livello nazionale. «Questa differenza ci consente di isolare i pazienti a bassa carica virale in stanze dotate di bagno nei reparti non Covid - aggiunge Longo - ma i cluster sono inevitabili, nonostante tutti i pazienti vengano tamponati col molecolare prima di andare nei reparti».

La soluzione però potrebbe arrivare presto. «Potenzieremo il personale, ho fatto un bando, a tempo determinato, per 20 nuove unità di infermieri, a cui hanno risposto già 2.800 candidati e domanda per circa 20 medici» annuncia il manager pronto a mettere in campo le nuove risorse già da lunedì. 

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