Covid a Napoli, fratelli infermieri eroi nella lotta al virus: «Noi quattro una squadra»

Covid a Napoli, fratelli infermieri eroi nella lotta al virus: «Noi quattro una squadra»
di Ettore Mautone
Martedì 24 Agosto 2021, 23:00 - Ultimo agg. 26 Agosto, 08:00
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Quattro fratelli, Valerio, Maria, Stefania e Raffaele Mautone. Quattro infermieri napoletani, nati a Pianura, distintisi sul campo nella lotta al Covid. Sono stati insigniti tutti e quattro, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dell’onorificenza di Cavaliere. Valerio 45 anni e Maria 38, hanno fronteggiato con impegno e dedizione le tre ondate di Sars-Cov-2 nella rianimazione dell’ospedale Sant’Anna di Como, Raffaele, 48 anni, è invece in servizio a Lugano, in Svizzera. Infine Stefania, 39 anni, è coordinatrice del reparto Covid del Pellegrini di Napoli. «Tutto è iniziato quando mio fratello Raffaele - racconta quest’ultima - all’inizio della pandemia pubblicò un post sui social in cui tentava di dare forza a noi tutti. Siamo figli di un infermiere e abbiamo scelto questo lavoro come missione. Ognuno di noi, nel suo piccolo, svolge un’opera di solidarietà che va oltre le mansioni del lavoro. Io al Pellegrini, ad esempio, ho istituito nelle sale d’attesa una sorta di libreria gratuita in cui chiunque può portare un libro, una Bibbia, e chiunque può prenderli per leggere ed elaborare con un piccolo conforto l’angoscia dell’attesa per i propri cari. Eravamo impauriti, la pandemia incalzava e ognuno di noi nelle proprie realtà sapeva di rischiare la vita». Quattro infermieri, quattro fratelli, una famiglia: distanti ma uniti dalla comune guerra al Covid. A Como a marzo del 2020 arrivano i primi articoli sui giornali locali. 

Poi il programma Rai “A sua immagine” che raccoglie il desiderio dei quattro di vedere Papa Francesco dopo che Stefania sogna Madre Teresa di Calcutta. L’eco della solidarietà raggiunge il Pontefice per via epistolare. Una lunga accorata lettera e subito la convocazione per una visita fissata in Vaticano. È il 4 settembre di un anno fa, il Pontefice riceve i quattro fratelli in forma privata. Al Santo Padre consegnano una raccolta di lettere di tutti i pazienti che hanno curato col Covid. Le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle la sofferenza della malattia. Ci sono anche le divise dei quattro fratelli. Valerio e Raffaele intanto si ammalano di Covid ma anche loro (Valerio era ancora positivo) raggiungono San Pietro a piedi seguendo la via Francigena: 110 chilometri per un pellegrinaggio di solidarietà e preghiera. «Abbiamo lottato, combattuto, ci siamo sostenuti.

Il giorno di Natale del 2020 - aggiunge Raffaele - è stata una giornata straordinaria per me e per mio fratello Valerio. Abbiamo distribuito l’Eucarestia a tutti i pazienti dell’ospedale Sant’Anna di Como su autorizzazione del Vescovo di Como». Dopo il Papa lo Stato: «Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è interessato a noi infermieri - sottolinea ancora Stefania - conferendoci una medaglia sanitaria e l’onorificenza di cavalieri della Repubblica. Non era mai accaduto per colleghi professionisti del comparto non medico». 

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«Certo, un grande orgoglio, ma la nostra opera non è per noi ma dedicata ai pazienti. È una vocazione di tutta la famiglia. Siamo ancora sotto pressione. Il Covid non è archiviato. Questo nuovo virus è nel mondo e da un anno e mezzo porta morte e cambiamenti in tutte le attività, comprese quelle di cura. Oggi, ogni operatore ha delle responsabilità in più. Procedure lunghe e farraginose ma necessarie per la sicurezza di tutti». Il primo settembre ci sarà un nuovo incontro con papa Francesco. Ancora un pellegrinaggio a piedi: «Anche quest’anno il Papa ha chiesto di vederci ma sarà nello slargo, questa volta ci saranno i volti di chi ha combattuto in prima persona». I quattro infermieri napoletani porteranno con sé i malati Covid che hanno superato la malattia, un segno di speranza a nome di tutti gli ammalati, un segno di solidarietà per tutta la comunità sotto attacco di una pandemia epocale. «Saremo insieme con i pazienti Covid sopravvissuti: Valerio e Raffaele porteranno con sé una famiglia di persone contagiate e strappati alla morte». 

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