Covid a Napoli, niente file di ambulanze al Cotugno: «Ma ora i malati sono più giovani»

Covid a Napoli, niente file di ambulanze al Cotugno: «Ma ora i malati sono più giovani»
Venerdì 26 Marzo 2021, 22:24 - Ultimo agg. 22:34
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«Abbiamo una situazione stabile sul covid, con alternanza di turn over e ricoveri, riusciamo a gestirla anche perché ora arrivano pazienti più gravi, non c'è più qualcuno che va in ospedale con una tosse un po' più grave del solito. Riusciamo a gestire i pazienti e guardiamo con fiducia alla vaccinazione che si amplia». Maurizio Di Mauro, direttore generale dell'azienda ospedaliera dei Colli a Napoli e quindi del Cotugno, spiega così la gestione dell'ospedale infettivologico, pieno di pazienti ma che riesce a gestire l'afflusso: «Non abbiamo file di ambulanze - dice all'Ansa - in attesa e abbiamo una sistema a fisarmonica che ci permette di aumentare i posti letto se serve». 

La strategia quotidiana sulle dimissioni e nuovi ricoveri è chiara: «Prima di tutto oggi chi viene al pronto soccorso - spiega Di Mauro - sta veramente male, noi calcoliamo l'intensità della polmonite da 0 a 20 e ora arrivano pazienti che sono almeno al livello 12, prima venivano al minimo sintomo.

Su questo anche la gestione territoriale con le Usca e la medicina di base è migliorata, c'è un grande gioco di squadra tra ospedali e territorio. È chiaro che stiamo vivendo una fase importante del virus, ci aspettavamo che arrivasse una fase più calde epidemiologicamente e ora ci auguriamo e aspettiamo un abbassamento del numero contagi: c'è la vaccinazione e speriamo che arrivino vaccini in maniera congrua, ci sono provvedimenti restrittivi presi e mantenuti. Questo però non significa abbassare la guardia ci aspetta una Pasqua di sofferenza». 

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Di Mauro verifica però anche l'abbassamento dell'età dei ricoveri: «Siamo a una media - spiega - intorno a 40-50 anni e abbiamo anche persone di vent'anni, con polmonite. Sono ragazzi che stavano bene, senza comorbilità, poi è chiaro che hanno una reattività migliore e guariscono meglio. Ma lavoriamo anche qui sui vaccini: oggi facciamo dosi agli oncologici, domani ai soggetti con Hiv, stiamo facendo una buona selezione su pazienti che hanno maggiore esposizione».

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