Medici eroi in prima linea: ecco i martiri del Covid a Napoli, 33 morti in un anno

Medici eroi in prima linea: ecco i martiri del Covid a Napoli, 33 morti in un anno
di Melina Chiapparino
Lunedì 15 Febbraio 2021, 23:43 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 10:22
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Sono caduti in battaglia, armati della loro passione di aiutare il prossimo fino a sacrificare la propria vita. È così che la lotta contro il Covid ha strappato alla comunità dell’Ordine dei Medici di Napoli e provincia, 33 persone che saranno ricordate nella giornata di commemorazione in programma il 20 febbraio. «Per celebrare la loro memoria, ma soprattutto il loro esempio - come ha sottolineato Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine - sarà realizzata un’opera di street art simbolica realizzata da Luca Carnevale che raffigurerà un medico con le ali da angelo. Onore anche alle famiglie delle vittime che saranno ricevute nel foyer dell’auditorio dell’Ordine dove consegneremo loro una medaglia d’oro». 

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«I medici che hanno combattuto il Covid in prima linea, che si sono ammalati e sono venuti a mancare, ci hanno fatto dono di un lascito essenziale - spiega Scotti - trasmettendoci un’esperienza determinante per salvare tante altre vite». Per questo, tra pochi giorni, si incontreranno le storie di Gaetano Autore, primo medico di base napoletano stroncato dal virus all’inizio della pandemia; di Massimo Borghese specializzato in foniatria: aveva dedicato tutta la sua passione medica nel curare le corde vocali a cantanti, attori e bambini autistici, anche lui stroncato a marzo del 2020. E ancora le storie proseguiranno nel ricordo di Daniele Cagnacci, così amato dai suoi pazienti del corso Umberto da richiedere una petizione per apporre una targa in suo onore nel quartiere. E poi Mario Della Calce, eroe del servizio 118, che ha continuato ad assistere telefonicamente i suoi pazienti fino a quando le forze lo hanno sostenuto in ospedale. Altri ricordi da custodire saranno dedicati a Mirco Ragazzon, 61enne di origini svizzere, che nella vocazione per la medicina aveva rafforzato la propria fede sino a essere ordinato diacono nel 2018 dal cardinale Crescenzio Sepe. Sotto i colpi del Covid è finito anche Stefano Simpatico, neurochirurgo dell’ospedale Loreto Mare, si divideva tra la passione per la medicina e il mare. Stesso destino per Antonio Buonomo, medico legale, aveva compiuto da poco 65 anni prima di essere stroncato dal Covid, tra i primi a ricevere la terapia introdotta da Paolo Ascierto. 


«Non si risparmiava mai, era sempre pronto a visitare i pazienti, anteponendo la sua vocazione ai rischi». Sarà questo il filo che unisce le storie dei 33 medici napoletani vinti dal Covid ma impressi nella memoria collettiva che sarà celebrata dall’Ordine che li rappresenta. Al coraggio dei medici di base, come Giovanni Tommasino - in piena emergenza pandemica non si è mai sottratto a una visita domiciliare rifiutandosi di seguire solo telefonicamente i suoi pazienti - si aggiungeranno le storie dei dottori in corsia come Pasquale Corcione, medico del Monaldi ed ex direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria “Luigi Vanvitelli”, Salvatore Solimeno, 45enne medico nutrizionista e campione di body builder, ricoverato per una grave forma di talassemia aggravata dal Covid, e Raffaele Pempinello, ex infettivologo e primario del Cotugno: non aveva smesso di aiutare amici e conoscenti finendo per contrarre il Coronavirus dopo aver visitato proprio uno di loro. Il dolore si intreccerà con l’amore in tante storie, come quella di Paola De Masi e Cosimo Russo, entrambi medici, per molti anni al Cardarelli: lui ortopedico e lei anestesista morti da pensionati dopo aver contratto il virus insieme e rimanerne vittime a una settimana di distanza l’uno dall’altro. 

«A loro, donne e uomini che hanno onorato la professione medica sino all’estremo sacrificio, verrà dedicato il 20 febbraio - ha spiegato Bruno Zuccarelli, vicepresidente dell’Ordine - richiamando il loro esempio per tutti noi e per le nuove generazioni». 
 

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