Covid e movida a Napoli, pronti gli incentivi per delocalizzare l'area dei “baretti”

Covid e movida a Napoli, pronti gli incentivi per delocalizzare l'area dei “baretti”
di Gennaro Di Biase
Martedì 8 Febbraio 2022, 23:58 - Ultimo agg. 9 Febbraio, 16:35
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Promessa da Manfredi in campagna elettorale, sostenuta dagli assessori De Iesu e Armato, e resa oggi più urgente dall’ordinanza anti-notte che dovrebbe arrivare oggi, giorno della riunione in Prefettura del Comitato per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico: la delocalizzazione della movida lontano dai centri abitati si profila la via per sciogliere il groviglio del by night e mettere fine alle lotte tra residenti, giovani e gestori. L’operazione è ambiziosa, e va considerata un progetto a «medio-lungo termine». Il nodo, in quest’ottica, si sposta però su un altro piano. Quello degli «incentivi e delle garanzie» richiesti dagli imprenditori per migrare da Chiaia o dal centro storico verso nuove location non residenziali, alcune delle quali sono già ipotizzate. Serve, insomma un investimento pubblico. Un annuncio in tale direzione potrebbe contribuire a mediare tra le parti in causa, proprio nelle ore in cui prende corpo il ricorso al Tar degli stessi gestori contro la stretta sugli orari. Ieri pomeriggio, la Fipe e una trentina tra i principali gestori del by night cittadino si sono riuniti in un locale del centro storico per discutere le modalità delle azioni legali. A Largo Giusso, intanto, spunta la folle moda del mix di alcolici e medicinali. 

Per il Comune, e anche per tanti gestori, la delocalizzazione - con la relativa creazione di una sorta di Barceloneta partenopea - sarebbe un segno di «grande civiltà». Tanta però è anche la diffidenza nei confronti della fattibilità del progetto. Quali sono, nel concreto, le condizioni per spostarsi? «Non mi piacerebbe migrare dal centro - spiega Peppe Pianese, dello storico Caffè dell’Epoca a piazza Bellini - Ma perché ciò avvenga il Comune dovrebbe rendere attrattive per gli imprenditori le zone destinate alla movida. Serve un progetto di sviluppo economico, insomma, in una zona bella. Il centro storico ha le Mura Greche, i palazzi storici. Al Centro Direzionale una bellezza del genere non ci sarebbe. Sembrerebbe di stare tra i casermoni di Dubai. Il Molo di San Vincenzo, invece, sarebbe ideale. Lì è stupendo, e i clienti avrebbero piacere a venirci. Ma servono anni e serve che lo Stato non ci abbandoni. Non è un caso se i giovani vanno nelle zone esteticamente appetibili. Costruendo degli edifici al Molo San Vincenzo, il Comune potrebbe poi rientrare nelle spese con i soldi degli affitti che pagheremmo in quanto locatari». «Delocalizzare sarebbe bello, ma servirebbero fondi e strutture da parte del Comune - aggiunge Giulio Pianese - Onestamente dubito che arriveranno.

La stretta sugli orari provoca ingiustizie sul mercato notturno: in provincia saranno tutti aperti e a Napoli non potremo più lavorare». 

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In proposito, come anticipato, ieri si è tenuta una riunione tra i principali esercenti del by night: «Appena sarà uscita l’ordinanza, ho ricevuto mandato per avviare il ricorso al Tar - spiega Aldo Maccaroni, imprenditore e delegato di Fipe Notte - Siamo una cinquantina di attività già coinvolte». Si annuncia dunque una battaglia legale tra gestori e Palazzo San Giacomo. La stretta annunciata - che prevede, almeno in bozza, la chiusura delle attività alle 2 durante i weekend e all’una durante la settimana - sarà probabilmente ratificata oggi durante la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Con o senza eventuali modifiche. «Quanto al discorso della delocalizzazione - prosegue Maccaroni - servono sgravi sui fitti e incentivi fiscali destinati esclusivamente alle attività che si spostano. E un servizio di navetta. Il Centro direzionale piace a pochi. Il Molo San Vincenzo, invece, seduce di più. Ma servirebbe un investimento di circa 100mila euro per ogni attività. Per intenderci, per spostare 10 bar servono tra 500mila euro fino a 1 milione di investimenti, pubblici e privati». 

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Intanto, a San Giovanni Maggiore Pignatelli, una delle location più calde della movida in centro storico, sbarca una nuova triste moda, pubblicizzata anche via social: il mix di medicinali e alcol per accrescere l’effetto sballo. «Il consumo eccessivo di alcol porta sin tropo spesso a risse, violenze, caos e degrado - racconta il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Borrelli - Abbinare medicinali all’alcol è molto pericoloso e chiediamo al prefetto e al questore di intervenire intensificando i controlli al centro storico nelle ore serali e notturne. Diversi cittadini preoccupati si sono rivolti a noi inviando video inquietanti di ragazzi che si fanno riprendere mentre bevono superalcolici e farmaci. Il by night va regolamentato e reso sicuro, per gli stessi frequentatori e per i residenti, per questo crediamo che bisogni ragionare sul delocalizzarlo in alcune aree come il Centro Direzionale».
 

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