Ospedale del mare ancora in tilt, pazienti dirottati al Cardarelli: è caos

Ospedale del mare ancora in tilt, pazienti dirottati al Cardarelli: è caos
di Ettore Mautone
Martedì 19 Gennaio 2021, 00:05 - Ultimo agg. 20:50
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Ospedale del mare ancora al gelo, ricoveri ridotti al lumicino a Napoli est il cui peso assistenziale si riversa inevitabilmente sulla prima linea del Cardarelli sempre più in difficoltà anche per la concomitante recrudescenza dei casi Covid. A Ponticelli da due settimane si resiste con stufette, coperte termiche, giacconi e sciarpe per fronteggiare il vento gelido di gennaio che si insinua ovunque. Da venerdì scorso i ricoveri sono ridotti al lumicino, le chirurgie sono ferme e le sale operatorie autorizzate ad aprire i battenti solo per le gravi urgenze. La drastica contrazione delle attività del grande polo ospedaliero di Ponticelli, conseguente alla mancanza di acqua calda in tutto l’ospedale per la voragine dell’8 gennaio, acuisce i disagi anche degli altri ospedali cittadini. La rimaneggiata rete dei pronto soccorso della Asl Napoli 1 è alle corde: gli Incurabili è inagibile, il San Giovanni Bosco e il Loreto sono devoluti a Covid center e non hanno più il pronto soccorso. L’azienda sanitaria può contare solo sull’apporto del San Paolo e del Pellegrini che non sono dotati di tutte le discipline e hanno una ricettività limitata.  

 

Ieri all’Ospedale del mare dal 118 sono giunti solo due codici rossi: un ictus devastante accolto in pronto soccorso e poi trasferito in neurologia e un grave trauma di una persona caduta da un albero che ora è intubato in rianimazione. Le cure, per questi pazienti in pericolo di vita, soccorsi nell’ambito delle reti tempo dipendenti relative agli ictus, infarti e gravi traumi, sono tutte pienamente assicurate ma le altre attività sono pressoché ferme. I ricoveri sono centellinati, alimentati dai soli arrivi di malati in pronto soccorso con i mezzi propri. Il personale attende che la situazione si normalizzi. I disagi per operatori e pazienti, nonostante stufe e coperte assicurate dalla direzione, sono oggettive. Tutti i reparti lavorano a scartamento ridotto e tutti i primari hanno dato seguito in maniera puntuale alle disposizioni della direzione sanitaria riducendo i posti letto attivi e mettendo in stand by le unità di personale non impiegate.

Dallo scorso venerdì, quando è scattato il primo allarme della Asl, sono stati progressivamente dimessi i pazienti non gravi, rinviati gli interventi non urgenti e bloccati i nuovi accessi. Ora che il cantiere è stato dissequestrato si attende l’inizio dei lavori. Ieri sul ciglio della voragine si sono visti solo i vigili del fuoco che probabilmente hanno provveduto a rimuovere i sigilli. La Procura che indaga ha concesso dieci giorni di tempo. Il dissequestro è temporaneo. Tecnicamente l’intervento non sarà semplice. 

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A soffrire di più, nell’effetto domino scaturito dallo stop all’ospedale del mare, è soprattutto il Cardarelli, unico grande polo assistenziale della città pienamente operativo, in grado di assicurare cure per ogni tipo di urgenza e in ogni disciplina. Qui già dallo scorso week end si sono avvertiti i primi contraccolpi. L’aumento degli afflussi di pazienti in codice giallo e rosso ma anche a minor gravità sono lievitati nettamente a fronte anche di un restringimento del cronico imbuto verso i reparti. Circa 200 posti letto dell’ospedale sono infatti devoluti ai pazienti affetti da Coronavirus. L’altra sera, nell’area del pronto soccorso si contavano un centinaio di pazienti ordinari (non Covid) tra il reparto di Osservazione intensiva (divaricato in due poli, uno al pian terreno e l’altro al primo piano) tutti da stabilizzare, assistere, sottoporre a indagini diagnostiche e indirizzare al ricovero. Intanto iniziano ad intasarsi anche le zone dedicate ai pazienti Covid che, dai 4 o 5 pazienti sospetti presenti una settimana fa sono ora una trentina. All’orizzonte c’è il temuto ingorgo, la tempesta perfetta, il corto circuito di tutti i pronto soccorso della città che già a novembre, con ospedale del mare pienamente in funzione, ha creato caos e disagi. Oggi è in cantiere un’unità di crisi alle 15 unità: si discute di posti letto Covid mentre aleggia lo spettro della ripresa dei contagi.
 

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