Covid a Napoli, scure sui medici del 118 e prime lettere della Asl: «Pignorati gli stipendi»

Covid a Napoli, scure sui medici del 118 e prime lettere della Asl: «Pignorati gli stipendi»
di Ettore Mautone
Venerdì 5 Marzo 2021, 09:30
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La vertenza dei medici convenzionati del 118 è diventata una camera senza ossigeno per i camici bianchi interessati: dopo gli ultimi incontri in Regione tra i dirigenti e le rappresentanze sindacali della Fimmg, Smi, Sumai, Cisl medici e anche dei sindacati della dirigenza medica (Anaao, Cimo, Aaroi, Anpo, Fesmed ed altri) alle rassicurazioni informali e alle assunzioni di responsabilità politica anche da parte dei vertici di palazzo Santa Lucia (che hanno chiesto ai dirigenti degli uffici di trovare una soluzione), fa tuttavia ora seguito la decisa avanzata del procedimento della Asl Napoli 1 che va avanti come un carro armato. Si parte con il taglio in busta paga sul mese di febbraio 2021 ai medici dell'indennità oraria di 5,16 euro, percepita dal 1999 a oggi, e ora trattenuta a fronte di una indagine preliminare della Corte dei Conti, peraltro ancora tutta da discutere e motivare. Una mannaia che cala anche sulle somme da recuperare relative a stipendi di annualità pregresse e ancora non prescritte. Ieri sono arrivate le prime raccomandate ai medici con la comunicazione formale di sospensione della remunerazione aggiuntiva e anche l'avviso di sottrazione del quinto dello stipendio per il recupero di somme che vanno dai 50 ai 90 mila euro e oltre. 

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Camici bianchi in lacrime, demotivati, afflitti e stanchi, dopo anni di lavoro sulle ambulanze, dottori pronti a dimissioni in massa, ovvero a eclatanti azioni di protesta compreso lo sciopero (già in atto in maniera strisciante, con la rinuncia agli straordinari che sono serviti finora a coprire i turni scoperti).

In questo mese sono decine le postazioni del 118 in città senza medico a bordo. Una situazione complessa nel bel mezzo della recrudescenza pandemica. I medici coinvolti, solo a Napoli, sono una cinquantina, circa 500 su scala regionale e le somme da restituire, in totale, arrivano a 20 milioni solo a Napoli.

«A decorrere dal corrente mese di febbraio - la della Asl Napoli 1 indirizzata a una dottoressa - l'Amministrazione procederà alla sospensione della remunerazione del compenso orario aggiuntivo e al contestuale recupero delle somme già liquidate per il passato il cui totale consiste (nel caso specifico in oltre 98 mila euro) con trattenuta mensile entro il quinto dello stipendio». Tra tagli, trattenute e recuperi, un medico che lavora sulle ambulanze per 12 ore al giorno dovrebbe rinunciare a circa 1500 euro per riceverne più o meno 1.700 euro netti. Una scenario che prelude a un contenzioso della durata ed esiti incerti che fatalmente intralcerà la funzionalità di un servizio sanitario salvavita. Il primo passo è il parere fornito dall'ufficio legale della Fimmg già richiesto dalla Regione Campania in relazione all'originario impianto contrattuale del 1999 per le ex guardie mediche impiegate nel 118 che fa un punto sullo stipendio assicurato nelle altre regioni. Da Palazzo Santa Lucia, intanto, giunge notizia di una convocazione urgente che starebbe per arrivare da parte di Ugo Trama, funzionario che si occupa del contratto della medicina territoriale, ma la lettera della Asl Napoli 1 mette il dito nella piaga aperta nel corpo vivo dei medici del 118. 

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«Se si vuole che il nostro ruolo di intermediazione sia riconosciuto - avverte Lino Pietropaolo della Cisl medici - ciò deve avvenire sia dalla parte dei colleghi che rappresentiamo, sia dalla parte pubblica. Altrimenti le situazioni diventano ingovernabili e rischiano di saltare tutti i paletti. Rispondere a una funzione, e all'etica dei doveri, sono aspetti che vanno oltre la mansione messa nero su bianco in un contratto. Le disposizioni formali possono essere formalmente rispettate ma restare prive di quella parte di cuore e dedizione che fanno la differenza in tutti i contesti lavorativi e, a maggior ragione, in quelli che hanno a che fare con la salute e i soccorsi in emergenza». Pierino Di Silverio, responsabile giovani dell'Anaao punta il dito sulla gravità dello snodo: «Un'emergenza non più procrastinabile, quella dei medici del 118», che trova in pieno accordo anche Fimmg e lo Smi rassegnati alla piega legale che prenderà questa difficile vertenza, mentre il presidente nell'Ordine dei medici, Silvestro Scotti, si dice pronto ad essere interpellato dalla magistratura contabile per spiegare e motivare la nascita di quella originaria indennità oggi in bilico.

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