Covid a Napoli, la sfida dei professori: «Sì al pronto soccorso nel Policlinico Federico II»

Covid a Napoli, la sfida dei professori: «Sì al pronto soccorso nel Policlinico Federico II»
di Ettore Mautone
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 08:30
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Realizzare un pronto soccorso vero, multispecialistico, nel Policlinico dell'Ateneo Federico II: per la prima volta se ne è discusso in modo concreto in quello che un tempo si chiamava Consiglio di Facoltà e che oggi è il Consiglio della Scuola di Medicina. Si svolge con cadenza mensile e questa volta è stato focalizzato su una novità assoluta. È la nuova presidente della Scuola, Maria Triassi, fresca di nomina alla guida della Facoltà di Medicina e chirurgia collinare, ad esordire nel suo mandato inserendo a sorpresa, all'ordine del giorno, il progetto del pronto soccorso. Il confronto si è svolto lunedì scorso in aula magna: presenti almeno un centinaio di docenti, adeguatamente distanziati, in ossequio alle norme di sicurezza antiCovid-19. Sotto i riflettori Giuseppe Servillo, ordinario di Anestesia e rianimazione, direttore del dipartimento delle chirurgie generali e specialistiche, trapianti e cure intensive, che ha illustrato nei dettagli i presupposti dell'iniziativa, la sua articolazione, i contorni attuali e futuri, le attività di urgenza attualmente svolte e quelle da organizzare nel futuro prossimo nel recinto della cittadella universitaria collinare. In Consiglio è anche arrivata la richiesta unanime dei docenti di sollecitare la ripresa delle attività assistenziali oggi ferme a causa del Covid ma i cui volumi di cura sono indispensabili per la formazione e la didattica.

«Ho chiesto al professor Servillo - dice Triassi - di elaborare una prima proposta su cui aprire un confronto e un approfondimento di merito.

La riflessione collegiale dovrà servire a portare in tempi rapidi alla definizione di un progetto operativo al Rettore, agli organi accademici, alla presidenza della giunta regionale e alle altre istituzioni coinvolte. Si tratta di un'iniziativa della Scuola di Medicina: è da qui che occorre avviare un cambiamento in un'epoca segnata dall'emergenza Covid che ci ha fatto capire non solo quale sia il nostro dovere come Università, in termini di ricerca e didattica, ma anche messo a fuoco le esigenze della formazione dei medici che, per diverse aree di specializzazione, richiedono per legge la presenza in sede di un pronto soccorso. Si tratta infine di un'esigenza assistenziale: In Italia solo le scuole di Medicina di Napoli e Palermo non hanno un pronto soccorso. È vero che qui, nelle vicinanze, c'è il Cardarelli ma è altrettanto vero che questo grande ospedale da solo non ce la fa ad assorbire le richiesta di assistenza in emergenza. L'affollamento produce barelle e il congestionamento già oggi chiede supporto alle nostre corsie».

Poi, la pandemia: «Quando si sovrappongono eventi straordinari come quelli legati alla pandemia, - aggiunge Maria Triassi - la presenza di una linea di accettazione in urgenza, di un triage e di una diagnostica d'emergenza sono fondamentali anche per l'addestramento delle nuove leve di specialisti. Il pronto soccorso è un valore aggiunto per tutto l'Ateneo in quanto serviranno anche forze interdisciplinari di altre discipline, per il suo funzionamento». Si lavora ora alla formulazione di una proposta di attivazione di un pronto soccorso che dovrà necessariamente incrociare il Piano ospedaliero regionale ed essere poi tradotto nella convenzione che lega, con il protocollo d'intesa finanziato da Palazzo Santa Lucia (attualmente scaduto) le attività assistenziali svolte dal Policlinico in nome e per conto del Servizio sanitario regionale. 

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«Abbiamo diverse discipline che già svolgono attività nell'ambito della rete dell'emergenza - conclude Triassi - come il Pronto soccorso ostetrico e ginecologico, l'Unità coronarica inserita nella rete per l'infarto, la Stroke unit nella costituenda rete per l'Ictus, la Neonatologia, la Terapia del dolore, la Pediatria, il Centro per le malattie rare e le discipline chirurgiche nella rete per i trapianti. Abbiamo già individuato il padiglione 12 nelle vicinanze dell'ingresso come sede fisica per realizzare un'area di accettazione e triage e un reparto di osservazione da connettere con le strutture e i dipartimenti in cui convogliare i ricoveri».

«Oggi a causa del Covid molti pronto soccorso cittadini sono chiusi e basta poco per provocare un ingorgo. Abbiamo una platea di posti letto adeguata e tutte le discipline. È doveroso che io, da presidente della Scuola, abbia nel mio programma l'apertura di un pronto soccorso, vista la presenza di scuole di specializzazione in Medicina di urgenza, Anestesia e tante altre discipline che devono avere una formazione emergenziale. Serve un cambiamento di mentalità nella costruzione della struttura formativa. - conclude Triassi - Un cambio d'impostazione improntato alla concretezza per formare medici e chirurghi all'altezza delle sfide future». 

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