Covid a Napoli, aumentano i ricoveri: al Cotugno i ragazzi tornati da Mykonos

Covid a Napoli, aumentano i ricoveri: al Cotugno i ragazzi tornati da Mykonos
di Ettore Mautone
Domenica 18 Luglio 2021, 22:57 - Ultimo agg. 19 Luglio, 18:12
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Sono due, hanno vent’anni o poco più: non sono vaccinati e sono rientrati una settimana fa da Mykonos (l’isola greca in questo momento soggetta a restrizioni a causa di contagi in crescita esponenziale e una circolazione virale particolarmente intensa), accusano febbre e tosse e da alcuni giorni sono in osservazione al Cotugno. Fortunatamente le loro condizioni non destano particolari preoccupazioni ma avere a che fare con il Covid, in una famiglia, non è mai una passeggiata anche se i pazienti colpiti, come in questo caso, hanno una salute di ferro e un sistema immunitario integro grazie alla giovane età. «Il timore è che questi ragazzi possano essere il veicolo di infezione per alcuni componenti del cerchio ristretto che hanno più di 60 anni se non vaccinati - spiega uno specialista del pronto soccorso del Cotugno - per questo più fragili e suscettibili a forme severe di malattia». E in effetti al contact tracing sono emersi anche alcuni parenti positivi, sia tra i vaccinati con doppia dose sia tra chi non ha ancora concluso il ciclo di immunizzazioni. Alcuni di questi accusano qualche decimo di febbre e un po’ di raffreddore, altri sono asintomatici ma nessuno, proprio grazie alla vaccinazione, ha avuto bisogno delle cure ospedaliere. Intanto la febbre epidemica inizia a dare segni di sé anche tra i più piccoli: al Santobono, dopo un mese di zero casi, da venerdì notte si sono registrati ben 4 ricoveri. 

«In ospedale ospitiamo circa 60 pazienti ricoverati su 100 posti letto in questa fase dedicati unicamente al Covid - avverte Maurizio Di Mauro, infettivologo e direttore generale dell’azienda dei Colli di cui il Cotugno fa parte - in massima parte sono persone non vaccinate oppure hanno effettuato una sola dose. Alcuni hanno anche completato il ciclo vaccinale ma è quasi sicuro che abbiano incubato l’infezione nel lasso di tempo intercorso tra la prima dose e la somministrazione del richiamo». Chi sono invece i malati più critici? «Hanno tutti più di 60 anni - chiarisce Di Mauro - e non sono vaccinati. Proprio in queste ore ha varcato la soglia dell’unità di sub intensiva un altro malato in questa fascia di età che ha sviluppato una polmonite importante». In totale, al Cotugno, ci sono 16 persone in sub intensiva che occupano il 50 per cento dei 32 posti disponibili in questa unità assistenziale e quasi tutti, come detto, non sono vaccinati. Hanno contratto l’infezione nell’ambito della cerchia dei contatti familiari, spesso da cugini e nipoti molto più giovani oggi diventati, per la congiuntura estiva e vacanziera, il principale veicolo dell’infezione. «Quello che emerge dalle storie dei ragazzi è tanta resistenza a vaccinarsi ma anche ad adottare precauzioni.

Molti di questi giovani - conclude Di Mauro - hanno scarsa consapevolezza del rischio, sanno di essere più protetti degli altri dallo sviluppare forme severe di malattia. Quasi nessuno utilizza in maniera sistematica ed efficace la mascherina e se devono partire per le vacanze vedono nella vaccinazione solo un intralcio. Ovviamente è sempre sbagliato generalizzare ma oggi dobbiamo combattere il virus con tutti i mezzi possibili. La terapia non ha ancora armi definitive, si affacciano i monoclonali e alcuni antivirali più efficaci in fase finale di sperimentazione ma per arginare questa pandemia abbiamo solo i vaccini. Lo scudo vaccinale si sta dimostrando efficace anche contro le varianti ed è per questo che a fronte della ripresa delle infezioni non siamo in una situazione critica sul fronte ospedaliero».

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Intanto ieri sono stati registrati 37 nuovi positivi residenti a Napoli di cui 33 asintomatici e 4 sintomatici (questi ultimi in 3 ricoverati al Cotugno, due in degenza ordinaria e uno in terapia intensiva, e il quarto in isolamento domiciliare insieme a tutti gli altri asintomatici individuati nella catena dei contatti di precedenti casi). In città come Covid center oltre al Cotugno è attivo solo il Loreto: qui ci sono 16 pazienti in Medicina (degenza ordinaria) su 50 posti disponibili, 5 malati in subintensiva (su 10 unità dedicate) e un paziente in Rianimazione (su 4 posti). L’età media dei ricoverati è di circa 60 anni e anche qui la maggioranza non è vaccinata o immunizzata con singola dose. Alcuni sono anche espressamente no vax. Altri, i più giovani con meno di 30 anni, ammalatisi al rientro dalle vacanze in Spagna e Portogallo. I non vaccinati con più di 60 anni a Napoli sono più di 60mila. Persone invisibili che non si sono mai fatte avanti per prenotare la puntura al braccio in una platea totale di oltre 300mila cittadini partenopei di tutte le età che, per varie ragioni restano nell’ombra. Persone a cui la Asl sta tentando con ogni mezzo di dare un volto per spingerle verso lo scudo vaccinale. 

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