Napoli, conto alla rovescia per il ritorno in spiaggia: rischio stangata e caos ormeggi

Napoli, conto alla rovescia per il ritorno in spiaggia: rischio stangata e caos ormeggi
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 5 Maggio 2021, 23:48 - Ultimo agg. 6 Maggio, 21:07
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Meno nove giorni: tra timori di caro prezzi e assembramenti, è partito il conto alla rovescia per il ritorno in spiaggia. Altro tema “marino” delicato di questa estate ’21 riguarda la «carenza di ormeggi - denuncia Afina - Solo 6 barche su 10 hanno un posto disponibile tra Napoli e dintorni». Ore di organizzazione, con tanto di app e distanziamenti, per le strutture balneari, che a partire dal 15 maggio potranno riaprire i battenti con protocolli «invariati rispetto a quelli dell’estate 2020», commentano i gestori. Le criticità, però, sono dietro l’angolo. Per recuperare su incassi mancati e limitazioni degli spazi, l’aumento dei prezzi è una possibilità concreta, che andrà comunque valutata in funzione della domanda da parte dell’utenza.

«Ripartiremo il 15 maggio, come da decreto - esordisce Mario Morra, gestore di Bagno Elena - La regolamentazione dell’accesso avverrà attraverso prenotazioni online, e seguiremo tutti i protocolli anti-Covid dell’anno scorso. La situazione è comunque confusa: da un lato le vaccinazioni avanzano, dall’altro lato il pass vaccinale stenta a partire. Non sappiamo se dovremo lavorare con un turismo di prossimità o aprire ai flussi stranieri. Tanti sceglieranno di venire in Italia solo se il marketing sarà fatto bene, e in questo senso accolgo con favore le vaccinazioni al comparto di ricezione. Turisti e croceristi fino al 2019 rappresentavano quasi il 50% del nostro indotto. I nostri prezzi saranno invariati, vista la crisi economica: spiaggia e lettino 15 euro, pedana 20 euro». «Ci impegneremo a rispettare tutti i distanziamenti - aggiunge Ugo Petrocelli del Lido Marechiaro - Adesso siamo aperti come bar. Quanto agli assembramenti sulla spiaggia libera, il disagio è chiaro, ma non tutti rispettano le regole. Tanti lidi sono già in allestimento. Manca solo una palafitta all’appello in zona». «Per ora lavoriamo con il ristorante e con gli aperitivi - dice Dario Liguori del Lido Sirena - Questa sarà un’estate di purgatorio, la guerra al virus non è ancora conclusa. Abbiamo perso oltre il 70% degli incassi dal 2019 a oggi. Per quanto riguarda la questione spiagge libere, serve buon senso da parte dei cittadini». Sulla Gaiola c’è un punto interrogativo legato alla fine dei lavori: «La situazione non è cambiata dal punto di vista dei protocolli - spiega Maurizio Simeone del Csi - Organizzeremo gli accessi tramite la app anche quest’anno, e perciò la stiamo rendendo più performante rispetto all’estate scorsa.

Alla Gaiola potranno esserci 75 persone spalmate su due turni, per un totale di 150 bagnanti al giorno, come previsto dalle regole istituzionali. Ci stiamo attrezzando per riaprire il 15, ma aspettiamo la fine dei lavori di ripristino al muro privato di contenimento della scalinatella, franato in inverno. Le operazioni, che proseguono a ottimo ritmo, sono in dirittura d’arrivo». 

 

Come documentato su queste pagine nelle scorse settimane, la pandemia, favorendo la voglia di distanziamento tra gruppi, ha generato la crescita del “bene” barca. Questo fattore sta però portando a un vero e proprio sos ormeggi. «La nautica ha un grosso problema - afferma Gennaro Amato presidente dell’Associazione Filiera Italiana della Nautica - C’è un’alta produzione di imbarcazioni ma mancano gli ormeggi. I dati del Mit del 2019 indicavano che in Campania risultano esistenti 15.046 imbarcazioni iscritte ai registri, spesso senza contare i natanti. Allo stato attuale, il numero totale di barche si aggira intorno alle 21mila. Insomma, se nel 2019 esistevano 8 posti barca per ogni 10 imbarcazioni, oggi, grazie anche alla crescita produttiva del segmento di piccole e medie imbarcazioni che registrano un +11% negli ultimi due anni, la situazione si è ulteriormente aggravata. Oggi, per ogni 10 barche, i posti a disposizione corrispondono ad appena 6 attracchi. A Napoli la questione è ancora più sentita, perché la differenza tra domanda e offerta sta facendo lievitare i costi di attracco, quindi occorrerebbe sviluppare al più presto nuovi porti turistici per calmierare il mercato e non inficiare una filiera produttiva che in Campania ha un alto tasso occupazionale e di pil». 

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