Covid a Napoli, Cotugno in affanno ma i Policlinici resistono: «Casi gravi tra i 50enni»

Covid a Napoli, Cotugno in affanno ma i Policlinici resistono: «Casi gravi tra i 50enni»
di Ettore Mautone
Martedì 14 Dicembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 15 Dicembre, 07:23
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Crescono i contagi Covid e s'impenna la curva dei nuovi casi nell'ultimo mese ma tra le grandi città delle regioni italiane sottoposte all'onda d'urto della quarta ondata, Napoli e provincia (come la Campania in generale), tiene in equilibrio la quota dei nuovi ricoveri Covid. In pratica all'aumento del numero delle infezioni giornaliere (mediamente 250 in città di cui il 10-15 per cento sintomatiche) non si registra il netto aumento della occupazione di posti letto come nel resto d'Italia. Un equilibrio che si mantiene abbastanza stabile anche nelle terapie intensive. A oggi sono 29 i posti di rianimazione occupati in Campania, erano 22 una settimana fa, 25 due settimane fa e 20 quattro settimane fa. Di questi la maggioranza sono a Napoli e provincia anche se a fare posto ai nuovi arrivi, in queste aree critiche, sono purtroppo i pazienti deceduti. La letalità tra le persone prive di scudo vaccinale resta piuttosto alta.

Il principale punto di approdo dei nuovi casi resta il Cotugno: qui la rianimazione, 8 posti letto, è satura. I pazienti sono tutti non vaccinati, l'età media è di 64 anni, ma non mancano i 40 e 50enni. In terapia sub intensiva dove si effettuata la ventilazione non invasiva sono 30 i posti occupati su 32. Anche qui l'età media è di 65 anni, 6 le persone vaccinate. Infine in degenza ordinaria si contano 63 ricoverati su 67 posti, il 90 per cento non vaccinati. «Gli arrivi in pronto soccorso sono costanti anche se, nelle ultime due settimane, c'è stato un leggero incremento - spiega la bed manager Cristina Boccia - siamo passati da circa 10 a 12 arrivi ogni 24 ore». Molti no-vax tendono a restare a casa per troppo tempo e il ricovero avviene quando la malattia ha già prodotto danni. La percentuale dei ricoveri sugli arrivi è di circa il 30 per cento. «C'è un piccolo aumento dei ricoveri - conferma il manager Maurizio Di Mauro - sempre per il 90% non vaccinati.

Attraverso il turnover riusciamo ancora a contenere la domanda anche se questa mattina (ier, nda) gli 8 posti di terapia intensiva sono tutti occupati e i 32 di subintensiva praticamente pieni. Gli esuberi li trasferiamo sui territori conservando tutte le altre attività infettivologiche. Si è stabilità una buona collaborazione con gli altri ospedali regionali. L'età media per i più gravi, tutti non vaccinati, è intorno ai 50 anni». È di qualche giorno fa, tuttavia, il decesso di un 32enne di Castellammare, in sovrappeso, non vaccinato ma in buona salute travolto da polmonite destruente deceduto dopo pochi giorni dal ricovero. «È una follia trovare resistenza ai vaccini», conclude Di Mauro. 

Se il Cotugno è il polo di riferimento in città, il Cardarelli quello che assiste più pazienti affetti da altre patologie mediche e chirurgiche, Nel padiglione M ex intramoenia ci sono 12 pazienti in terapia intensiva e 14 in subintensiva per un totale di 26 malati infettivi intercettati negli accessi per altre cause. Nei 39 posti Covid di degenza e sub intensiva disponibili all'Ospedale del mare sono 8 i ricoveri. Tutte persone con più di 65 anni non vaccinate tranne due immunizzate con due dosi (74 e 75 anni) e l'eccezione di una donna di 23 anni non vaccinata che ha avuto necessità del ricovero. Abbastanza tranquilla la situazione anche nei Policlinici: in quello collinare della Federico II non c'è nessun paziente in rianimazione, 7 i pazienti in Malattie infettive più altri 4 in Medicina interna, 3 donne in gravidanza nel centro di riferimento, 8 bambini nell'unità pediatrica. Quattro in tutto i pazienti ricoverati nel Covid center dell'altro Policlinico della Vanvitelli. 

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C'è poi la provincia: a Napoli nord viaggia a pieno carico il Covid center di Pozzuoli con 22 pazienti di cui alcuni in terapia intensiva mentre a Giugliano ieri un solo paziente intercettato in pronto soccorso. Quattro a Ischia di cui il 50 per cento vaccinati. A Napoli 3 sud, nel polo di Boscotrecase, infine ci sono 50 malati, di cui la metà in degenza e l'altro 50 per cento in sub intensiva, 9 su 10 non sono vaccinati. «Da igienista dico che i bassi tassi di ospedalizzazione che si registrano in Campania - conclude il direttore sanitario Gaetano D'Onofro - sono il frutto delle vaccinazioni ma anche dell'uso costante e obbligatorio, anche all'aperto, delle mascherine. Hanno un importante ruolo nel ridurre la carica virale anche nei contagiati». 

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