Covid a Napoli, assalto a hub e farmacie: file record per vaccini e tamponi

Covid a Napoli, assalto a hub e farmacie: file record per vaccini e tamponi
di Melina Chiapparino
Lunedì 3 Gennaio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 18:18
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Corsa al vaccino, di qualunque tipo esso sia. È andata così, ieri, a Napoli che ha registrato un boom di dosi mai visto prima, o meglio, come non si vedeva dai tempi dei primi successi della campagna vaccinale sopraggiunta dopo il lockdown. L'impennata delle somministrazioni non ha riguardato solo la quantità ma, a differenza del passato, sembra non abbia più tanta importanza la tipologia di siero anti Covid inoculata. Praticamente è finita l'egemonia psicologica di Pfizer, percepito come «il più affidabile dei vaccini» e la necessità di sentirsi protetti supera ogni diffidenza a farsi somministrare Moderna che, circa un mese fa, veniva persino disertato dai candidati che avevano concluso il primo ciclo vaccinale con Pfizer. Se aggiungiamo la considerazione che dal 5 gennaio, nel capoluogo partenopeo, arriveranno i rifornimenti della BioNTech, la corsa al vaccino dei napoletani appare ancora più significativa sul fronte della fiducia, indipendentemente dal tipo di siero anti Covid. Mentre in tutte le farmacie aperte ieri in città si sono registrate lunghe file, anche di tre ore, per i tamponi rapidi.

A parlare sono stati i grandi numeri, facilmente intuibili già dalle lunghissime code di persone in fila all'esterno dei due hub cittadini dell'Asl Napoli 1 Centro che non hanno mai interrotto la loro attività. Sia la Mostra d'Oltremare che l'ex Fagianeria del Real Bosco di Capodimonte, sono state prese d'assalto dalla folla che, fino a tarda serata, ha occupato anche i marciapiedi e il piazzale davanti all'ingresso dei centri.

Le persone hanno atteso una media di due ore e mezza prima di entrare nei box vaccinali dove le equipe dei sanitari hanno inoculato prime, seconde e terze dosi dalle 9 fino alle 18. Nel centro vaccinale di Fuorigrotta, che continua a mantenere attivi contemporaneamente 32 box per i vaccini, nella giornata di ieri sono state inoculate quasi 5mila dosi, la maggior parte delle quali booster e sul totale delle somministrazioni, circa un centinaio riguardavano prime dosi. 

La corsa al vaccino ha visto in prima fila i cosiddetti terzisti che dopo aver concluso con la doppia dose il primo ciclo vaccinale, si sono affrettati a ricevere per la terza volta il siero anti Covid. A testimoniare l'impazienza di chi si è voluto assicurare una protezione rafforzata contro il virus, c'è stato il fattore tempo. La maggior parte dei riceventi la dose booster, infatti, non ha aspettato la finestra dei sei mesi a distanza dalla seconda dose, anticipando la somministrazione al quinto mese. «Non ha senso aspettare se il sistema sanitario ci consente di vaccinarci prima e non ha senso neanche fare differenze tra i vari sieri anti Covid» ha raccontato Antonio Cerrone, 57enne napoletano che dopo due dosi di Astrazeneca ha ricevuto ieri Moderna. A quanto pare, per molti pro vax accorsi ieri alla Mostra «la fiducia nel vaccino non è da collegare a una casa di produzione farmaceutica» come ha sottolineato Lyomyca Voloshyna, 52enne di origine ucraina da più di dieci anni residente a Napoli e giunta alla sua dose booster di Moderna.

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Anche tra le fasce anagrafiche più giovani si è registrata un'impennata di somministrazioni «motivate in parte dalle restrizioni sempre più limitanti senza Green pass ma altrettanto motivate dalla paura dei contagi che riguardano, ormai, anche i giovani e giovanissimi» hanno spiegato Marco Aulicino e Antonio Cuccaro, due amici di 26 e 25 anni che ieri hanno deciso di potenziare l'effetto del vaccino con la terza dose «nonostante la lunga fila e un attesa di quasi tre ore». Un'altra platea, seppur limitata, ha riguardato chi si è sottoposto alla seconda dose perché si è convinto solo negli ultimi mesi «dell'efficacia del vaccino» oppure perché aveva contratto il Covid come è accaduto a Pasquale Bruno, 59enne napoletano che non vedeva l'ora di assicurarsi «almeno la conclusione del primo ciclo vaccinale». 

 

Non sono mancati i pentiti dell'ultim'ora che hanno deciso di sottoporsi alla prima dose, arrendendosi all'evidenza della copertura vaccinale ma tra questi c'è stata una piccola percentuale di chi, invece, era indeciso per questioni di salute. «Da quando sono piccola soffro di una patologia particolare sulla quale nessuno mi aveva assicurato la compatibilità con il vaccino» ha raccontato Fabiana Fontanarosa, 39enne napoletana che ha deciso di chiedere direttamente indicazioni alle equipe mediche della Mostra. «Ho avuto rassicurazioni e mi sono fatta coraggio - ha concluso la donna - anche perché ormai ci sono troppi positivi e la mia patologia potrebbe scatenarsi anche con il Covid».

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