Covid a Napoli, vaccini a domicilio e un caffè al dottore: «Finalmente siamo liberi»

Covid a Napoli, vaccini a domicilio e un caffè al dottore: «Finalmente siamo liberi»
di Melina Chiapparino
Martedì 30 Marzo 2021, 23:31 - Ultimo agg. 31 Marzo, 22:14
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«Mi vaccino solo col mio medico di famiglia». Sono stati in tanti a dirlo nel primo giorno della campagna vaccinale a domicilio, cominciata ieri a Napoli tra l’entusiasmo e l’impazienza di chi ha ricevuto il farmaco a casa. Nella maggior parte dei quartieri cittadini, fin dal mattino, i camici bianchi hanno organizzato dei veri e propri tour tra le mura domestiche, somministrando 11 prime dosi di Moderna ad altrettanti pazienti che non potevano spostarsi dalle proprie abitazioni. «Il rapporto di fiducia tra gli assistiti e il loro medico di base, ha invogliato al vaccino anche i più indecisi e reticenti» ha spiegato Luigi Sparano, medico di base e segretario provinciale Fimmg che si è diviso tra il Vomero e il Borgo Sant’Antonio Abate per raggiungere i suoi pazienti ultra 90enni e fragili.

«Non sarei mai andata in un centro vaccinale e non avrei mai fatto niente se non mi avesse convinto il mio dottore» ha raccontato Maria Adamo, 91enne del Vomero che è sempre stata contraria ai vaccini «per la paura di conseguenze e reazioni allergiche».

Quest’anno, a differenza di quelli passati, Maria ha ceduto anche al vaccino antinfluenzale che non aveva mai fatto perchè «la speranza è di vedere figli e parenti senza mascherine e più spesso». La procedura del vaccino, per Maria e gli altri 10 assistiti da Sparano ieri, si è svolta nello stesso identico modo con la preparazione del farmaco, la firma dei fogli del consenso informato e infine un quarto d’ora di osservazione trascorso tra chiacchiere e il caffè, puntualmente offerto dai pazienti. 

«La siringa è un attimo, chiudete gli occhi e abbiamo già finito» ha ripetuto il dottore a chi, subito dopo lo ha ricambiato con un sorriso. «Ora mi sento più sicura» ha detto sollevata Gilda Maggio, 91enne ed ex professoressa di latino e greco che ieri, è stata vaccinata insieme alla sorella Maria Luisa di 93anni. «Con il vaccino combatto la paura che ho avuto durante la pandemia di provare dolore e finire in ospedale» ha raccontato Gilda che adesso può immaginare di ritornare a giocare a Burraco con le amiche. «Non abbiamo aspettato, né fatto file e nessuno ci ha dovuto accompagnare - ha sottolineato Maria Luisa - la vaccinazione in casa, oltre a darci sicurezza, è anche una grande comodità per noi anziani». 

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La catena di appuntamenti che sono cominciati alle 8 del mattino fino al pomeriggio inoltrato, non si sono limitati alla somministrazione del vaccino perché, ogni paziente «ha condiviso la sua esperienza emotiva e, in qualche caso, ha chiesto rassicurazioni anche con la semplice misurazione della pressione» racconta Sparano convinto che «la medicina di prossimità sia una grande risorsa per la campagna vaccinale, soprattutto rivolta ai più fragili». «Non avrei mai fatto il vaccino, perché ho sempre avuto molta paura» ha spiegato Anna De Biase, 75enne cardiopatica e diabetica che ha vinto i timori «grazie alla fiducia nel medico di famiglia che le ha dato sicurezza». «Ormai non esco più di casa e vivo nella paura del contagio ma sapere che il medico vaccinatore mi conosce e sa esattamente le mie patologie, mi ha dato una grande tranquillità» ha aggiunto Anna, residente nel Borgo Sant’Antonio Abate.

Ed è proprio questa sensazione di sicurezza e serenità, ciò che i pazienti hanno provato dopo la siringa, mentre parlavano occhi negli occhi col dottore come accaduto a Giuseppe Boccarossa, 81enne allettato per un ictus e seguito amorevolmente dalla figlia Rita. «Per chi è costretto in un letto, il vaccino a domicilio è l’unica possibilità per diventare immune» ha detto con un sorriso Rita. 

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