Covid a Napoli: via Toledo, centro storico e lungomare presi d'assalto nonostante gli appelli

Covid a Napoli: via Toledo, centro storico e lungomare presi d'assalto nonostante gli appelli
di Antonio Folle
Domenica 8 Novembre 2020, 16:11
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Le durissime polemiche scatenate ieri sui social network a seguito delle immagini che ritraevano le principali strade della movida prese d'assalto da migliaia di napoletani e i reiterati appelli alla moderazione e al senso civico sono caduti ancora una volta nel vuoto. Anche stamattina il lungomare, la centralissima via Toledo e il centro storico della città sono stati presi d'assalto da migliaia di persone desiderose di godersi il tepore di una giornata quasi primaverile.

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Una vera e propria fiumana umana a stento controllata dalle forze dell'ordine. Molti i casi di mascherine abbassate - o del tutto assenti - e di assembramenti. Sul lungomare non sono mancati i "coraggiosi" che hanno deciso di tuffarsi per un ultimo bagno pre-invernale.

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Immagini destinate a scatenare ulteriori polemiche e a spaccare nuovamente la città tra gli "innocentisti" che ribadiscono - per certi versi a ragione - che il semplice uscire in strada allo stato attuale non rappresenta una violazione e chi, invece, sostiene che i napoletani dovrebbero mostrare maggior senso civico ed evitare di accalcarsi in strada nonostante le temperature decisamente alte per il periodo.

Le immagini delle strade e del waterfront di Napoli assaltato da migliaia di persone fanno da contraltare alle immagini di San Gregorio Armeno quasi del tutto deserta. Pochissime le persone che hanno deciso di recarsi nella famosa via dei pastori e ancor meno quelli che hanno acquistato qualcosa. «E' una situazione molto complicata - spiega lo storico artigiano Aldo Vucai - gli incassi sono praticamente vicini allo zero. Da diversi giorni qui arrivano sempre meno persone e non riusciamo a spiegarci perchè dal momento che abbiamo istituito un piano anti assembramenti e sanifichiamo di continuo i nostri locali. Di sicuro - prosegue l'artigiano - se i napoletani continueranno con gli assembramenti il rischio è che diventeremo zona rossa, con tutti i disagi che ne conseguono».

Il rischio paventato dai vertici regionali e dalla stragrande maggioranza dei cittadini, infatti, è proprio di veder "declassata" la Campania dall'attuale zona gialla in zona arancione o, peggio, in zona rossa. Una decisione che, in ogni caso, sembra essere nell'aria a causa del numero di contagi elevato. 

Nonostante la fiumana umana che si è riversata in strada per il consueto "struscio" domenicale, però, la stragrande maggioranza dei negozi di via Toledo o del centro storico sono rimasti inesorabilmente vuoti. «Purtroppo ce lo aspettavamo e lo stiamo denunciando da settimane - afferma Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti - la continua pubblicazione di Dpcm sta spingendo i napoletani a riversarsi in strada quasi come una forma di ribellione alla decisone di chiudere tutto che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni.

Viviamo una crisi insostenibile - continua - che ci ha riportati indietro al volume d'affari del 2008. Ogni commerciante ha perso o perderà a breve una quota di ricavi che abbiamo calcolato sui 10000 euro annui. Questo significa che chi viveva con 15000 euro, il prossimo anno dovrà vivere con 5000 euro. La fotografia delle strade affollate e dei negozi pieni non ha fatto altro che confermare la necessità di intervenire al più presto per sostenere le attività che rischiano di chiudere».

Poco dopo le 10.30, nel corso di un lungo post su Facebook, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha ribadito le motivazioni che lo hanno spinto a decidere di non chiudere il lungomare. Una decisione giustificata dal primo cittadino con l'impossibilità di arginare il flusso di persone che si sarebbe riversato in altre zone della città ma che è invece vista da molti come una semplice volontà di non assumersi la responsabilità di una decisione impopolare e di lasciare il "cerino" a Regione e Governo. Tantissimi i commenti negativi dei napoletani conditi dagli ormai consueti - anche se certamente deprecabili - insulti rivolti al primo cittadino.

«In piena emergenza Covid - l'ira del presidente della commissione Trasporti del Comune di Napoli Nino Simeone - lasciare aperte le aree pedonali come il lungomare Caracciolo, via Toledo, via Chiaia, via Luca Giordano, via Scarlatti o piazza Bellini è un gesto sconsiderato ai limiti della strafottenza. Stamattina per l'ennesima volta il sindaco ha usato i social per dare spiegazioni ai cittadini per questa non scelta, ma non ha ancora capito che queste spiegazioni un sindaco le deve dare nel Consiglio Comunale e non sui canali televisivi o sui social. Come uomo delle istituzioni - ribadisce Simeone - non voglio e non posso credere che sia stato l'ennesimo dispettuccio fatto al presidente De Luca che aveva chiesto ai sindaci di chiudere le aree pedonali cittadine. Sarebbe veramente gravissimo. In ogni caso - conclude - il sindaco sappia che lo aspettiamo in Consiglio e chiederemo conto delle decisioni da lui assunte». 

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