Protocollo anti Covid e classi pollaio, i dubbi sul ritorno a scuola in Campania

Protocollo anti Covid e classi pollaio, i dubbi sul ritorno a scuola in Campania
di Mariagiovanna Capone
Sabato 14 Agosto 2021, 23:00 - Ultimo agg. 15 Agosto, 17:29
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Pur suscitando notevoli polemiche, l’accordo sul Protocollo sicurezza delle scuole in vista dell’avvio del nuovo anno è stato siglato tra alcune organizzazioni sindacali e i tecnici del Ministero dell’Istruzione. Tamponi gratuiti per il corpo docente (soggetti fragili, però, preciserà nel pomeriggio il ministro Bianchi, per mettere la toppa sul buco), corsia preferenziale per i vaccini del personale scolastico e le misure per evitare le classi pollaio. La Campania è sostanzialmente interessata a uno dei tre punti, visto che è tra le Regioni con il 100 per cento del personale scolastico vaccinato, ma ha comunque dibattuto, in particolare sui social, riguardo lo scontro sui tamponi gratuiti agli insegnanti non vaccinati pagati dalle scuole. Ciò che lascia perplessi sia docenti sia dirigenti sono le misure per evitare le classi pollaio, una piaga per il Sud spesso collegata a edilizia scolastica vetusta e inadeguata, poiché nel testo se ne parla in maniera superficiale mentre avrebbero voluto maggiore chiarezza.


«La scuola parte tra un mese in Campania e il Ministero parla di risorse per le classi numerose, con docenti e personale Ata da acquisire non si sa bene quando, ma non chiarisce dove potremmo allocare queste ulteriori classi, visto che aule per favorire il distanziamento interpersonale non le abbiamo» chiosa una dirigente. Dalla lettura del protocollo si legge che «il ministero si impegna ad attivare immediatamente, per l’anno scolastico 2021/2022, un piano sperimentale di intervento sulle istituzioni scolastiche che presentino classi particolarmente numerose mediante lo stanziamento di apposite risorse che consentano di porre in essere azioni mirate e specifiche (più docenti, più Ata, attenzione agli aspetti logistici e all’ampliamento dell’offerta formativa...) anche al fine di favorire il distanziamento interpersonale». Inoltre, è impegnato per un «intervento piu organico, gia programmato, che viene realizzato con le risorse del PNRR 21 finalizzato al miglioramento dei parametri relativi al dimensionamento scolastico e alla numerosita degli allievi per classe» e dopo la riforma che definirà le nuove norme del dimensionamento, «si impegna a valutare le richieste di personale aggiuntivo delle istituzioni scolastiche, anche in riferimento all’organico di fatto, tenendo conto della presenza di condizioni strutturali e logistiche complesse». Una risposta definita da più fronti dirigenziali «debole e di facciata, perché il tempo a disposizione prima dell’avvio del nuovo anno scolastico è davvero pochissimo». Anche l’assessore regionale Lucia Fortini è piuttosto perplessa dall’indicazione del protocollo sulle classi pollaio. «Che ci siano le risorse, il ministro Bianchi ce lo aveva anticipato all’ultima riunione e di questo tutte le regioni sono soddisfatte.

Tuttavia non si capisce cosa si farà in dettaglio, e soprattutto con il poco tempo a disposizione. Temo che la visione d’insieme sia a scapito di un contesto tipicamente meridionale, con un’edilizia scolastica in strutture antiche, prive di spazi. Tantissimi dirigenti hanno dovuto sacrificare segreterie, presidenza e sala riunioni per adibirle ad aule per via del distanziamento, che nel nuovo protocollo resta identico. Quindi, l’interesse del MI a dire no alle classi pollaio c’è ma vorremmo capire come e quando».

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Riguardo i tamponi per i non vaccinati da far pagare dall’istituzione scolastica, che incontra il no deciso dei dirigenti campani, anche l’assessore Fortini si allinea al malcontento. «Non sono favorevole alla vaccinazione obbligatoria, ma proprio per via della libertà di scelta di ognuno ci deve essere la responsabilità da parte di chi sceglie di non vaccinarsi. Non trovo giusto – insiste Fortini – che lo Stato si debba accollare il costo dei tamponi, è una scelta che non mi convince». Dopo qualche ora, il ministro Bianchi è costretto a precisare che i tamponi saranno a carico della scuola solo per i docenti fragili. «Questa però è la base di una convivenza civile: se un docente non può vaccinarsi per motivi di salute è giusto sostenerlo economicamente, ma è altrettanto giusto sostenere qualsiasi dipendente pubblico con lo stesso aiuto» precisa l’assessore regionale.
 

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