Covid a Napoli, ospedali sotto pressione: «Stiamo rivedendo il film di due anni fa»

Cotugno
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Venerdì 7 Gennaio 2022, 17:34 - Ultimo agg. 8 Gennaio, 09:37
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Continua lo stato di allerta del personale sanitario, per la crescente pressione che gli ospedali stanno sopportando a causa dei continui arrivi di malati di Covid. «Attenzione, io non ho detto che oggi siamo nella situazione di dover scegliere chi curare e chi no, ma ho detto che non vorremmo essere costretti un domani ad arrivare a questo punto e che dunque potrebbe essere solo una prospettiva e che bisogna correre ai ripari ora». Così il presidente dell'ordine dei medici di Napoli e provincia, Bruno Zuccarelli, all'Ansa in merito al suo allarme lanciato ieri rispetto all'eventualità di dover ricorrere da parte del personale medico al codice nero e in risposta ad alcuni dirigenti medici dell'ospedale Cotugno che oggi si sono espressi su questo tema.

«Ieri c'erano le file di ambulanze e i numeri stanno salendo vertiginosamente - sottolinea Zuccarelli - credo che sia necessario intervenire ricorrendo alla vaccinazione obbligatoria e alla sanificazione degli ambienti che rappresentano l'unico presidio che ci può consentire di continuare a fare una vita quasi completamente normale e ovviamente è necessario continuare a mantenere le precauzioni per non rinunciare alla socialità e per non chiudere nulla.

Ritengo - conclude - che bisogna evitare di abbracciarsi e di baciarsi perché sono comportamenti assolutamente rischiosi».

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«Stiamo rivedendo il film di due anni fa e la pressione su di noi è costante». Lo dice invece ai giornalisti Rosario Sollazzo, coordinatore dell'area malattie infettive degli infermieri dell'ospedale Cotugno di Napoli. «La situazione è arrivata a livelli critici la notte scorsa - aggiunge - quando non c'erano solo ambulanze in attesa con pazienti a bordo, ma anche auto con contagiati in attesa di cure». In mattinata la situazione è migliorata, ma Sollazzo mette in guardia su quanto potrà accadere nelle ore notturne. «È dal pomeriggio-sera che l'afflusso aumenta, così come nei giorni festivi. La sera del 31 dicembre ce la siamo vista brutta».

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«L'assistenza infermieristica negli ospedali napoletani è fortemente a rischio. Non perché manchino i posti letto. Ma perché fra poco, con l'impennata di casi e di ricoveri che ogni giorno aumenta, non ci sarà personale infermieristico sufficiente per la presa in carico degli ammalati». È la denuncia-appello lanciata oggi dalla presidente dell'ordine degli infermieri di Napoli, Teresa Rea, dopo aver ascoltato i report continui e allarmati che provengono dagli ospedali e le previsioni sull'ondata di ospedalizzazione attesa per le prossime settimane.

«Ogni giorno nei reparti di tutti gli ospedali cittadini, anche pediatrici, manca all'appello circa il 20% dei colleghi, sia perché contagiati covid, sia perché in stretta sorveglianza per contatti con congiunto. Una carenza aggiuntiva che si somma a quella storica che fa di Napoli e la Campania il fanalino di coda d'Europa. I colleghi che mi riportano questi dati - precisa Rea - sono preoccupati e sono allo stremo delle forze. Stanno raddoppiando e triplicando i turni di lavoro e saltando i turni di riposo. A ciascun infermiere in corsia tocca coprire il lavoro di quelli assenti. Di questo passo, e le previsioni degli epidemiologi fanno temere il peggio nelle prossime settimane, presto non ci saranno in reparto infermieri sufficienti per assistere gli ammalati».

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«Chiediamo allora alle autorità - è l'appello della Rea - di accelerare le pratiche per immettere urgentemente in reparto e sul territorio quanti più infermieri è possibile. Il governatore De Luca ha annunciato per il 2022 tremila nuove assunzioni. Bene, si faccia presto allora. Lo si faccia ora, prima che negli ospedali si alzi bandiera bianca o si scelga chi assistere». «Al governo - dice la presidente opi Napoli - che con la legge di bilancio si è già rimangiato quanto promesso - indennità di specificità interimistica e incremento del numero di docenti-infermieri nelle università - chiediamo di intervenire con provvedimenti autorevoli e urgenti per arginare la diffusione dei contagi. A questo ritmo e senza nuove risorse umane, si rischia infatti di vedere sospesa di fatto l'assistenza infermieristica negli ospedali e sul territorio».

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