Covid, l’Aremogna «via di fuga» dalla stretta in Campania

Covid, l’Aremogna «via di fuga» dalla stretta in Campania
di Lorenzo Calò
Giovedì 23 Dicembre 2021, 23:30 - Ultimo agg. 25 Dicembre, 11:11
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Napoletani stressati dalle restrizioni imposte dalla Regione e privati del piacere di mangiare una pizzetta in strada perché «è da cafoni» (De Luca dixit) e potenzialmente pericoloso? Campani impauriti dall’ascesa dei contagi e costretti a disdire prenotazioni al ristorante o in B&B? La via di fuga è verso l’Abruzzo, tradizionale meta turistica amata dai partenopei e sede di centinaia di seconde case tra i suggestivi paesaggi di Roccaraso, Rivisondoli, Scanno, Pescasseroli ma anche «buen retiro» ormai gettonatissimo pure sulla costa da Vasto a Pineto, da Montesilvano a Francavilla al mare.

«Qui è tutto aperto - rassicura Francesco Di Donato, sindaco di Roccaraso - i nostri parametri sono da zona bianca e abbiamo lavorato sodo per garantire il massimo dell’ospitalità assicurando gli standard di sicurezza.

Ci saranno controlli rigorosi nei locali e agli impianti di risalita. C’è tanta voglia di montagna, di trascorrere queste festività in tutta serenità». Lo scenario è confermato da Iat-Abruzzo turismo, l’agenzia regionale che si occupa di implementare l’offerta, i servizi e l’ospitalità: non sono previsti eventi pubblici di massa all’aperto - chiariscono - per motivi di sicurezza e cautela, noi ci atteniamo alle disposizioni nazionali senza prevedere ulteriori restrizioni.

A Roccaraso, per esempio, solo per l’inaugurazione della nuova stagione avvenuta lo scorso 2 dicembre, sono state oltre 300 le persone che hanno sfidato il vento gelido per assistere alla riapertura degli impianti sciistici Aremogna. Da allora, le oltre trenta strutture ricettive del comprensorio, tra hotel e B&B, hanno cominciato a lavorare a pieno ritmo. E anche ieri, durante il briefing con i colleghi presidenti di Regione, il governatore Marco Marsilio ha mantenuto la linea della prudenza «ma senza fare terrorismo». Solo qualche ora prima, viceversa, la governatrice dell’Umbria Donatella Tesei aveva ordinato l’obbligo della mascherina anche all’aperto fino al prossimo 9 gennaio. Insomma, seconde case e paesaggi innevati a parte, anche dal punto di vista della ricettività alberghiera il settore guarda ai prossimi giorni con un certo ottimismo. Non c’è proprio il tutto esaurito ma non sono neppure arrivate disdette né per Natale né per Capodanno. «E questo un po’ ci conforta - dice Nicola Scolamacchia, vice presidente vicario di Assohotel-Confesercenti - visti i dati un po’ deludenti del ponte dell’Immacolata: un ponte lungo ma abbiamo avuto meno prenotazioni di quelle che ci si aspettava al di sotto del 30-40% rispetto al periodo del 1 novembre, che era andato molto bene e dove abbiamo avuto quasi il sold out». 

L’invito è rivolto essenzialmente a flussi turistici del centro-sud con la tradizionale, massiccia presenza di arrivi dalla Campania cui anche altri settori dell’economia regionale guardano fiduciosi sperando di incrementare i profitti dell’indotto. Secondo le stime di Confartigianato, infatti, a dicembre il volume/valore di prodotti tipici abruzzesi sarà di 473 milioni di cui 325 milioni solo per alimentari e bevande. 

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Ma anche in Abruzzo più di qualche elemento di criticità c’è. Sono oltre 60 i casi di variante Omicron già rintracciati nel territorio regionale: la maggior parte riguarda la provincia di Chieti ma c’è anche una quota relativa al Pescarese mentre resta altamente dominante la variante Delta in particolare nel Teramano. Ieri in Abruzzo sono stati registrati 662 nuovi casi di infezione, attualmente il numero dei contagiati è pari a 7763, 15 persone ricoverate in terapia intensiva e 130 nei reparti Covid. I morti dall’inizio dell’epidemia sono 2626. Alla luce degli ultimi dati il tasso di occupazione dei posti letto è sceso all’8 per cento per le terapie intensive mentre è salito al 10 per cento per l’area non critica, a fronte di soglie da «zona gialla» rispettivamente del 10 e del 15 per cento.

«Non posso dire che siamo un’isola felice perché non siamo un’isola - ha osservato ancora Di Donato - ma proviamo a guardare avanti». Va a rilento invece la campagna vaccinale: le terze dosi sono ferme a 355mila inoculazioni, il 18,4 per cento della popolazione residente non è vaccinato mentre le immunizzazioni con due dosi sono poco oltre il milione di residenti. Insomma, in Abruzzo tentano di esorcizzare il terrore del Covid. Fa quasi più paura l’indomito orso Juan Carrito: era stato catturato e rispedito sulla Marsica. Ma sembra sia tornato. 

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