Covid in Campania, ecco perché chiudono le scuole: uno stillicidio di positivi e stop a ripetizione

Covid in Campania, ecco perché chiudono le scuole: uno stillicidio di positivi e stop a ripetizione
di Mariagiovanna Capone
Venerdì 26 Febbraio 2021, 23:33 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 14:06
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A gennaio il sentore che il piano del governo per il rientro in aula delle superiori non avrebbe funzionato lo avevano avvertito tutti. A cominciare dagli studenti, che attraverso manifestazioni pubbliche avevano urlato a gran voce per «una scuola sicura», ai docenti che in massa avevano sottoscritto lettere di no alla didattica in presenza all’allora ministro Azzolina. La Regione Campania aveva in mente un rientro graduale, con infanzia e prime due classi della primaria per iniziari e via via da aggiungere classi e ordini scolastici con un occhio sempre puntato sui contagi e l’Unità di crisi pronta a segnalare picchi preoccupanti. La macchina organizzativa però è andata avanti diversamente con uno strappo deciso per via del ricorso al Tar vinto dai genitori No Dad, sostenuti dal team di avvocati di Pillole di Ottimismo (pagina social di un gruppo di docenti e ricercatori italiani), dal coordinamento Scuole Aperte Campania e da 63 pediatri, psichiatri infantili e psicologi campani.

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Con gli assembramenti agli ingressi delle secondarie di primo grado di Napoli e provincia del 25 gennaio, arrivarono puntuali i contagi, con qualche scuola, come la Poerio a Chiaia, costretta a chiudere il plesso due volte a distanza di pochi giorni per eseguire una sanificazione più approfondita, dopo vari casi in classi diverse. Come i tasselli di un domino, sono iniziate a cadere una dopo l’altra le certezze che aprire tutte le scuole insieme fosse la scelta giusta, e così ecco scoppiare il focolaio al plesso Zanfagna a Fuorigrotta con 18 alunni di una primaria tutti positivi. Ovunque in città si sono registrati positivi, con i genitori no Dad pronti a non demonizzare la scuola parlando di percentuali irrisorie rispetto al numero totale di studenti campani, senza contare i problemi di gestione poiché per ogni positivo la sua classe e i docenti devono andare in quarantena fiduciaria, quindi Dad per tutti. I contagi nelle scuole napoletane hanno mostrato dei picchi iniziali, poi si sono stabilizzati sul 30% (in rapporto ai positivi del periodo precedente), ma dal primo febbraio l’aumento è cresciuto oggi fino al 45% tra i bambini di infanzia e primaria e ben del 52% in quelli della secondaria di primo grado (l’ordine scolastico maggiormente esposto) mentre per gli studenti delle superiori (che vanno in presenza al 50% e sono quindi meno esposti statisticamente) si registra un 28% di crescita dei casi. A preoccupare maggiormente però è stato quel tasso di crescita del 55% dei docenti delle scuole medie dall’inizio del mese cui sommare le assenze per sintomi post vaccino che ha letteramente mandato in tilt molte scuole, costrette in questi giorni a fornire la didattica a distanza per tutti.

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Contemporaneamente ai casi del capoluogo della Campania c’è stata la bolla nell’Asl Napoli 3 che si è rivelata un punto caldo del Covid-19 e ha messo in crisi il sistema sanitario per l’elevato numero di positivi nelle scuole e dove si conta anche il decesso di una insegnante, Fortuna Longo.

L’area vesuviana registra un numero notevole di casi di Covid e molti sindaci iniziano a chiudere le scuole con ordinanze ad hoc. Gli seguono a ruota molti comuni dell’area Nord, come Marano e Villaricca i cui sindaci avevano firmato per uno stop alla didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado fino al 27 febbraio, ma costretti a riaprire dai giudici del Tribunale amministrativo dopo i ricorsi dei genitori. Chiudono nella prima metà di febbraio per gli alert segnalati dall’Unità di crisi le scuole di Calvizzano, Giugliano, Sorrento, Poggiomarino, Somma Vesuviana, San Giuseppe Vesuviano, San Gennaro Vesuviano, Terzigno, Torre Annunziata, Castellamare, Massa Lubrense. Molte le nuove ordinanze nelle ultime ore. La variante inglese arriva a San Giorgio a Cremano, il sindaco Giorgio Zinno è preoccupato di una possibile diffusione e in via precauzionale dispone la chiusura dell’istituto comprensivo Don Milani e del plesso Marconi. 

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Ad Ercolano, il sindaco Ciro Buonajuto ha sospeso fino al 2 marzo la didattica in presenza nell’Istituto Tilgher e fino al 3 marzo la scuola media Iaccarino. Il sindaco di Sant’Anastasia, Carmine Esposito, va oltre e sospende la didattica in presenza in tutte le scuole fino al 10 marzo mentre il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, per lo stesso periodo solo l’istituto professionale Virtuoso. In Campania c’è comunque un panorama frammentato e in continua evoluzione, con aree a zero Covid e altre dove invece i contagi aumentano giorno dopo giorno. Le scuole tornano così a far paura per l’impennata di casi e i focolai sparsi, proprio come a inizio ottobre quando il presidente De Luca decise la chiusura per una situazione epidemiologica allarmante. Quattro mesi e mezzo dopo, ecco la stessa trama di un film già visto, come i ricorsi al Tar dei comitati No Dad pronti a partire non appena gli avvocati avranno tra le mani l’ordinanza del presidente della Regione Campania.

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