Tamponi e Covid center in Campania, indagati Coscioni e Giulivo

Tamponi e Covid center in Campania, indagati Coscioni e Giulivo
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 18 Febbraio 2021, 23:57 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 14:08
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Una possibile svolta nel corso dell’inchiesta a carico di esponenti di vertice della cabina di regìa che si occupa della crisi pandemica per conto della regione Campania. In questi giorni, sono stati notificati alcuni avvisi di proroga delle indagini a carico, tra gli altri, di soggetti del calibro di Enrico Coscioni e di Italo Giulivo, da tempo - e ora più che mai - vicinissimi al presidente della regione Campania Vincenzo De Luca. Sono accusati di turbativa d’asta, nell’ambito di una vicenda investigativa che prende le mosse lo scorso aprile, nel pieno del primo lockdown in Campania. Tecnicamente si tratta di un avviso di proroga delle indagini, in una vicenda ancora in corso, che punta a verificare alcuni aspetti legati alla spesa messa in campo dalla Regione per fare fronte a due questioni decisive per il contrasto al coronavirus: la necessità di licenziare un numero elevato di tamponi, per sondare trend e circolazione del virus nei primi mesi di pandemia; ma anche di allestire ospedali modulari per garantire posti letto ai positivi, anche per decongestionare le corsie degli altri nosocomi.

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Ma proviamo a mettere a fuoco anche le posizioni degli altri indagati: stando a quanto emerge dalla notifica degli avvisi di proroga, spuntano i nomi di amministratori ed esponenti dei punti chiave delle unità anticrisi sanitaria. In sintesi, Coscioni è indagato assieme a Antonio Limone, presidente dell’istituto zooprofilattico di Portici; Corrado Cuccurullo (esponente di vertice di Soresa); Antonio Fico, manager della Ames (centro privato di Casalnuovo, che in una primissima fase ha ospitato quelli dello zooprofilattico). 

Una vicenda esplosa nel pieno della prima fase di crisi, anche sulla scorta di una sorta di “finestra” aperta nel campo degli appalti: era il sei aprile scorso, quando venne definita una gara da 750mila euro tra l’istituto zooprofilattico e la Ames, al termine di una procedura che risaliva a diversi mesi prima. Una definizione che cadeva proprio nei giorni in cui Ames ospitava lo zooprofilattico per la storia dei tamponi, nei giorni in cui veniva bandita anche una gara per la realizzazione dei tamponi (allarmando le associazioni di categoria su un presunto e non dimostrato vestito cucito addosso a quelli della Ames). Verifiche in corso. Ma c’è anche un altro capitolo di questa vicenda, al termine del promo giro di boa investigativo condotto dai pm Antonello Ardituro, Maria Di Mauro, Simone De Roxas, Henry John Woodcock, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio: è il caso della realizzazione degli ospedali modulari a Ponticelli, ma anche a Salerno e a Caserta. 

È il caso che vede coinvolta, tra gli altri, Roberta Santaniello, dirigente dell’ufficio gabinetto della giunta regionale, raggiunta da un decreto di perquisizione lo scorso agosto, in uno scenario investigativo ancora tutto da definire. Difesa dall’avvocato Raffaele Bizzarro, la dirigente Santaniello ha sempre rivendicato la correttezza della propria condotta, dicendosi pronta a dimostrare l’estraneità rispetto alle accuse. Stessa determinazione da parte degli altri soggetti indagati. Fatto sta che il nome di Roberta Santaniello è accanto a quello di Italo Giulivo, ma anche di un imprenditore salernitano Francesco Guariglia e un manager di Pomigliano d’Arco Antonio Goedlin. E non è finita. C’è volontà da parte della Procura di continuare ad indagare anche nei confronti del consigliere regionale Luca Cascone, dei fratelli Alberto e Enrico Venturato (difesi dall’avvocato Alfredo Sorge), entrambi manager della Amed di Padova, che hanno venduto per alcuni milioni di euro le strutture modulari finite a Ponticelli (ospedale del mare), ma anche a Caserta e a Salerno. 

Verifiche in corso, tamponi, test clinici e ospedali da campo nel mirino della Perocira di Napoli, anche sulla scorta dei documenti acquisiti la scorsa estate al termine di un blitz messo a segno dai carabinieri del comando provinciale di Napoli.

Tocca ora alla Procura di Napoli provare a tirare le somme sui due filoni principali delle indagini in era covid. 

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