Covid in Campania, malati più giovani: l'età è abbassata di quindici anni

Covid in Campania, malati più giovani: l'età è abbassata di quindici anni
di Ettore Mautone
Mercoledì 31 Marzo 2021, 23:40 - Ultimo agg. 1 Aprile, 13:05
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Sessanta anni in terapia intensiva, meno di cinquanta negli altri reparti, tra i 35 e i 45 nel gruppone di quasi 100 mila attualmente positivi (di cui il 40 per cento sintomatici e che sono seguiti a casa dai medici del territorio). È questa, attualmente, con piccole oscillazioni tra una provincia e l’altra, la media della fascia di età dei malati che occupano le corsie dei Covid center della Campania. Circa dieci anni in meno rispetto a quanto si è osservato finora, senza che questo arretramento di anni abbia inciso sui tassi di letalità che, anzi, nelle ultime due settimane sono peggiorati di almeno il 20 per cento rispetto a un andamento che, dall’inizio della pandemia, ha reso la Campania un caso nazionale quanto a basso numero di ospedalizzati e di morti in rapporto alla massa dei positivi al Coronavirus. Un vantaggio che si è assottigliato, forse, per la massiccia circolazione della variante inglese. 

Un fenomeno confermato dal manager del Cotugno e che si riscontra praticamente ovunque in Campania. Al Cardarelli ieri c’erano i soliti 147 pazienti (26 in Obi, 13 in Rianimazione, 108 tra semintensiva e degenza ordinaria) che saturano la ricettività del reparti.

L’età media? È di 55 anni, almeno 15 o 20 in meno rispetto a novembre. Al Loreto nei 20 letti di sub intensiva l’età dei malati oscilla dai 31 ai 91 anni. Un range un po’ più alto nei reparti a minore intensità di cura (43-98).

Scenario molto simile all’Ospedale del mare. Qui ci sarebbe da registrare, per motivi allo stato non noti, l’addio al presidio da parte del primario di Rianimazione Pio Zannetti. Il sovraccarico delle cure nei reparti Covid si registra anche nel Policlinico Vanvitelli: su 87 posti attivi sono 80 quelli occupati e l’età media dei ricoverati è anche qui di 55 anni. Si registrano pochi, ma ci sono, casi di malati con meno di 30 anni. Qui nei locali dell’Edificio 3 di Cappella Cangiani, è stato allestito il Centro Vax, dove personale deputato alle vaccinazioni accoglie i pazienti fragili (diabete, malattie autoimmuni e immunodeficienze primitive, scompenso cardiaco, oncoematologici, pazienti con disabilità, fibrosi cistica e trapiantati) già in cura presso le strutture del Policlinico. Sono 11 su 60 posti liberi nei reparti Covid di Medicina e di Malattie infettive del Policlinico Federico II di via Pansini a segnare un leggero calo della pressione rispetto a 10 giorni fa, lo stesso nei reparti intensivi. L’età media è di 50 anni ma non mancano casi anche severi in età più giovanili come una guardia giurata di 38 anni curato per molti giorni in Rianimazione. 

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Passiamo alla Asl Napoli 2 nord: a Pozzuoli il paziente più giovane ha 45 anni mentre l’età media dei ricoverati, come nel resto della regione, è di 55 anni. A Frattamaggiore in semintensiva sono assistiti 21 pazienti che in media hanno 65 anni, il più giovane ne ha però 20 di meno. Un po’ più impegnativo lo scenario per età, complessità e livello di saturazione dei posti letto nella Asl Napoli 3 sud dove si colloca l’epicentro di questa terza ondata. Ad Avellino, nei presidi della Asl, in terapia Intensiva il più giovane ha 64 anni e la media è di 69 anni mentre nelle aree Covid sub intensive 46 anni il più giovane e la media è di 52 anni. Si sale di qualche anno nell’unità di Medicina. Grosso modo simile lo scenario al Moscati di Avellino dove si registra un aumento dei decessi ma in età superiori ai 60 anni ma c’è un costante aumento del tasso di occupazione dei ricoverati: 94 pazienti attualmente di cui 10 in terapia intensiva, 38 nelle aree verde e gialla del Covid Hospital, 9 nell’Unità operativa di Medicina d’Urgenza, 14 nell’Unità operativa di Malattie Infettive, 9 nell’Unità operativa di Geriatria e 14 nel plesso ospedaliero di Solofra.

A Benevento infine, su 106 posti letto il 40 per cento in intensiva e il 70 per cento nelle altre unità sono occupati con la completa saturazione delle unità sub intensive: elaborando i dati sulla stratificazione dei casi per età emerge che complessivamente la quota media dei malati ha 65 anni (64 in intensiva e sub intensiva, 66 nei reparti di degenza). Complessivamente in Campania, in una situazione ancora molto difficile, si conferma la tendenza a una riduzione dell’intensita della diffusione del virus: benchè si siano registrati altri 2.016 casi, la media quotidiana, ruispetto alla settimana precedente è in diminuzone, così come si è ridotto a 93mila crica il numero dei positivi totali (ricoverati e in isolamento domicialiare), con una flessione in dieci giorni di ben settemila unità. L’andamento dei decessi - che rispetto alle tendenze dell’infezione - segue un corso diverso ha registrato ieri una flessione a 34 morti (erano 64 martedì). L’indice t si è così assestato a 0,95. I vaccini? Martedì sono salite a circa 22 mila le dosi somministrate per un totale di 841.562. Completamente vaccinato il 4,3 per cento della popolazione.

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