Campania, gli ospedali verso il ritorno alla normalità: «Va ripristinata l'assistenza sanitaria piena»

Campania, gli ospedali verso il ritorno alla normalità: «Va ripristinata l'assistenza sanitaria piena»
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 26 Maggio 2021, 19:42 - Ultimo agg. 21:09
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Non c’è una dettagliata programmazione centrale. L’unità di crisi della Regione Campania ha per ora inviato solo una nota ai manager delle Asl e delle aziende ospedaliere, invitandoli a predisporre il ritorno alla normalità dopo l’emergenza Covid. Lo spiega Antonio Postiglione, che nell’Unità di crisi segue l’organizzazione ospedaliera: «Abbiamo scritto spiegando che, con i dati dei contagi in diminuzione, va iniziata la pianificazione per ripristinare i servizi e l’assistenza sanitaria piena, eliminando con gradualità le strutture predisposte per l’emergenza pandemia». Ogni Asl, ogni azienda ospedaliera lavora in autonomia per studiare modi e tempi della riapertura di divisioni e ambulatori.

NAPOLI
La priorità è la riapertura del Pronto soccorso all’ospedale napoletano San Giovanni Bosco, che era stato convertito a struttura Covid. Il manager della Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, pensa alla riapertura entro luglio. Sono partite le operazioni di sanificazione. In un anno, ben centomila sono state le assistenze negate ai Pronto soccorso del San Giovanni Bosco e del Loreto mare, che resta ospedale Covid ancora per l’estate. Dice il medico infettivologo Franco Faella, che era stato chiamato a dirigere la struttura Covid del Loreto mare: «Lo smantellamento non può avvenire di colpo, ma deve essere graduale sia al Loreto sia all’Ospedale del mare. Con la chiusura del Pronto soccorso del Loreto e del San Giovanni Bosco tutto il peso cittadino dell’urgenza non Covid si è catapultato sul Cardarelli». E proprio l’ospedale Cardarelli, il più grande della regione, sta predisponendo il ripristino di tutte le attività nelle divisioni, salutato con favore dai dirigenti medici. Spiega Maurizio De Palma, direttore del dipartimento chirurgico generale e specialistico: «Quattro divisioni erano state dedicate ai malati Covid, da noi diminuiti da una media di 150 ricoveri agli attuali 60. Eseguiamo una media di 1800 interventi chirurgici all’anno, che potranno riprendere a pieno regime dalla prossima settimana. Quest’anno, abbiamo cercato di assicurare le urgenze, ma le cinque sale operatorie funzionavano di meno per problemi di personale. Gli anestesisti, ad esempio, dovevano dare la priorità al lavoro nelle terapie intensive». Al Cardarelli riprendono le prenotazioni per gli interventi. Solo il dottore De Palma ha una lista d’attesa di 800 pazienti da operare. Ritorna alle sue funzioni pre-Covid il reparto di week-surgery diretto dal dottore Eugenio Gragnano. Resta ancora un presidio Covid nelle palazzine della nuova ortopedia. Una ventina di infermieri, trasferiti a tempo nei reparti Covid, potrà tornare nelle divisioni di appartenenza. Conferma il graduale ritorno alla normalità anche il dottore Vincenzo De Angelis, che lavora alla divisione di oculistica.

Spiega: «Sono riprese da una settimana le prenotazioni per gli interventi di cataratta e maculopatia, su cui eseguivamo una quindicina di operazionii al giorno. Il reparto di oculistica è stato restituito alla sua funzione. Anche i pazienti riprendono fiducia, negli ambulatori si rivede gente, accolta con tutte le precauzioni».

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AVELLINO
L’ospedale Moscati è stato dichiarato «covid free». Riattivati i reparti di geriatria e pneumologia. La palazzina distaccata, la ex Alpi, resta l’unico presidio per gli ammalati Covid. Dice il dottore Cesare Gridelli, direttore del reparto di oncologia: «C’è una graduale ripresa. Noi non abbiamo mai smesso la nostra attività sulle chemioterapie. Il rallentamento, dovuto ai timori dei pazienti, si è avuto per le visite e gli accertamenti preventivi. Abbiamo cercato di ovviare via web l’attività ambulatoriale. In tutt’Italia ci sono stati due milioni in meno di esami screening e questo si ripercuoterà nel medio periodo sulla mortalità tumorale». Resta il presidio Covid all’ospedale Landolfi di Solofra e al Frangipane di Ariano. Il ritorno alla normalità avrà tempi graduali ed è avviato.

SALERNO E CASERTA
«Abbiamo ancora un paio di reparti riservati all’ospedale da Procida per i pazienti Covid, che prima erano dislocati anche al Ruggi - spiega Alfonso Masullo, primario infettivologo al Ruggi D’Aragona - Eravamo arrivati anche a 160 posti letto occupati, per fortuna ora sono molti di meno». Riapre la rianimazione e la chirurgia all’ospedale di Cava dei Tirreni, sono avviati al ripristino di tutte le attività gli ospedali di Vallo e Polla, mentre resta un piccolo presidio Covid a Scafati con l’ospedale di Nocera verso la riapertura totale dell'assistenza pre-Covid. In provincia di Caserta, resta il presidio Covid di Maddaloni, ma si va verso il ritorno alla normalità all’ospedale Civile di Caserta e a Santa Maria Capua Vetere. Lo ha confermato il manager della Asl, Ferdinando Russo: «Ci sono una settantina di posti letto Covid ancora a Caserta, ma pochi sono occupati. Rispettiamo le indicazioni sulla gradualità del ritorno all’assistenza pre-Covid». Il ritorno viene programmato, tenendo conto di possibili nuove emergenze. Nel medio periodo, il Cotugno tornerà a vigilare sui pazienti Covid a Napoli, un presidio resterà al Da Procida di Salerno e a Maddaloni in provincia di Caserta, mentre la palazzina ex Alpi del Moscati Covid free sarà tenuta per eventuali allarmi. Facendo scongiuri.

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