Covid in Campania, a scuola o in Dad: si spacca sul web il fronte dei genitori

Covid in Campania, a scuola o in Dad: si spacca sul web il fronte dei genitori
di Maria Pirro
Martedì 17 Novembre 2020, 23:30 - Ultimo agg. 18 Novembre, 11:11
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Cento riescono a prendere la linea. Ma il centralino va subito in tilt. Troppe le telefonate al numero verde istituito in Campania per prenotare il test antigenico rapido, che è «gratuito», «volontario», ma «riservato esclusivamente agli alunni fino a 6 anni, ai genitori e conviventi ed eventuali altri figli, oltre che al personale scolastico docente e non docente», in vista della ripresa delle lezioni in presenza fissata per martedì prossimo (salvo rivalutazioni). Lo precisa in una nota la Regione, aggiungendo che non si tratta di «tamponi molecolari». E lo fa con l’obiettivo di limitare le chiamate («Anche da parte di anziani, molte inappropriate») dopo il boom del primo giorno, e ridurre pure i tempi di ciascuna («Cinque minuti almeno, per spiegare») in modo da velocizzare la registrazione nella piattaforma. 

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Dalle 7,30 di questa mattina, il call center dovrebbe funzionare a regime: fino alle 19.30, componendo il numero verde 800 81 48 18, si può aderire allo screening per i servizi educativi e della scuola dell’infanzia e le prime della primaria, che contano 200-210mila iscritti conteggiando anche privati e paritarie non mappati nel sistema (stima Palazzo Santa Lucia). Al telefono occorre fornire i propri dati anagrafici (cellulare ed e-mail), indicare l’istituto scolastico di appartenenza e dare il consenso al trattamento dei dati personali. «Hanno richiesto il tampone circa cento persone. Tra personale scolastico (una trentina in media gli operatori) e bambini», spiega Ugo Trama, direttore “Tutela, salute e coordinamento del sistema sanitario regionale”, ma precisa che bisogna aspettare 24 ore «per un dato significativo». Questo non è considerato affidabile. Di certo, i contatti sono stati di più. Un migliaio, l’indicazione. E 300-400 cittadini, che hanno lasciato il proprio recapito, come richiesto da una voce preregistrata pronta a scusarsi per il disagio dovuto al «traffico intenso», aspettano di prendere nota dell’appuntamento, a giudicare dalle assicurazioni che arrivano da Palazzo Santa Lucia, già in giornata.

 

Ogni Asl si è organizzata a modo suo. Napoli ha allestito una unità mobile con quattro postazioni affidate ai medici Usca per effettuare i tamponi antigenici nei pressi dell’Ospedale del mare.

E, nel parcheggio, sono montati quattro gazebo per tenere i bambini e il personale al coperto in caso di pioggia. «Ottocento test possono essere effettuati al giorno», spiega il manager Ciro Verdoliva, «in caso di necessità possono essere aumentati fino al doppio. Nell’area vesuviana e nella penisola sorrentina, sono i medici ad andare a scuola: per lo screening anti-Covid, ne è stata individuata una in ogni distretto sanitario, 13 in totale. Tra Pozzuoli e Giugliano, invece ci sono quattro punti. Con 37 prenotati, nonostante le linee intasate. Ma, problemi tecnici a parte, restano numerose le incognite in vista della ripresa. Innanzitutto perché le stesse famiglie appaiono divise tra favorevoli e contrarie.  

On line si è scatenato il gruppo «Tuteliamo i nostri figli scuole chiuse in Campania» che sfiora le 10mila adesioni e promuove flash mob (virtuali) tutti i giorni sotto il bollettino dei contagi postato dal governatore, copiando e incollando sempre lo stesso messaggio. Ma anche le “mamme atomiche” o “plutoniche” annunciano decise azioni per sostenere le loro ragioni: con l’hashtag #nonlasciateciindietro, e dopo i manifesti 6x3 affissi in tutta la città. «Sempre più genitori vogliono portare avanti questa battaglia», spiega Paola Emblema, avvocato specializzato nella tutela dei minori che cita ricerche scientifiche sui danni della Dad, il crescente disagio psicologico e preannuncia azioni legali in difesa del diritto allo studio e dei più deboli e solleva il rischio di un’ancora più alta dispersione scolastica.  

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Ma la spaccatura è non solo all’interno delle famiglie e quindi delle classi, c’è anche tra scuole (non tutte pronte a ripartire), e tra Comuni. A Fisciano il sindaco Vincenzo Sessa comunica attraverso i social che «al fine di limitare la diffusione del virus e abbassare la curva dei contagi» sospende le lezioni in presenza fino al 7 dicembre. Il primo cittadino di Siano, Giorgio Marchese, «fino a nuova comunicazione». In una lettera al governatore il sindaco di San Giorgio del Sannio, Mario Pepe, chiede invece di prevedere «una didattica mista», Dad e non Dad. Lasciando libertà di scelta ai genitori. Una possibilità da verificare, come spiegato dall’assessore regionale all’istruzione Lucia Fortini. Anche la poca partecipazione in aula potrebbe incidere nelle decisioni. 

Intanto, il Comune di Napoli pubblica sul suo sito il report coordinato da Giuseppe Signoriello (Università “Vanvitelli”) che analizza i dati sui contagi dal primo agosto al 15 novembre, e «si continua a osservare un forte incremento dei casi di Covid-19. Circa 22.268» in città. Mille in 24 ore, il 6 novembre, mentre «ad ottobre è possibile evidenziare un aumento nella classe di età 6-18 anni a causa probabilmente dell’inizio delle attività scolastiche». Considerazioni che sollevano un’altra questione, cara a tutti: la sicurezza, da garantire attuando misure adeguate per evitare o isolare focolai tra i banchi.
 

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