Campania in zona bianca, via al conto alla rovescia: i ricoveri vanno sotto quota mille

Campania in zona bianca, via al conto alla rovescia: i ricoveri vanno sotto quota mille
di Gianni Molinari
Domenica 23 Maggio 2021, 23:12 - Ultimo agg. 24 Maggio, 18:51
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Si chiude una buona settimana, ricca di dati positivi e belle speranze per la Campania e la lotta al Covid-19Dopo più di otto mesi la regione torna al livello immediatamente precedente all’avvento della seconda, devastante, ondata del virus, quella partita a ottobre ed esplosa a novembre: nella settimana appena conclusa, infatti, i nuovi casi giornalieri in media sono stati 618, poco più dei 599 del giorno medio della settimana tra il 5 e l’11 ottobre 2020. Inoltre, i nuovi malati sono stati il 40 per cento in meno di quelli della settimana precedente (tra il 10 e 16 maggio)! Un sentiero che potrebbe portare alla zona bianca, quella che abolisce tutte le limitazioni (con l’eccezione di distanze e mascherina). 

Bisogna pure registrare che ieri, per la prima volta dalla fine del mese di ottobre, i ricoverati in degenza ordinaria sono meno di mille (967): esattamente come il 21 ottobre 2020, quando la seconda ondata stava prendendo il largo, e quando c’erano 996 malati «ordinari» e 85 in intensiva (come ieri). Ma il 22 ottobre - il giorno successivo - cominciò l’enorme afflusso agli ospedali con 400 ingressi in appena dieci giorni, fino al picco di 2.331 ricoverati in terapia ordinaria e 202 in intensiva del 23 novembre. 

Numeri che restano la punta massima (e drammatica) di riempimento degli ospedali in tutta questa ormai lunga vicenda del virus.

Il numero di casi per centomila abitanti tra il 17 e il 23 maggio è stato di 76, era 128 la settimana precedente e sfiorava la soglia fatidica delle chiusure da zona rossa tra il 12 e il 14 aprile! 

La prospettiva ora è completamente capovolta. Le ultime cinque settimane sono state di progressiva decrescita.

Una tendenza, per la verità, cominciata a metà marzo ma interrotta bruscamente tra il 12 e il 18 aprile come diretta conseguenza delle leggerezze e di banchetti e scampagnate di Pasqua e Pasquetta (intercorrono proprio i giorni dell’incubazione della malattia dal 4 e 5 aprile) quando più d’uno ha dimenticato le regole di prudenza e quando la media quotidiana è cresciuta di 300 unità (da 1.600 a 1.900 nuovi casi).

Per riassorbire quella bolla virale ci sono volute almeno due settimane, fino agli inizi di maggio, quando il trend discendente ha imboccato un’inclinazione ben robusta portando ai lusinghieri risultati della settimana scorsa.

Certamente non è maggio 2020 quando i nuovi casi in media erano tra 8 e 9 al giorno: i numeri di oggi sono direttamente collegati alla seconda ondata autunnale e la terza invernale: da 4.749 casi totali al 24 maggio siamo passati a quasi 416mila di ieri! Differenze geologiche! 

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Non è certo il caldo a rallentare il virus (se fosse così l’India non vivrebbe il dramma che sta vivendo, per esempio e come l’India, il Brasile - dove sarà pure inverno, ma le temperature non sono del nostro di inverno e sono molto miti - e gli altri paesi tropicali con diversa intensità) ma fondamentalmente l’avanzare della vaccinazione. Soprattutto la copertura delle fasce di età più adulte e delle persone fragili: è come se si prosciugasse il bacino dove il virus può attingere.

«Il caldo non indebolisce il virus - spiega l’infettivologo Alessandro Perrella - altrimenti non esisterebbe nei paesi caldi: con il caldo aumentano le nostre distanze che sono la determinante difesa che ciascuno di noi adotta contro il virus. Poi l’andamento epidemiologico è figlio dell’andamento della campagna vaccinale: abbiamo vaccinato gli anziani e i fragili che erano quelli più aggrediti dal virus e procediamo man mano con le categorie d’età». 

In Campania non solo 833.146 persone hanno completato il ciclo vaccinale (il 15 per cento di tutta la popolazione), ma altre due milioni (2.070.237), pari 36,5 per cento hanno avuto già una dose: cioè un cittadino su tre ha già una copertura vaccinale contro il Covid-19! Inoltre il 75 per cento dei campani che ha ricevuto almeno una dose del vaccino rientra tra le categorie più esposte!

Chi sono le persone che, dunque, oggi si infettano? L’età media delle persone ricoverate (che comunque diminuiscono) è intorno a 50 anni. «Il virus aggredisce - continua Perrella - le persone non ancora coperte dal vaccino nei luoghi di lavoro e i ragazzi della movida». Cioè meglio continuare a mettere (bene) la mascherina, lavare le mani e mantenere le distanze. 

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