Da Napoli a Dubai per Capodanno, il trucco: «È un viaggio di lavoro»

Da Napoli a Dubai per Capodanno, il trucco: «È un viaggio di lavoro»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 30 Dicembre 2020, 23:00 - Ultimo agg. 1 Gennaio, 09:46
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Sembra il titolo di un cinepattone, ma rischia di diventare una brutta fotografia di alcuni napoletani: capodanno a Dubai è infatti il refrain di tante famiglie che sono riuscite ad eludere controlli, protocolli e banalissimi principi di buon senso. Sono in tanti ad essere in queste ore spiaggiati al caldo del sole degli Emirati, lasciandosi alle spalle la preoccupazione di alimentare un pericoloso contagio di ritorno e i sacrifici compiuti dalla maggioranza dei napoletani. 
E i numeri parlano chiaro: dal 23 dicembre, Dubai è invasa di turisti, moltissimi sono napoletani. Sono partiti da Roma o da Milano, grazie a un banalissimo escamatoge usato per aggirare il divieto di fare vacanze all’estero imposto su scala nazionale. In cosa consiste il trucco? Basta farsi recapitare una mail da parte di uno dei tantissimi operatori economici che vivono a Dubai, nella quale viene chiesta la presenza in un determinato periodo di tempo per esigenze lavorative. E sono in tanti ad aver impugnato mail di questo tipo, grazie alla collaborazione di operatori disonesti, completamente privi di scrupoli, in una pantomima che si è ripetuta negli uffici della dogana: motivo del viaggio a Dubai? «Esigenza di lavoro», ripetono il capofamiglia, la coppia di amici o di fidanzati o i single che sono partiti in questi giorni. Un esercito variegato. Professionisti, impiegati, medici, atleti, casalinghe, influencer, chirurghi estetici. Tutti lì per business, almeno sulla carta, nel periodo più bello dell’anno, quasi a farsi beffa dell’alternanza di codici gialli, arancioni e rossi che hanno scandito la fine di questo anno. 



Si parte dalle mail recapitate da operatori amici, ma anche da altri documenti: come il certificato di tampone negativo nelle precedenti 92 ore (un documento richiesto soprattutto dalle compagnie aeree, per ovvi motivi di sicurezza) o attestati che autocertificano la propria esigenza lavorativa in quel di Dubai. C’è chi ha portato macchine fotografiche professionali, chi si è inventato il ruolo di agonista-bodybuilder, magari approfittando della compiacenza degli alberghi del posto che hanno comunque subìto il contraccolpo economico della crisi.
Un mondo in trasferta, anche grazie al ruolo di una agenzia particolarmente gettonata sui canali social che, a dispetto della professionalità e dei sacrifici di tanti operatori nel campo del turismo, ha dato indicazioni utili a proposito dei documenti da mostrare alla dogana. Ma qual è la situazione - in termini di contagio - che i “lavoratori” napoletani hanno trovato tra bar e grattacieli del deserto? Il trend viene ritenuto basso, siamo intorno ai 1000 contagiati al giorno (tutta la popolazione dell’Emirato supera i tre milioni di cittadini), ma ogni giorno viene ritenuto in crescita, proprio per l’afflusso di turismo da tutte le parti del mondo, a partire dalla metà di dicembre. 
Da qualche mese è iniziata la somministrazione dei vaccini, parliamo di quelli cinesi, mentre in questi giorni il figlio dell’emiro ha postato una foto mentre si faceva inoculare lo stesso antidoto sbarcato in Italia, a firma del colosso farmaceutico Pfizer.

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Viaggi di piacere mascherati da performance di lavoro, una vacanza resa possibile anche dal regime di controlli e verifiche decisamente blando, una volta giunti alla dogana per decollare in vista di Dubai. A questo punto resta inevitabile una domanda: non c’è il rischio di essere denunciati al rientro in Italia? Una possibilità ritenuta remota, di fronte alla difficoltà di verificare una per una le prestazioni lavorative dichiarate per giustificare il viaggio, mentre c’è chi accetta di buon grado il rischio di finire qualche giorno in quarantena nelle proprie abitazioni, al rientro in Italia. 
Un capodanno diverso, esotico, a dispetto delle regole più elementari di convivenza civile, che ora rischia di vanificare i sacrifici compiuti dalla stragrande maggioranza di napoletani a partire dalla metà di ottobre. Natale a Dubai, dunque, fine anno con il botto: quello dello champagne stappato in Arabia - formalmente per motivi di lavoro, - mentre a Napoli c’è chi questa notte resterà in casa a rispettare le regole e sperare in anno migliore per tutti. 
 

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