Capodichino, hub pronti ma zero tamponi anti Covid: i cinesi arrivano da Parigi e Monaco

L’ombra del virus e la paura di una sua nuova variante letale

I controlli anti-Covid a Capodichino
I controlli anti-Covid a Capodichino
di Gennaro Di Biase
Giovedì 29 Dicembre 2022, 23:02 - Ultimo agg. 30 Dicembre, 16:49
4 Minuti di Lettura

Il cartello sulla soglia del corridoio sanitario, a due passi dagli arrivi e dal parcheggio multipiano dello scalo di Capodichino, recita poche parole ma precise: «Postazione tamponi per passeggeri provenienti dalla Cina». Di mascherine se ne vedono quasi zero, in aeroporto, e il cartello è per ora il solo segnale, perturbante, del ritorno della morsa del Covid.

Un deja vu terribile, per tanti passeggeri. All’interno del “corridoio”, ci sono 10mila tamponi e il personale dell’Usmaf che, dopo l’ordinanza firmata da De Luca l’altra sera, ha il compito di effettuare test anti-Covid ai passeggeri – cinesi e no – che sbarchino a Napoli dalla Cina. «I nostri colleghi a Malpensa stanno trovando un positivo su due», spiegano dall’Usmaf di Capodichino. Voli diretti a Napoli da Pechino e dintorni, però, non ce ne sono.

E qui nascono le complicazioni: individuare chi sbarca dal Paese asiatico è tutt’altro che facile. E infatti il corridoio sanitario è vuoto: ieri non è stato fatto neppure un tampone rapido. L’Usmaf è pronta, solo che le sale dei test, le stesse gremite di passeggeri due anni fa, ieri erano deserte. 

L’ombra del virus e la paura di una sua nuova variante letale per ora si toccano negli sguardi allarmati, ma non nei fatti. Eppure, tra i passeggeri si avvistano diversi cittadini cinesi, ma nessuno di loro è stato controllato, né qui né altrove. Bernard Wu, per esempio, sorride e spiega in inglese: «Sono atterrato a Napoli da Francoforte, ma non arrivo dalla Cina. Ero a Berlino. Nessuno mi ha chiesto i documenti quando sono sceso dall’aereo». Un’altra ragazza di Pechino non dà il nome, ma dice: «Arrivo da Londra e aspetto il mio ragazzo qui a Napoli. Non mi ha controllato nessuno, nemmeno nel Regno Unito». Entrambi i voli rientrano nella lista di quelli attenzionati dall’Usmaf, che chiarisce: «Le tratte che portano cinesi a Napoli sono quelle provenienti da Zurigo, Monaco, Francoforte, Londra, Amsterdam e Parigi. Per ora, per i cittadini cinesi non è attivo lo scalo di Istanbul, ma quella è la rotta che porta più persone da Pechino all’ombra del Vesuvio. Ce ne occuperemo quando sarà sbloccata l’8 gennaio».

Video

Discorso diverso, invece, per chi arriva a Napoli da Malpensa: «Chi sbarca da Milano – sottolinea l’Usmaf – ha superato i controlli in Italia, visto che il governatore lombardo ha emanato un’ordinanza analoga a quella di De Luca. Abbiamo già fatto partire una segnalazione a tutte le compagnie aeree: sono loro a informarci di chi arriva in città dalla Cina. Per ora non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione. In alternativa, sono gli agenti della dogana a poterci portare un cittadino asiatico, se lo avvistano, dopo il controllo dei documenti».

Controlli “oculari”, insomma, a Capodichino, in assenza di una normativa continentale: siamo di nuovo nel solco della difficile burocrazia pandemica. Un effetto rewind, con lo spettro del Covid che torna ad aggirarsi per l’Europa, da cui parte un appello della stessa Usmaf partenopea: «Se l’Ue adottasse una normativa unica sul tema dei cittadini in arrivo dalla Cina per noi sarebbe tutto più semplice». Il virus torna ad appesantire l’aria, in aeroporto, e serpeggia tra l’altro un po’ di preoccupazione per la scadenza imminente, al 31 dicembre, dei contratti del personale Covid (discorso che riguarda anche alcune unità Usmaf).

Anche l’Asl Napoli 1, dal primo gennaio, invierà dipendenti di supporto a Capodichino, e lo stesso presidente della Regione, ieri è tornato a parlare di pandemia. «Guardiamo alla nuova situazione del Covid con attenzione e prudenza senza drammatizzazione – ha detto – però con la consapevolezza che ci sia un pericolo, legato al fatto che nessuno è in grado di sapere se in Cina si sono manifestate varianti Covid sconosciute in Europa. I cinesi non forniscono informazioni e questo complica la situazione. Per adesso sappiamo che abbiamo in Cina 250 milioni di contagiati e 5mila morti al giorno e sappiamo che la metà dei viaggiatori venuti dalla Cina direttamente in Italia, penso agli aeroporti di Malpensa e Fiumicino, era positiva al Covid. Dobbiamo stare attenti, è obbligatorio il tampone a Capodichino perché arrivano spesso da Francia, Germania, Spagna provenendo dalla Cina. Dobbiamo tenere gli occhi aperti ed essere prudenti».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA