Covid center senza anestesisti, terapia intensiva a rischio stop nel Napoletano

Covid center senza anestesisti, terapia intensiva a rischio stop nel Napoletano
di Francesca Mari e Raffaele Perrotta
Martedì 23 Febbraio 2021, 09:56 - Ultimo agg. 10:21
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La carenza ormai cronica di anestesisti al Covid Hospital di Boscotrecase rischia di diventare un problema serio e mettere a repentaglio la stessa funzionalità dell'ospedale. C'è il rischio, infatti, dello stop alla terapia intensiva per l'unico nosocomio esclusivamente Covid dell'Asl Napoli 3 Sud: scelta che comprometterebbe, inevitabilmente, anche la sub intensiva e la funzione principale di assistenza respiratoria per i malati con Sars-CoV2. Secondo voci interne, infatti, nei giorni scorsi il primario della rianimazione, Emilio Di Caterino avrebbe manifestato alla direzione generale dell'azienda le difficoltà ad operare con soli quattro anestesisti, a fronte dei diciotto previsti dalla dotazione minima, e che l'azienda starebbe cercando soluzioni. Ad aggravare la situazione è stato l'addio a Bosco di tre medici anestesisti che hanno vinto il concorso al Policlinico di Napoli, così l'organico si è ancora più ristretto. «Al momento non è prevista alcuna chiusura della terapia intensiva- fanno sapere dall'Asl Na 3 Sud- e i tre medici che hanno lasciato, in questi giorni dovrebbero essere sostituiti con anestesisti provenienti dall'Asl Napoli 2 Nord in regime di auto convenzionamento».

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Se l'ospedale Sant'Anna e SS. Madonna della Neve proprio in questi giorni sta lavorando per attivare altri 44 posti letto, al fine di alleggerire il peso dei pronto soccorso degli altri ospedali di competenza, in particolare il San Leonardo che ha di nuovo la fila delle ambulanze all'esterno, la mancanza di anestesisti crea caos.

Infatti, i posti di rianimazione sono solo quattro, mentre i nuovi posti letto (tra cui 20 di sub intensiva) sono tutti allestiti e pronti ma ne sono in funzione solo 18 a causa della carenza di personale medico. Lo stop alla terapia intensiva, che non si sa per quanto tempo può resistere se non arrivano nuove unità, comporterebbe l'abolizione anche della sub intensiva e quindi a Bosco rimarrebbe solo la Medicina Covid. Tuttavia, l'azienda ha riferito che molti concorsi e avvisi pubblici per queste figure specialistiche sono andati deserti. «Esiste la possibilità che la rianimazione possa essere compromessa - dice il direttore sanitario Savio Marziani - ma stiamo lavorando per scongiurare questo pericolo, con lo spostamento di medici da altri presidi. C'è molta preoccupazione perché trattandosi di un ospedale Covid con 40 posti di subintensiva sarebbero a rischio anche questi posti, per cui il nosocomio perderebbe la propria identità. È assolutamente necessario che arrivino altri anestesisti».

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A Torre Annunziata passo indietro rispetto alla precedente ordinanza, che fissava alle 18 la chiusura degli esercizi commerciali che non vendevano beni di prima necessità. Per tutti questi negozi la serrata serale torna alle 21. I motivi, secondo il sindaco Vincenzo Ascione, sono da ricercare nella «sensibile diminuzione dell'indice di positività sul territorio cittadino e nell'inizio della campagna di vaccinazione volontaria rivolta al personale scolastico». Intanto, su tutto il territorio comunale, fino al 2 marzo, permangono le restrizioni della zona arancione che, oltre alla sospensione delle attività scolastiche negli istituti, riguardano il non svolgimento del mercato settimanale del venerdì, il divieto per i taxi collettivi di trasportare più di tre passeggeri e le limitazioni agli assembramenti pedonali nella zona della villa comunale e delle strade della movida, come via Gino Alfani e via Caravelli, la chiusura di Villa del Parnaso. 

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