Parlano di un colpevole ritardo i rappresentati dei sindacati, ed esprimono preoccupazione per la tenuta del sistema sanitario durante la seconda ondata e per il numero di addetti ai lavori contagiati nel campo della sanità privata accreditata della Campania: secondo dati forniti dalla Cgil sarebbero infatti 236 gli addetti ai lavori risultati postivi al Covid 19. Ma soprattutto chiedono un incontro al governatore Vincenzo De Luca per discutere di una riprogrammazione per reclutamento di altro personale, altrimenti il 3 novembre partirà una mobilitazione.
«Se la curva dei contagi continua ad essere questa è difficile che il servizio sanitario regionale riesca a reggere l'impatto.
Secondo il sindacato se in Italia nella prima metà di ottobre sono stati avviati al lavoro in 700 tra medici e infermieri, in Campania invece 14 persone al Cardarelli e 160 ad Avellino.
«Vorremmo capire come viene programmata questa parte importante di assunzione del personale, anche perche' i percorsi nelle strutture sanitarie non sono ben differenziati ed aumentano i contagi. In più ci sono le risorse nazionali incentivanti per il personale, che vanno oltre i 50 milioni di euro e che in Campania non son state assegnate» . Per questo i sindacati hanno chiesto a De Luca «di riaprire la delibera per l'assegnazione. In altre Regioni hanno tamponato i sacrifici umani e professionali del personale con questi fondi, la Campania non lo fa, e' fanalino di coda nell'incentivazione del personale». Ricci ha poi posto l’accento su quello che definisce un vizio di forma nel dialogo tra le parti sociali e la Regione, cioè la mancanza finora di un assessore alla sanità. «Il 26 ottobre si insedia il nuovo Consiglio Regionale e entrera' in piena operativita' anche la giunta regionale. De Luca ha tenuto la delega e avuto buoni risultati uscendo dal commissariamento ma in questa fase, con il sistema da ripensare, e' opportuna una interlocuzione con chi ha una delega in giunta». «Speriamo - ha concluso - che il governatore non ci costringa il 3 novembre nella nostra manifestazione a una mobilitazione per avere il diritto di parlare».