Covid, la Cgil Campania: «Mancano 16mila medici, De Luca ci incontri o sarà mobilitazione»

Covid, la Cgil Campania: «Mancano 16mila medici, De Luca ci incontri o sarà mobilitazione»
di Paola Marano
Venerdì 23 Ottobre 2020, 15:53 - Ultimo agg. 16:20
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Parlano di un colpevole ritardo i rappresentati dei sindacati, ed esprimono preoccupazione per la tenuta del sistema sanitario durante la seconda ondata e per il numero di addetti ai lavori contagiati nel campo della sanità privata accreditata della Campania: secondo dati forniti dalla Cgil sarebbero infatti 236 gli addetti ai lavori risultati postivi al Covid 19. Ma soprattutto chiedono un incontro al governatore Vincenzo De Luca per discutere di una riprogrammazione per reclutamento di altro personale, altrimenti il 3 novembre partirà una mobilitazione.

«Se la curva dei contagi continua ad essere questa è difficile che il servizio sanitario regionale riesca a reggere l'impatto.

Per questo comprendiamo i provvedimenti che si stanno facendo adesso, ma sono dettati dalla disperazione perché se si fosse intervenuti con qualche mese di anticipo si sarebbe garantita una situazione diversa - ha detto Alfredo Garzi, segretario Cgil Funzione Pubblica Campania, durante una conferenza stampa con i giornalisti all'esterno dell'ospedale Cardarelli di Napoli . «Si poteva ulteriormente reclutare personale perché i decreti nazionali hanno dato strumenti di flessibilità - ha aggiunto Garzi - Noi chiediamo che questo venga fatto a partire dalla conferma di quelli che già sono stati assunti nei mesi precedenti». «Ci sono risorse in campo per mezzo miliardo dal Decreto "Cura Italia", in Campania mancano 16mila medici, un danno dagli anni del commissariamento - ha chiarito il segretario della Cgil Campania Nicola Ricci - ma vorremmo sapere cosa si sta facendo».

Secondo il sindacato se in Italia nella prima metà di ottobre sono stati avviati al lavoro in 700 tra medici e infermieri, in Campania invece 14 persone al Cardarelli e 160 ad Avellino.

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«Vorremmo capire come viene programmata questa parte importante di assunzione del personale, anche perche' i percorsi nelle strutture sanitarie non sono ben differenziati ed aumentano i contagi. In più ci sono le risorse nazionali incentivanti per il personale, che vanno oltre i 50 milioni di euro e che in Campania non son state assegnate» . Per questo i sindacati hanno chiesto a De Luca «di riaprire la delibera per l'assegnazione. In altre Regioni hanno tamponato i sacrifici umani e professionali del personale con questi fondi, la Campania non lo fa, e' fanalino di coda nell'incentivazione del personale». Ricci ha poi posto l’accento su quello che definisce un vizio di forma nel dialogo tra le parti sociali e la Regione, cioè la mancanza finora di un assessore alla sanità. «Il 26 ottobre si insedia il nuovo Consiglio Regionale e entrera' in piena operativita' anche la giunta regionale. De Luca ha tenuto la delega e avuto buoni risultati uscendo dal commissariamento ma in questa fase, con il sistema da ripensare, e' opportuna una interlocuzione con chi ha una delega in giunta». «Speriamo - ha concluso  - che il governatore non ci costringa il 3 novembre nella nostra manifestazione a una mobilitazione per avere il diritto di parlare».

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