Covid a Napoli, torna a respirare da solo il ragazzino intubato al Santobono

Covid a Napoli, torna a respirare da solo il ragazzino intubato al Santobono
di Ettore Mautone
Lunedì 6 Dicembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 16:50
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È stato estubato, e respira autonomamente, M.D. il ragazzo di 11 anni di Gragnano colpito dal Covid e ricoverato dall’8 novembre scorso nella rianimazione del Santobono di Napoli. Tre giorni fa è stato staccato dal respiratore automatico e riportato alla coscienza. Dopo un paio di giorni di assistenza non invasiva, col casco, in sub intensiva, da rieri è tornato a respirare da solo.

«Sta bene e guarda la Tv - dice Geremia Zito, primario della rianimazione del polo pediatrico del Vomero - una ripresa straordinaria rispetto alla gravità della condizione di partenza.

Un mese fa, quando lo abbiamo intubato e portato in rianimazione dal reparto di pediatria, era gravissimo, in pericolo di vita». Il ragazzo, a dispetto dalla sua giovanissima età, ha una notevole stazza, quasi da adolescente ma è pur sempre un bambino di 11 anni. 

Il suo decorso clinico è seguito con grande attenzione dallo staff di pediatri e rianimatori del Santobono. I controlli sono continui e proseguono con Tac ed ecografie. Ora che è sveglio e vigile lo aspetta una festa per il suo compleanno organizzata nel reparto che lo ospita al Santobono. Ha infatti compiuto 11 anni il 20 novembre scorso ma quel giorno era ancora sedato. «Un’idea della nostra coordinatrice infermieristica Angela Capuano - sottolinea il primario Zito - tutti quelli che vorranno salutarlo saranno da lui, protetti da tuta e mascherina, ma potranno cantargli “tanti auguri a te” e forse fargli assaggiare la torta. Non gli faremo spegnere le candeline per ovvie ragioni ma gli ho promesso una coca cola». «L’umanizzazione delle cure - aggiunge Rodolfo Conenna, manager dell’ospedale pediatrico partenopeo - è una nostra prerogativa e anche in un momento come questo, quando gli ospedali sono chiusi verso l’esterno, vogliamo che i nostri piccoli ospiti non subiscano traumi maggori di quanto non imponga la malattia con cui hanno a che fare. La degenza in un reparto Covid poi è decisamente pesante e fargli sentire il calore umano è certamente una formidabile spinta alla sua completa guarigione». 

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Da un punta di vista clinico la malattia Covid che ha colpito il giovane di Gragnano non è diversa da quella che colpisce un adulto e si è tradotta in una fortissima infiammazione sistemica che ha colpito tutto l’organismo, in particolare il cuore, con l’espressione di gravi miocarditi e pericarditi e i polmoni. «Una patologia molto simile la osserviamo anche in alcuni bambini circa un mese dopo la negativizzazione - aggiunge Vincenzo Tipo, primario del pronto soccorso del Santobono - è la Mis-c sindrome subdola e molto insidiosa che si sviluppa in un caso su mille di Covid pediatrico anche asintomatico. La curiamo efficacemente con un anticorpo monoclonale che interrompe l’infiammazione ma richiede una lunga ospedalizzazione. Anche per questo è necessario vaccinare i bambini. Per fortuna la malattia in Marcello (il nome è di fantasia per tutelarne la privacy) a un certo punto non è progredita come abbiamo visto accadere in molti adulti e ha così recuperato la funzione respiratoria autonoma». 

Appena sveglio, nei primi due giorni dopo lo svezzamento dal respiratore, il ragazzo era abbastanza confuso e chiamava ripetutamente la mamma e il papà come è ovvio che sia a quell’età. Poi ha visto e salutato i suoi genitori da dietro a un vetro e si è anche commosso. Genitori affettuosi e ovviamente molto preoccupati, oggi più sollevati. «È sempre stato molto tranquillo, un paziente modello - conclude il primario della rianimazione Zito - sebbene fosse impaurito. Sembra più grande della sua età ma parliamo sempre di un bambino di 11 anni che sta in isolamento. Adesso è molto tranquillo e guarda la Tv». Durante la fase acuta la ventilazione meccanica in sedazione gli ha consentito di superare la grave insufficienza respiratoria provocata dall’infezione del virus. È stato sopposto a manovre di prono-supinazione e farmaci per aiutarlo a reclutare le parti sane del polmone attaccate dal microbo. Una terapia a base di cortisone e antivirali ma non ha fatto anticorpi monoclonali né tocilizumab. Alle dimissioni sarà trasferito al Cotugno, ospedale con cui il Santobono ha una convenzione, dove dovrà seguire un percorso di riabilitazione respiratoria. 

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