L'attuale momento di crisi ha segnato il nostro paese con delle cicatrici profonde; inevitabilmente gli effetti della pandemia hanno avuto serie ripercussioni anche sul mercato del lavoro. A subire il contraccolpo della crisi dettata dal coronavirus, rientrano anche tutti quei giovani che da poco si sono introdotti nel circuito lavorativo. Umberto D'Andrea è un giovane 29enne napoletano che si è visto costretto a cambiare paese e trasferirsi nel Regno Unito, pur di continuare il suo lavoro. La sua ultima esperienza lavorativa in Italia è iniziata a settembre 2019 e si è conclusa dopo un anno (settembre 2020): «A Milano mi occupavo di fiscalità internazionale, precisamente di transfer pricing - racconta Umberto che ormai da sette mesi lavora in Inghilterra - Qui a Londra mi dedico al transfer pricing per clienti multinazionali nel settore dei servizi finanziari».
D'Andrea racconta che è sempre stato legato all'idea di lavorare in Italia, ma aggiunge: «Prima pensavo all'estero come un'opportunità per fare esperienze, senza andare mai oltre questa aspettativa.
Da quando Umberto è all'estero, si sente professionalmente più apprezzato, e il suo discorso va al di là del riconoscimento professionale: «La pandemia ha drammaticamente penalizzato chi era in cerca di conferme; mi viene da pensare agli stagisti o a chi aveva un contratto di prova e non è stato confermato». Questo aspetto demoralizza i giovani ed accentua, purtroppo, il fenomeno della fuga di cervelli: «Se prima pensavo di trasferirmi all'estero solo per un'esperienza, ora che mi sono reso conto che il mercato del lavoro estero è completamente diverso da quello italiano, capisco anche il perché nonostante gli italiani amino l'Italia, abbiano difficoltà a tornare». Se gli viene ipotizzato di tornare nel nostro paese per un' altra offerta di lavoro, D'Andrea risponde: «Solo quando mi sentirò pronto professionalmente: al momento sto puntando a una crescita professionale. Devono trascorrere almeno tre o quattro anni prima del mio ritorno, ma lo farei solo per una posizione manageriale» conclude. Al momento sembra essere soddisfatto della sua nuova posizione: lavora in smart working, e la sua azienda attuale, alterDomus, sta investendo molto sulla sua formazione.