Covid in risalita in Campania, l'esperto: «Un errore abbandonare le mascherine»

Covid in risalita in Campania, l'esperto: «Un errore abbandonare le mascherine»
di Ettore Mautone
Giovedì 17 Marzo 2022, 22:59 - Ultimo agg. 18 Marzo, 17:47
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Aumentano i contagi, cresce il livello delle infezioni attive, inverte la rotta l’incidenza, (contagi settimanali per 100 mila abitanti) e infine l’indice Rt, che misura la progressione dei contagi, ha di nuovo assunto un profilo esponenziale. Il “meteo” del Covid in Campania volge insomma verso un chiaro peggioramento del tempo. Dopo 7 settimane di costante calo del numero dei nuovi positivi negli ultimi sette giorni c’è stata una brusca inversione di tendenza. In alcune Regioni – Umbria in primis – l’aumento dei nuovi casi ha raggiunto valori significativi ma un aumento netto si è verificato anche in Campania. Domenica scorsa il numero dei nuovi positivi era cresciuto del 37% a fronte di un incremento dei tamponi del 6%. Anche il tasso di positività è schizzato a una media del 15%. 

Un peggioramento generale del quadro che fino a domenica scorsa aveva risparmiato solo il fronte delle ospedalizzazioni: al giro di boa della settimana 32 terapie intensive occupate contro le 30 di una settimana prima e i 75 posti di area critica occupati un mese fa. È tuttavia negli ultimi giorni che l’inversione di tendenza nelle corsie è diventata chiara: tra giovedì 10 marzo e ieri i posti letto di terapia intensiva occupati sono passati da 26 a 41. Un aumento costante. Analogo andamento lo si è riscontrato nelle degenze ordinarie passate da 544 unità occupate giovedì 10 marzo a 563 ieri. Anche l’incidenza settimanale subisce un’impennata passando in due ultime settimane, da 420 a 576 a 763 ieri e una percentuale che sfiora il valore critico del 15 per cento.

L’unico dato confortante è quello dei decessi ma sappiano che è un parametro che sconta una latenza con le ondate del virus.

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Qual è la situazione sui territori, nelle 7 Asl e nei principali Covid center? Cominciamo dal Cotugno: «L’afflusso è costante - dice il manager Maurizio Di Mauro - tra accessi e dimissioni registriamo in questi ultimi giorni un incremento del 30%. Si ricoverano sempre pazienti anziani e già cronici, siamo perennemente in allerta ma un’ala del Cotugno è tornata ad accogliere i pazienti con altre patologie infettive: da poco abbiamo ricoverato un malato con meningite proveniente dall’ospedale di Sessa Aurunca». Al Cotugno ci sono 5 malati in terapia intensiva, 26 in subintensiva e una settantina in degenza sottoposti a ventilazione. Al Loreto ieri è stato dimesso l’ultimo paziente dalla rianimazione ma restano 26 posti occupati nella medicina Covid su 50. In aumento, a quota 26 (+4) su 53 attivi, i pazienti del San Giovanni Bosco che ospita malati in cui il Covid si sovrappone ad altre malattie. Anche al Cardarelli si registra una ripresa: «Oggi abbiamo tra padiglione M ed ex Ortopedia - nota il manager Giuseppe Luongo - 70 pazienti Covid di cui 5 in terapia intensiva». Anche negli altri pronto soccorso della città si nota un maggiore afflusso di chi ha i sintomi dell’infezione mentre tutto tace nelle unità pediatriche e con pochi casi anche nelle scuole. Segno che questa nuova fase ha caratteristiche leggermente diverse rispetto all’andamento dei mesi scorsi. 

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Un picco, a livello regionale, si registra a Caserta: «Stiamo per uscire dallo stato di emergenza nazionale - sottolinea il direttore generale Ferdinando Russo - ma in realtà in questo momento subiamo una netta impennata di casi e di ospedalizzazioni. Nella nostra direzione generale su 80 persone 30 sono positive e a Sessa Aurunca abbiamo riaperto la terapia intensiva con 6 pazienti di cui uno ieri deceduto a fronte di un reparto svuotato 10 giorni fa». A incidere, secondo l’infettivologo Alessandro Perrella, sono il calo di attenzione, il disuso delle mascherine, la presenza di nuove varianti più impegnative (Omicron 2) e il flusso di immigrati poco vaccinati e poco tracciati dai servizi in quanto non in grado di indicare con precisione con chi siano stati a contatto. I numeri intanto parlano chiaro: negli ultimi 7 giorni i casi sono aumentati del 53,4%, le terapie intensive del 57,7% e i ricoveri del 3,5%. Diminuiscono solo i decessi: -27,5%.
 

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