Covid in Campania, ancora troppi contagi ma terapie intensive meno piene

Covid in Campania, ancora troppi contagi ma terapie intensive meno piene
di Ettore Mautone
Giovedì 29 Aprile 2021, 00:00 - Ultimo agg. 19:17
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Nell’Italia delle regioni in zona gialla, al calo netto e costante - sia nella conta dei contagi sia nei principali indicatori epidemici - che si registra ormai da una settimana nelle aree del centro-nord, fa da contraltare la Campania che resta in chiaroscuro. Qui la situazione è infatti alquanto stagnante: sono ancora troppi i nuovi positivi registrati ogni giorno come pure la percentuale dei positivi al tampone, circa doppia rispetto a quella della media del Paese, mentre cala la pressione sulle terapie intensive soprattutto in virtù della «benedizione» che l’accompagna dall’inizio dell’epidemia, ossia la bassa percentuale di pazienti ospedalizzati e la tendenza dei sintomatici, tra i nuovi positivi, a manifestare solo lievi segni di malattia nel 90 per cento dei casi. Pertanto nonostante la zavorra di oltre 91 mila positivi al virus, attualmente in circolazione in Campania, tale numero record di infetti non si traduce in un’alta pressione sugli ospedali. Resta relativamente stabile anche l’entità dei decessi ancorata a valori tra i più bassi tra le regioni italiane nonostante si sia assottigliato il divario in questa terza ondata. Un vantaggio che si rileva sia in rapporto ai malati (tasso di letalità) sia in funzione della popolazione residente (100 mila abitanti). 

Da venerdì scorso, quando c’è stato l’ultimo monitoraggio della cabina di regia nazionale che ha traghettato quasi tutta l’Italia in area gialla, la media della positività ai tamponi registrata su scala nazionale è oscillata dalla percentuale di 4,3 sabato al 5,4 di domenica passando per 5,7 lunedì per poi scendere a 3,4 martedì, dato più o meno confermato ieri con 3,9. La Campania invece ha registrato sempre molti casi: il 9,2 per cento dei positivi al tampone sabato, il 10,7 domenica, l’11.3 lunedì, il 9,1 martedì sceso a 8 ieri per un indice di infettività che, sia per la media italiana sia per la Campania, resta di poco sotto la soglia di 1. Uno scenario in cui la Campania lunedì e martedì, per due giorni consecutivi, ha tolto alla Lombardia lo scettro della regione col maggior numero di casi. Numeri che mentre a livello nazionale si traducono, nell’arco di una settimana, in uno scenario di miglioramento di tutti gli indicatori epidemici in Campania vedono una lieve flessione dei contagi, che sono comunque moltissimi, e un leggero allentamento della pressione sugli ospedali. «Domenica scorsa - sottolinea Nicola Fusco docente ordinario di Matematica dell’Università Federico II - la nostra regione ha chiuso la settimana contando in media circa 1820 contagi al giorno mentre erano 1910 la settimana prima, 1600 due settimane fa e 1930 un mese fa mentre per i decessi sono stati in media circa 37 al giorno laddove erano 25 una settimana fa, 37 due settimane fa e 44 quattro settimane fa».

In calo anche i posti letto occupati in area critica con 137 terapia intensive impegnate il 25 aprile contro le 146 del 18 aprile, erano 145 la settimana prima, 153 due settimane precedenti e 173 ancora prima. 

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Un dato, quello dei decessi e delle ospedalizzazioni, da non sottovalutare in quanto rappresentano l’esito della malattia. «L’Italia sempre al dato di domenica scorsa - continua Fusco - con quasi 120mila morti e 200 deceduti ogni centomila abitanti detiene un triste primato fra tutti i grandi Paesi. Significa un morto di Covid ogni 500 residenti nel nostro paese. Sebbene la seconda e terza ondata abbiano colpito soprattutto il sud Italia l’esito letale è stato contato particolarmente al nord con veri e propri record negativi segnati da regioni come Val d’Aosta (360 decessi per 100 mila residenti), Lombardia (325), Friuli (303), Emilia-Romagna (286), Liguria (271), Piemonte (258), Trentino (231) e Veneto (230) mentre sono andati decisamente meglio il Lazio (130), Sicilia e Campania (108), Basilicata (93), Sardegna (83), Calabria (52)». Buone performance che in Campania, potrebbero far dimenticare la brace che cova sotto la cenere visto che ieri sono stati trovati altri 1844 casi per 104 attualmente positivi in più a fronte di ricoveri sostanzialmente invariati. In attesa di raggiungere un’immunità vaccinale per larghi strati di popolazione l’invito di medici, infettivologi e addetti ai lavori è, insomma, di procedere con la massima prudenza soprattutto oggi che la Campania è in zona gialla e ha scuole ed attività economiche aperti. Un traguardo da tutelare insieme a quello della salute pubblica. 

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