Covid e turismo: servizi smart per stranieri e famiglie, in Campania il green pass vale 100 milioni

Covid e turismo: servizi smart per stranieri e famiglie, in Campania il green pass vale 100 milioni
di Lorenzo Calò
Mercoledì 19 Maggio 2021, 23:51 - Ultimo agg. 20 Maggio, 19:57
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Una ripresa di interesse per la Campania attende il settore turistico nei prossimi quattro mesi. È questa la scommessa di un comparto che nelle sue molteplici offerte - mare, arte, paesaggio, agriturismi, eventi culturali - sta affannosamente cercando di venir fuori dalla crisi. Per ora le previsioni sono confortanti, resta poi da verificare la peculiarità dell’offerta, la competitività dei servizi (il rapporto qualità-prezzo), il sostegno finanziario degli enti pubblici locali sotto forma di incentivi. Il benchmark della Campania è al momento valutato fra i più attraenti in Italia, il sesto in ordine di preferenza dopo Puglia, Toscana, Sicilia, Emilia Romagna e Sardegna. Il dato emerge da uno studio di Demoskopika realizzato in collaborazione con l’Università del Sannio. In sintesi il report, a livello nazionale, evidenzia i seguenti punti-cardine: si stimano in Italia oltre 23 milioni di presenze in più rispetto al periodo giugno-settembre 2020; il green pass (appena approvato dal governo, il provvedimento è già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale) dovrebbe produrre un incremento della spesa turistica per circa 1,7 miliardi di euro; cresce la tendenza per le case in affitto mentre almeno 4 milioni di Italiani rinunceranno a qualsiasi vacanza per impossibilità economiche (8,2%). Complessivamente si stimano 39 milioni di arrivi (fra italiani e stranieri) che generano quasi 166 milioni di presenze con un incremento rispettivamente pari all’11,9 per cento e al 16,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020. 

Per la Campania (il cui appeal è giudicato medio-alto) si prevedono 1,9 milioni di arrivi (+12,5%) e 8,5 milioni di presenze (18,1%). Ma, a giudizio degli operatori del settore, se da un lato i flussi generali mostrano una tendenza alla vacanza «nazionalista» (la scelta cade su mete locali), il salto di qualità in Campania sarà determinato dalla presenza di turisti stranieri, l’unica in grado di garantire una capacità di spesa superiore alla media e di assicurare la «differenza» di fatturato in località top come Capri, Ischia, Sorrento, Positano.

Insomma, quello della Campania non può essere considerato un turismo di massa sebbene per quest’anno ci si attendano 8,5 milioni di presenze incentivate dal green pass che dovrebbe portare un valore aggiunto, in termini di redditività economica, di quasi cento milioni di euro e una movimentazione di flussi aggiuntivi di oltre 200mila presenze. Altro fenomeno considerato in crescita è il cosiddetto «undertourism», vale a dire un turismo caratterizzato dalla scelta di mete poco gettonate, quasi appartate, mentre molte località - specie nelle zone interne - si stanno attrezzando a potenziare i servizi di connessione digitale per attrarre quella quota di visitatori che potrebbe orientarsi sulla cosiddetta vacanza-ibrida, vale a dire half and half: un po’ svago, un po’ smartworking. Una soluzione che può considerarsi più che praticabile visto che la tipologia media dei vacanzieri è di tipo familiare («arruolati» anche i nonni), preferisce la casa in affitto o il b&b e si trattiene in media 8-10 giorni. Il covid-19 condiziona ancora le scelte di 1 italiano su 4. Il 46,6% degli italiani ha rinunciato alle vacanze per i prossimi mesi. I motivi? Molti hanno timore di viaggiare e di spostarsi, molti altri non ne hanno la possibilità perché messi completamente in ginocchio dalla crisi. Segno che, nonostante l’estate, la ripresa non è per tutti. 

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