Long Covid, un anno senza guarigione: il calvario dei 1.100 in Campania

Long Covid, un anno senza guarigione: il calvario dei 1.100 in Campania
di Ettore Mautone
Sabato 25 Settembre 2021, 23:53 - Ultimo agg. 26 Settembre, 19:57
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Francesco (il nome è di fantasia) ha 62 anni, è uno dei pazienti ammalatisi di Covid durante la prima ondata epidemica. Oltre un anno fa fu ricoverato al Cotugno, presso il centro di terapia sub intensiva diretta da Giuseppe Fiorentino. Dopo un mese di ospedale, alla guarigione clinica, è stato preso in carico presso l’ambulatorio del polo infettivologico partenopeo per il follow-up degli ex ricoverati. «Questo paziente - racconta Fiorentino - durante la malattia in fase acuta ebbe anche complicanze cardiologiche con versamento pericardico. Ebbene, attualmente, dopo oltre un anno accusa ancora artralgie (dolori articolari) e una pericardite cronica recidivante con grosse limitazioni funzionali quotidiane da ricondurre ad un quadro autoimmunitario sviluppato in conseguenza dell’infezione virale». Casi simili, con diverse manifestazioni, soprattutto fibrosi polmonari ma anche infiammatorie croniche cardiache, polmonari e anche a carico di altri organi, reni, cute e vasi sanguigni all’ambulatorio del Cotugno se ne vedono a decine. È il cosiddetto long-Covid, ossia la persistenza di manifestazioni cliniche collaterali all’infezione acuta che continuano ad accompagnare per mesi e talvolta anche a oltre un anno di distanza, pazienti ammalatisi di infezione da Sars-Cov-2 in forma tale da richiedere una ospedalizzazione e per questo ancora in cura. 

Pazienti da sottoporre a controlli, visite, esami diagnostici e indagini continue. Per questi malati l’unità di crisi regionale, nei giorni scorsi, ha stabilito, con un’apposita circolare l’esenzione completa dal pagamento del ticket per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e di diagnostica di laboratorio e strumentale per i prossimi due anni, fino a maggio del 2023. Si va dal test del cammino alla Tac, dalle visite specialistiche alla spirometria, dal doppler ai prelievi ed emogasanalisi, dall’elettrocardiogramma all’holter. Ciò in attuazione di una norma nazionale, il decreto legge n. 73 emanato a maggio di quest’anno. Le prestazioni gratuite sono rese nell’ambito dei programmi di monitoraggio attivati dalla Regione Campania a favore di assistiti dimessi a seguito di ricovero ospedaliero e guariti dal Covid. «Una iniziativa interessante e lodevole - avverte Pina Tommasielli, medico di famiglia con studio a Soccavo - che tuttavia sarebbe auspicabile estendere anche a tutti i guariti con forme sintomatiche che abbiamo assistito a domicilio e che oggi hanno ancora problemi di salute correlati.

Nei nostri studi continuiamo a seguire tantissimi pazienti con forme di long-Cvid sui cui le spese per la compartecipazione ai controlli incidono sul bilancio familiare». 

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Il protocollo sperimentale segue, per ora, la linee guida nazionali finalizzate al monitoraggio e alla prevenzione di esiti e complicanze a lungo termine della malattia senza compartecipazione alla spesa ma non si esclude un’estensione dei dispositivi di esenzione. In questa prima fase l’arruolamento è previsto per i pazienti che hanno avuto una polmonite interstiziale da Sars-Cov-2 con insufficienza respiratoria che ha richiesto un ricovero in qualunque reparto di degenza. «Al Monaldi - spiega Alessandro Sanduzzi Zamparelli, docente della Federico II e primario presso la pneumologia di quest’ospedale - coordiniamo un progetto regionale sul post Covid. Abbiamo finora raccolto 1.100 casi tra le varie province e ospedali. Stiamo analizzando i dati per verificare quali siano i fattori indicatori di esito in fibrosi polmonare. Dai primi risultati sembra che fumo, età, e patologie cardiovascolari diano un esito in fibrosi. Poi, come ambulatorio post Covid, al Monaldi sin qui abbiamo seguito circa 300 pazienti sotto controllo in follow-up e sembra che la Tac al torace ad alta risoluzione nel semestre successivo al Covid gradualmente mostri una risoluzione delle opacità polmonari. Con una buona terapia, come antiossidanti, ed una riabilitazione polmonare, stiamo vedendo meno casi di fibrosi di quanto previsto. La profonda astenia, le ripercussioni sull’equilibrio psichico, la persistente perdita in alcuni casi dell’olfatto, le turbe del comportamento alimentare, i disturbi gastro intestinali a lungo termine sono le manifestazioni più frequenti». «Noi facciamo circa 40 visite a settimana - conclude invece Fiorentino che segue i casi più gravi - su 54 day hospital nel 2020 su altrettanti pazienti complessi la Tac in 25 casi mostrava alterazioni, 9 avevano complicanze trombotiche o vascolari polmonari e non (trombosi retinica), sintomi residui una trentina (dispnea da sforzo, tosse, dolori neuropatici). I sintomi tendono ad attenuarsi col tempo».

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