Covid in Campania, posti letto sulla linea di rischio: De Luca convoca i manager Asl

Covid in Campania, posti letto sulla linea di rischio: De Luca convoca i manager Asl
di Ettore Mautone
Lunedì 15 Febbraio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 09:11
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Preoccupa l’aumento dei casi di positività al Coronavirus registrati in Campania nel monitoraggio delle ultime settimane e anche i posti letto iniziano ad essere sorvegliati speciali: la quota di sintomatici per fortuna si mantiene bassa ma è una “benedizione” che non offre garanzie e che potrebbe improvvisamente fare posto a uno scenario completamente diverso. «Come unità di crisi teniamo accesi i riflettori - avverte Enrico Coscioni, consigliere per la Sanità del presidente De Luca - ci riuniamo ogni giorno per analizzare i dati relativi ai tassi di occupazione ospedalieri per sorvegliare da vicino la diffusione del virus. Si teme, come in altre regioni, l’esplosione di una terza ondata». E De Luca convoca i manager Asl.

In Campania la pressione si avverte soprattutto nell’area metropolitana di Napoli e nelle province di Avellino e Salerno. A Napoli oltre al Cotugno l’aumento dei ricoveri si registra nei grandi plessi come il Cardarelli, l’Ospedale del mare e il Ruggi.

Ospedali che in questa fase stanno garantendo sia l’assistenza ai pazienti Covid sia a quelli non Covid. Nella provincia di Napoli i posti letto in terapia intensiva dedicati al Covid sono 91 di cui 43 liberi e 48 occupati alla data dell’8 febbraio per un tasso di utilizzo del 52,75 per cento. Alla stessa data, sempre a Napoli e provincia, i posti letto di degenza ordinaria dedicati al Covid sono in totale 934 di cui 793 occupati e 141 liberi (84,9 per cento). Ad Avellino e provincia i numeri sono rispettivamente del 70,6 e del 90,6 per cento, a Salerno e provincia del 75 per cento e del 96,7 per cento. Percentuali molto più basse a Benevento e a Caserta per un dato regionale di occupazione delle rianimazioni del 58,2 per cento e dell’82,7 per le degenze non intensive. Margini che, se necessario, saranno allargati con nuove attivazioni ma occorre essere vigili. «L’obiettivo - conclude Coscioni - è garantire la tenuta ospedaliera in una fase delicata in cui è in corso la campagna vaccinale. Nelle aree interne la situazione è decisamente più tranquilla ma effettuare i trasferimenti da una provincia all’altra è sempre problematico. Siamo valutando come ampliare l’attuale capienza dei centri Covid ma la loro funzionalità richiede sempre personale difficile da reperire senza chiudere nulla. Se dovesse essere necessario e se saremo costretti siamo pronti a ripercorrere a ritroso tutte le azioni già messe in campo nei mesi scorsi, compresa l’attivazione dei posti letto delle strutture accreditate che speriamo non servano. Anche per le chiusure e le restrizioni ogni volta che sarà necessario cercheremo di attuarle laddove possibile in maniera chirurgica». 

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Che i contagi in Campania come in altre regioni italiane siano in aumento è un dato oggettivo, basta dare uno sguardo ai numeri: in media nell’ultima settimana si sono contati 1.540 casi al giorno mentre erano 1.420 una settimana fa, 1.170 due settimane fa e 1,050 un mese fa. In calo invece i decessi che non possono essere considerati dirimenti sull’attuale andamento epidemiologico in quanto arrivano sempre in scia al calo o all’aumento dei contagi di un mese fa prima ed è presumibile che fra tre o quattro settimane torneranno a salire. Ad ogni modo questa settimana sono stati registrati 16 decessi al giorno di media, erano 19 una settimana fa, 23 due settimane fa e 35 quattro settimane fa. Ieri sono stati solo 7 contro i 18 del giorno prima ma è stata superata la soglia dei 4mila morti da Covid dall’inizio dell’epidemia in Campania. 

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