Colletta per dare una tomba al bengalese ucciso dal Covid nel Napoletano

Colletta per dare una tomba al bengalese ucciso dal Covid nel Napoletano
di Francesco Gravetti
Giovedì 7 Gennaio 2021, 09:06
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La lunga degenza in ospedale, la morte sopraggiunta per le difficili condizioni di salute che non gli hanno consentito di superare le conseguenze del covid e poi la sepoltura senza una tomba, ma solo con due  lastre di marmo in mezzo a un cumulo di terreno. Islam Mojiful ha vissuto un'esistenza difficile, ma anche la sua morte non è priva di elementi di tristezza: non ha una vera tomba ed è seppellito a migliaia di chilometri dalla sua terra di origine, il Bangladesh. Islam è il cittadino di Palma Campania che morì nel giugno del 2020 all'Ospedale del Mare dopo due mesi di degenza. Aveva preso il covid in primavera, i medici scoprirono che aveva molte patologie pregresse e un ictus lo stroncò successivamente a soli 50 anni. A Palma Campania era arrivato molti anni prima. La sua morte suscitò grande commozione. Successivamente è stato sepolto nel cimitero comunale con una tomba di fortuna, poiché nessun familiare poteva pagarne una e, inoltre, le norme in vigore non consentirono il trasferimento della salma al Paese natio.


LA RACCOLTA
Ora Giovanni De Pietro, sindacalista che segue da vicino le vicende dei bengalesi presenti a Palma ha deciso di lanciare una campagna: dare una tomba a Islam. Lo farà il suo sindacato, denominato Sindacato Immigrati Autonomo, ma ha chiesto il patrocinio del Comune e l'aiuto di chi vorrà fare una offerta. De Pietro ha raccontato sui social la storia di Islam e il fatto che il povero bengalese non abbia una tomba vera e propria: già ha registrato la disponibilità di molte persone a dare una mano e controbuire alla realizzazione della tomba per il cinquantenne. Anche il sindaco Nello Donnarumma ha dato la sua adesione personale all'idea. L'attività solidale andrà avanti anche nei prossimi giorni, poi sarà la volta di realizzare un sepolcro dove Islam potrà riposare in pace. Un altro aspetto è che suo figlio 16enne solo per una questione di giorni non è riuscito a venire in Italia a ricongiungersi con Islam. Le pratiche per fare in modo che l'adolescente raggiungesse il padre, infatti, erano state tutte espletate e c'era solo da ritirare il permesso in Prefettura. L'emergenza sanitaria ha, invece, travolto tutto, Islam si è ammalato e poi è morto, senza poter mai più riabbracciare il figlio. Ecco perché il sindacato insiste per dare dignità al bengalese almeno da morto, con un gesto che possa restituirgli almeno in parte quello che non ha avuto in vita.
 

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