50Kalò riapre a Londra, a Napoli solo delivery: «In Italia ci sentiamo abbandonati»

Pizzeria 50Kalò
Pizzeria 50Kalò
di Emma Onorato
Mercoledì 14 Aprile 2021, 19:44 - Ultimo agg. 15 Aprile, 07:04
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Da ieri il Regno Unito ha ripreso a respirare un'atmosfera che ha il sapore di normalità; hanno riaperto i negozi classificati come non di prima necessità insieme agli amati pub inglesi, i ristoranti e le pizzerie. In particolare c'è una pizzeria che richiama al made in Italy, o meglio, al made in Naples: la pizzeria 50Kalò di Ciro Salvo.

In Trafalgar Square, a seguito di un lungo lockdown durato quattro mesi, si torna a gustare la celebre pizza napoletana del maestro pizzaiolo: «A Londra finalmente abbiamo riaperto - commenta Salvo - dopo un periodo difficile si intravede un po' di normalità: si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Cosa, che purtroppo, non è ancora avvenuta in Italia». Secondo le linee guida britanniche tornano ad essere apparecchiati i tavoli all'aperto, pronti ad accogliere i clienti: «A noi è stato concesso riaprire perché abbiamo i tavoli all'esterno - racconta Salvo - il governo ci ha autorizzato e dal 17 maggio si potrà riprendere il servizio anche negli spazi al chiuso».

La situazione in Italia non è accomunabile e Ciro sottolinea le evidenti differenze in merito alla gestione dell'attuale crisi pandemica nel nostro paese: «Mentre in Gran Bretagna si è pensato a salvare l'economia, in Italia siamo stati abbandonati a noi stessi.

Il governo italiano non è stato in grado di sovvenzionare le aziende che hanno dovuto interrompere la loro attività per mesi».

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Incalza un forte disappunto anche per quanto riguarda la campagna vaccinale italiana, Ciro aggiunge: «Adesso è il momento di pensare a vaccinare la popolazione in modo efficace e veloce, basta chiacchiere». Inevitabilmente il suo pensiero si sofferma sulla rapidità e l'efficienza con cui il Regno Unito è riuscito a raggiungere ottimi risultati in termini di campagna vaccinale. Ciro, nonostante la sua attività abbia subito un calo del fatturato del 60-70%, si reputa tra i più fortunati: «Ci sentiamo fortunati perché ci sono locali che non potranno più aprire, alcuni non riescono nemmeno a pagare gli affitti - spiega Ciro - È una situazione tragica, bisogna considerare che i locali progettati e organizzati per offrire un servizio al tavolo non possono vivere di delivery».

La sua pizzeria, 50Kalò, è stata considerata la migliore d'Europa per la guida 50 Top Pizza); Salvo spiega che dietro tale riconoscimento si cela un grande e laborioso lavoro, frutto di una meticolosa organizzazione: «Una buona pizza deve essere supportata da tutto il resto: il servizio, l'amministrazione e la pulizia». Ciro racconta che a Londra un'importante fetta della sua clientela è costituita da italiani che vivono lì, ed è proprio il pubblico italiano che ha il merito di aver fatto avvicinare il pubblico londinese al culto della pizza. Ciro spiega che una nuova pietanza, che ha origini culturali e gastronomici di un altro paese, ha bisogno di essere introdotta e accuratamente spiegata, quasi come se si volesse accompagnare per mano il cliente alla scoperta di nuovi sapori. 

La storia insegna che la malavita fa leva sui periodi bui, sui periodi difficili che comporta una crisi economica, e con un flashback, che riporta al secondo dopo guerra, Ciro esprime un'osservazione e afferma: «Il ripetersi di una situazione simile a quella del dopo guerra potrebbe far verificare una seconda proliferazione della camorra sul territorio, ma credo che certe cose si possano anche prevenire». L'ultima riflessione di Ciro si rivolge non solo al settore della ristorazione, ma si estende a tutte le categorie di lavorati che si sentono abbandonati e dimenticati e con delle parole forti riecheggia un oscuro timore: «Se le cose continuano così, invece di contare morti per Covid, si conteranno morti per fame» conclude.  

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