Appalti Covid a Napoli, 20 indagati: c'è anche il manager Asl Verdoliva

Appalti Covid a Napoli, 20 indagati: c'è anche il manager Asl Verdoliva
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 18 Maggio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 19 Maggio, 08:28
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Avrebbero favorito una ditta privata, nell’organizzazione della grande risposta messa in campo per contenere gli effetti della pandemia. Avrebbero turbato procedure amministrative, per altro dichiarando il falso, nel pieno dell’emergenza del covid a Napoli.

Sono queste le accuse che spingono gli inquirenti napoletani a firmare inviti a comparire, gli equivalenti di avvisi di garanzia, a carico di esponenti del mondo amministrativo e sanitario cittadino, e di imprenditori privati. Tre i filoni battuti dalla Procura: agli atti spiccano le procedure legate alla gestione degli ospedali modulari a Ponticelli (con tanto di acquisto di ventilatori salva vita); l’acquisto di stock di mascherine per bambini e adolescenti; ma anche un’ipotesi di peculato che viene contestata al provveditore per le opere pubbliche in Campania, in relazione all’uso di un’auto di servizio per un intervento chirurgico e alla realizzazione di due tamponi antigenici, che avrebbe realizzato in una struttura pubblica, per verificare un eventuale contagio nei giorni più bui della pandemia targata anno 2020.

Ma andiamo con ordine, a partire dal filone di maggiore spessore. Inchiesta condotta dai pm Antonello Ardituro, Mariella Di Mauro, Simone De Roxas ed Henry John Woodcock, ecco gli esiti di circa due anni di istruttoria. Partiamo dalla storia degli ospedali modulari allestiti a Ponticelli. Parliamo delle strutture mobili costruite accanto all’ospedale del Mare, ci riferiamo all’opera accompagnata da applausi e cori di speranza da parte dei cittadini di Ponticelli, costretti - come tutti gli italiani - ad assistere inermi dai propri balconi alla reazione dello Stato contro il covid. In questo filone di indagine, la Procura ha deciso di spedire un invito a comparire anche al direttore dell’Asl napoletana, Ciro Verdoliva, che dovrà rispondere di turbativa d’asta e di una ipotesi di falso. 

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Oltre a Verdoliva, è stato raggiunta da un invito a comparire anche Roberta Santaniello (ingegnere componente della unità di crisi), i due fratelli imprenditori Enrico e Alberto Venturato, ai vertici del cda della Med srl.

In sintesi, sotto i riflettori finisce la realizzazione di 120 posti letto in terapia intensiva a Ponticelli, ma anche a Caserta e a Salerno, sulla scorta di questo ragionamento: la Santaniello, il 16 marzo del 2o20, prima della formale indizione della gara, averebbe avuto contatti diretti, sia sulla piattaforma wup sia telefonici, con l’imprenditore Alberto Venturato, al quale avrebbe fornito informazioni riservate circa l’imminente indizione della gara da parte di Soresa. Si tratta di prassi ordinarie, doverose nei rapporti tra pubblico e privato? O si tratta invece di una sorta di condizionamento della gara? In attesa delle versioni di parte, la Procura ipotizza che in questo caso l’imprenditore avrebbe fornito particolari tecnici relativi al progetto economico che, secondo l’accusa, sarebbero stati recepiti all’interno della stessa procedura amministrativa. 

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Ma veniamo alla posizione del manager Ciro Verdoliva, che finisce sotto accusa assieme ai fratelli Venturato, all’imprenditore Crescenzo De Stasio, quale rappresentante dell’area centro sud Italia della multinazionale Siram Veolia, che entra nel subappalto dei modulari; ma anche assieme al direttore dei lavori per conto della Asl Antonio Bruno. In sintesi, Ciro Verdoliva, al fine di motivare la scelta della Siram, avrebbe attestato che l’azienda stava operando già dal 20 marzo del 2020, quale sub appaltatrice della Med, mostrando un contratto (tra Med e Siram) che avrebbe recato una falsa data di stipulazione. Un contratto che per la Procura di Napoli risulta falso. 

Possibile? Che interesse avrebbero avuto dei dirigenti pubblici di favorire un’azienda? Va detto che in questa vicenda non emergono scambi di denaro o altri favori, mentre è doveroso attendere la versione dei diretti interessati. Difeso dal penalista Giuseppe Fusco, Verdoliva è stato in passato archiviato da un primo filone di indagini sull’emergenza covid a Napoli; assistiti dal penalista Alfredo Sorge, i fratelli Venturato hanno sempre insistito in questi anni sulla piena correttezza del loro lavoro. Tutti i soggetti coinvolti vanno ritenuti estranei alle accuse, fino a prova contraria. Ma agli atti di questa vicenda, c’è un’altra storia da mettere a fuoco: dal computer di Bruno sarebbero emersi filmati che documentavano la presenza di dipendenti della Siram nel cantiere dell’ospedale del mare prima dell’affidamento diretto (a proposito di opere di sbancamento).

 


Altro filone da tenere in considerazione riguarda invece la fornitura di mascherine per bambini e adolescenti per un importo di due milioni e mezzo. Sotto inchiesta la dirigente Santaniello, Italo Giulivo, direttore generale dei lavori pubblici per la protezione civile, Massimo Sibilio, rup del procedimento; e l’imprenditore Antonio Goeldin. In sintesi, quest’ultimo avrebbe avuto la possibilità di eludere il temine massimo per la presentazione dei campioni da sottoporre al vaglio della commissione di gara. Avrebbero dovuto presentare 5mila mascherine entro la fine di aprile, ma ne arrivarono solo 850, secondo una ricostruzione che ora attende la replica dei difensori.

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