Covid a Napoli, la denuncia del 118: «Guardia medica assente di notte e nei festivi»

Covid a Napoli, la denuncia del 118: «Guardia medica assente di notte e nei festivi»
di Ettore Mautone
Giovedì 24 Dicembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 12:03
4 Minuti di Lettura

Le guardie mediche notturne e festive si rifiutano di andare a casa dei pazienti Covid o dei malati che accusano una sintomatologia sospetta e il 118 è costretto a intervenire con accessi domiciliari anche nei codici bianchi a bassa urgenza. Spesso i pazienti preoccupati e spaventati si precipitano in ospedale creando un cortocircuito soprattutto nei giorni festivi e di notte. Un meccanismo noto che nelle stagioni pre-Covid generava il fenomeno delle barelle nelle prime linee degli ospedali e che oggi si ripresenta intatto alimentato dai malati Covid-19. 

«I colleghi di Continuità assistenziale - avverte Antonella Barbi, medico del 118 impiegata in centrale operativa e delegata sindacale della Cisl medici - continuano a rifiutarsi di visitare i malati Covid. Devo dire che i medici di famiglia oggi si sono quasi tutti organizzati e svolgono una funzione importante. L’aiuto delle Usca è stata determinante per alleggerire le nostre funzioni anche nei tamponi ma nei week end e nei festivi i medici di continuità assistenziale ci rispondono picche». Insomma il nodo delle visite domiciliari notturne e nei festivi dei malati di Coronavirus resta in piedi e decine di malati apparentemente a bassa urgenza ma da visitare e valutare e soprattutto da sottoporre a terapia, restano senza cure. La questione è stata affrontata in una recente riunione dei camici bianchi del 118 anche alla luce della recente sentenza del Consiglio di Stato che, ribaltando un precedente pronunciamento del Tar, prevede che il medico di guardia medica e i dottori di famiglia, non possiamo rifiutare la visita a casa del paziente. La funzione assistenziale non può infatti essere distinta in base alla patologia. «Spesso - aggiunge Giuseppe Galano, responsabile della centrale del 118 - siamo allertati da pazienti che accusano lievi sintomi ma che necessitano di una visita per iniziare subito una terapia.

Su circa 700 chiamate per ogni turno succede decine di volte. Anche di notte sarebbe opportuno effettuare un tampone rapido, rilevare l’ossigenazione, valutare lo stato dei bronchi, effettuare insomma un primo inquadramento clinico che sappiamo essere fondamentale per un decorso benigno di Covid-19 ovvero per evitare che un leggero malessere causato da altre patologie si aggravi». 

La richiesta è di integrare il 118 con le guardie mediche notturne e festive attraverso un riassetto organizzativo creando una centrale unica. I giovani medici delle Usca di notte non sono attivi e anche di giorno sono attivabili sempre e solo su richiesta dei medici che ne hanno la regia a responsabilità. «Come 118 - continua Galano - siamo pronti a mettere a disposizione dei medici della Continuità assistenziale sia i dispositivi individuali di protezione antiCovid (tute, mascherine, visiere e calzari) sia i mezzi (auto e furgoni) per gli spostamenti necessari ad assicurare le visite domiciliari. Ma riteniamo che sia essenziale procedere all’informatizzazione delle loro attività integrandole con quelle della centrale del 118 anche ai fini medico legali. Se necessario apriamo la nostra centrale operativa alla partecipazione di un medico di guardia medica al triage per la gestione dei codici bianchi». Proposte di innovazione e riforma del servizio di continuità assistenziale condivise da Pina Tommasielli, medico di famiglia e rappresentante della medicina territoriale all’interno dell’unità di crisi regionale. «La sentenza del Consiglio di Stato - conclude Galano - fa chiarezza e mette ordine in una pagina confusa scritta finora riguardo alla paventata impossibilità di intervento assistenziale domiciliare nei casi di Covid o sospetti tali da parte delle guardie mediche. Ora viene meno ogni alibi e ogni equivoco e i colleghi, quando ci imbattiamo in codici bianchi, devono portare assistenza a queste persone soprattutto di notte e nei festivi in collaborazione con le Usca. Per quanto riguarda i dispositivi di protezione (tute, mascherine, guanti e calzari) l’addestramento al loro uso e i mezzi per gli spostamenti siamo pienamente disponibili a fornire subito tutto il supporto necessario. Abbiamo furgoni e anche auto in dotazione che dopo l’uso sono continuamente sanificati. I 40 medici impiegati nella continuità assistenziale a Napoli sono una forza importante che deve affiancare, per le proprie prerogative, quella dei 13 dottori in servizio in ogni turno nel 118».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA