Napoli, caos al pronto soccorso Cardarelli: il reparto Obi «sloggia» i malati Covid

Napoli, caos al pronto soccorso Cardarelli: il reparto Obi «sloggia» i malati Covid
di Ettore Mautone
Lunedì 14 Febbraio 2022, 19:47 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 07:16
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Cardarelli, caos pronto soccorso: il reparto Obi (Osservazione breve intensiva) "sloggia" i malati Covid per riaprire le due corsie retrostanti il triage in appoggio al pronto soccorso per tutti i malati in ingresso negativi al tampone per Sars-Cov-2. Un reparto cuscinetto che durante l'ultima ondata è stato impegnato nel percorso Covid generando un micidiale ingorgo e la commistione di pazienti Covid e non covid.

L'imbuto, tuttavia, rischia di restare intatto con i circa 100 pazienti tra Pronto soccorso e Obi che mediamente ogni giorno stazionano nella prima linea dell'ospedale, che non hanno più tanti posti nei reparti dei vari padiglioni rimaneggiati dall'emergenza ancora in atto. I pazienti Covid (che accedono all’ospedale da una porta di ingresso laterale del triage) sono stati spostati nella terza Medicina che, di fatto, diventa un ulteriore reparto di accoglienza dei malati infetti in cui il Covid si sovrappone ad altre patologie di interesse internistico.

Dopo le immagini choc del pronto soccorso invaso dalla barelle pubblicate dal Mattino, a seguito delle pagine dedicate al completo ingorgo tra percorso Covid e non Covid del Cardarelli e infine dopo il servizio de la 7 che ieri sera ha affondato il bisturi sulle gravissime difficoltà della rete dell’emergenza e urgenza in città, facendo visita anche all’ospedale del mare, anche su sollecitazione dell’unità di crisi l'Obi da stesare viene liberato dai pazienti Covid. Una soluzione che almeno è in grado di superare la commistione tra pazienti negativi e quelli invece positivi al Coronavirus.

Una separazione necessaria, nonostante la variante Omicron del coronavirus sia più tenue, in quanto  i malati e i fragili sono quelli più esposti alle conseguenze del virus e qualunque paziente che si contagi in corsia diventa un malato complesso.  

I sindacati della dirigenza medica, dopo la dura presa di posizione di una settimana fa e l’atto d’accusa rivolto alla dirigenza dell’ospedale, attendono ora da un lato la convocazione annunciata dal manager Giuseppe Longo per portare avanti una serie di proposte migliorative dei livelli di assistenza e dall’altro, per voce dell’Anaao, puntano di nuovo il dito su quella che di fatto continua a essere un'occupazione eccessiva di posti letto dedicati ai malati Covid, e con il Covid, a fronte di una rete sanitaria che in città dedica ai pazienti affetti da Coronavirus il Cotugno, il Loreto e il San Giovanni Bosco. Tutti ospedali che per ora restano completamente dedicati al Covid con l'aggiunta della ex day surgery dell’Ospedale del mare. 

Uno scenario in cui, intanto, dalle corsie del Cardarelli si continua a registrare la fuga di medici che non vogliono più stare in prima linea a fronte di un caos organizzativo e assistenziale ormai cronico. 

«Il Cardarelli è sempre stata un’eccellenza e un fiore all’occhiello della sanità campana - avverte Franco Verde, segretario provinciale di Napoli dell’Anaao - ma questo snodo va ben oltre il nodo barelle. Questo ospedale sta andando incontro a un vero e proprio disastro e gli ammalati sono abbandonati nelle aree di urgenza senza un adeguato sostegno anche dagli ospedali della città mentre i policlinici non aprono all'urgenza». 

«Sconvolge la “creatività’” della nostra Azienda - aggiunge una nota aziendale del maggior sindacato della dirigenza medica - nel momento in cui i ricoveri ordinari Covid e quelli nelle terapie intensive Covid sono in calo in tutto il Paese, Campania compresa, l’Azienda apre nuovi posti ordinari per infettivi cancellando di fatto una divisione di Medicina generale dedicata alla cura delle patologie non Covid, un intero reparto di Medicina con 32 posti nel Padiglione B che resta dedicata al solo Covid. Ci domandiamo a questo punto i malati non Covid da smistare dall'Osservazione nei reparti saranno discolati visto che le Medicine sono state ridotte da tre unità a soltanto due»?

In pratica, cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia e il pronto soccorso del più grande ospedale del Mezzogiorno rischia di restare ancora a lungo in ginocchio in attesa di tempi migliori e che la pressione epidemica faccia definitivi passi indietro tali da consentire di liberare i circa 250 posti letto che l'ospedale collinare di Napoli attualmente dedica ai pazienti affetti da Coronavirus. 

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