Covid a Napoli, corteo in zona rossa: il giallo della protesta convocata sui social

Covid a Napoli, corteo in zona rossa: il giallo della protesta convocata sui social
di Paolo Barbuto
Domenica 22 Novembre 2020, 23:07 - Ultimo agg. 23 Novembre, 13:02
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L’appuntamento è per questo pomeriggio alle 17 a via Santa Lucia, di fronte alla sede della presidenza della Regione Campania ma nessuno sa chi ha convocato la manifestazione di protesta: non c’è la firma di una associazione o di un partito politico, niente riferimenti agli organizzatori e, quel che colpisce maggiormente, nessuno ha presentato la documentazione ufficiale in questura che serve ad annunciare una manifestazione in strada. Insomma, la protesta per adesso non ha una matrice, e probabilmente questo è il lato della vicenda che preoccupa maggiormente le forze dell’ordine alle prese con il timore di possibili infiltrati violenti che non avrebbero nulla a che fare con la manifestazione annunciata. 

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Alle cinque del pomeriggio dovrebbe scattare la contestazione che potrà svolgersi solo secondo le norme attualmente previste dalle restrizioni sanitarie: vietati i cortei e qualunque forma di spostamento in massa, protesta “stanziale” e con il distanziamento regolare fra partecipanti.

Nessun’altra forma di manifestazione è attualmente permessa, sicché anche sulla necessità di far rispettare queste regole c’è grande attenzione da parte della questura.

A dire la verità, non essendo stata identificata alcuna matrice per la convocazione dell’incontro di piazza, non ci sono nemmeno certezze sulle adesioni: chi parteciperà? Attualmente tutte le associazioni ufficiali del commercio e dei pubblici esercizi hanno preso le distanze dall’iniziativa. Naturalmente i singoli negozianti, così come le partite Iva o i dipendenti, potranno decidere se rispettare o meno le indicazioni delle associazioni alle quali eventualmente fanno riferimento, però c’è grande incertezza perfino sulla possibile riuscita della protesta di oggi a Santa Lucia. 

 

Il volantino è scarno di dettagli: fondo nero, scritte in colore rosso, giallo e bianco, eccezion fatta per la riproduzione di un titolo di giornale del quale spiegheremo in seguito. Il grido di dolore è “Siamo morti che camminano, partite Iva e dipendenti”, anche se il riferimento più importante è al mondo del commercio. E infatti proprio sui canali social di quel mondo c’è stata la massima diffusione del foglietto. Come accade spesso, è impossibile risalire al primo “diffusore” del volantino perché il documento ha iniziato ad essere condiviso tanto rapidamente da nascondere le tracce del post iniziale di provenienza. Nessuna matrice, anche se si sono fatte le più singolari e differenti ipotesi che comprendono tutto l’arco costituzionale fino ad arrivare alle sigle extraparlamentari. 

Gli unici dettagli contenuti nel volantino riguardano un ritaglio di giornale pubblicato in un cerchio giallo. Si tratta del titolo: “Chiusi 270mila locali. I commercianti sono i nuovi poveri. Ed è allarme suicidi”. Il riferimento è ad un articolo pubblicato dalla testata “Il Giornale”, a firma di Fabrizio Boschi, il 16 novembre e fa riferimento all’allarme lanciato da una associazione, il “Comitato Commercianti Uniti”. Si tratta di un comitato nato a Sarzana in Liguria sotto la spinta di una donna, Monia Petrini che secondo i resoconti locali sarebbe vicina a “Liguria Popolare” movimento politico aderente al progetto “Noi con l’Italia” del deputato Maurizio Lupi. 

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Negli ultimi tempi ci sono molte evidenze social di un sostegno alle iniziative del comitato ligure da parte della Lega di Salvini.

Ovviamente non c’è nessun collegamento fra il titolo del giornale e la manifestazione, così come non esiste nessuna possibilità di affiancare alla protesta napoletana il nome del comitato nato a Sarzana e non c’è nemmeno l’ipotesi di affiancare il simbolo della Lega a questa vicenda. 

Si tratta solo dell’analisi dell’unico contenuto disponibile sul volantino: contenuto che certamente è stato scelto per le parole disperate che conteneva, non per dare connotazioni di carattere politico che, difatti, non sono rilevate né segnalate. 

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