«Napoli, al Cotugno la mortalità è aumentata: No-vax la maggior parte dei pazienti»

«Napoli, al Cotugno la mortalità è aumentata: No-vax la maggior parte dei pazienti»
di Ettore Mautone
Martedì 28 Dicembre 2021, 07:37
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Esplodono i casi Covid in Campania: in questo momento siamo a oltre 40.300 positivi, come il 30 ottobre 2020 e con i 7 nuovi ingressi in terapia intensiva e i 23 ricoveri di ieri siamo a quota 516, il valore più alto dal 9 giugno scorso. E pian piano aumentano anche gli afflussi in ospedale.

«Stamattina quando sono arrivato a inizio turno - avverte Nicola Maturo, primario del pronto soccorso infettivologico del Cotugno - c'erano pazienti che necessitavano di una terapia sub intensiva da trasferire ma la centrale operativa non aveva posti su scala regionale. Dopo mezz'ora uno è andato a Maddaloni e l'altro è stato attaccato al ventilatore in uno degli 8 posti tecnici che abbiamo allestito in pronto soccorso. Intanto altri 4 pazienti erano in attesa di ricovero».

Dottor Maturo, l'ospedale ha raddoppiato da 8 a 16 le disponibilità in terapia intensiva e in pochi giorni avete riconvertito 2 reparti e 44 posti. Bastano?
«Per ora sì, ma si tratta soprattutto di degenze ordinarie che hanno ancora ricettività.

I nuovi posti vengono occupati rapidamente. Ormai la piega dell'epidemia, anche in Italia, è di una nuova ondata che riguarda soprattutto i non vaccinati. E se le terapie intensive sono abbastanza libere è anche perché oggi i protocolli prevedono la ventilazione non invasiva come soluzione iniziale ai casi gravi».

La malattia è cambiata con le nuove varianti?
«No, il virus cambia ma la malattia resta sempre la stessa. Purtroppo quello che stiamo vedendo è un film già proiettato, sia sul piano clinico sia per il contorno sociale di sottovalutazioni. La malattia un tempo colpiva solo alcuni componenti delle famiglie, oggi invece, negli ambiti no vax, riguarda tutto il nucleo familiare. A pagarne le spese sono solo i soggetti suscettibili. Il virus è imprevedibile ed è nell'incrocio tra microbo e genetica individuale del malato che si determinano le forme severe e letali».

Oggi il virus è più letale?
«Rispetto alla prima ondata nel corso del 2021 abbiamo registrato molti più decessi. In assoluto rispetto alla mole dei casi la letalità sembra più bassa ma tra i casi ospedalizzati la mortalità è aumentata. In rianimazione arrivano quasi esclusivamente i no vax che sono ancora tantissimi. Ritardano il ricovero e arrivano con quadri polmonari devastanti».

Qual è l'identikit dei vostri pazienti?
«Sono non vaccinati che non credono al Covid e si curano a casa, oppure vaccinati con una dose o con doppia dose e che hanno ritardato la terza. C'è ancora tanta gente che non si è mai immunizzata. L'uso della mascherina spesso è un optional. Il lavaggio delle mani un'incombenza a cui pochi si attengono».

E l'Omicron? Per i vaccinati con richiamo si rivela quasi un raffreddore?
«Abbiamo casi di persone ricoverate con l'Omicron. Nel bilancio tra più casi e minore intensità di malattia potrebbe ugualmente mettere in crisi il sistema delle cure. Ad oggi è pensabile che Omicron aumenti il numero dei casi vista la aumentata contagiosità, ma per ora c'è ancora la Delta. Non abbiamo dati certi e quindi non bisogna affidarsi a pericolosi ottimismi ma solo a dati di fatto. Va detto però che oggi abbiamo 3 volte i casi di un anno fa, ma una media di 150 morti contro i 300 o 400 al giorno di un anno fa. Tutto questo grazie ai vaccini: bisogna mantenere un livello alto di capacità di risposta sanitaria».

Quanto manca al picco della attuale ondata?
«Da quanto ci dicono gli epidemiologi i casi continueranno a crescere alimentati dall'Omicron per tutto gennaio. Poi bisognerà vedere appunto quanti finiranno in ospedale».

Cosa dicono i non vaccinati quando si accorgono di stare male?
«Sono increduli, fanno resistenza, pensano di non avere bisogno del ricovero. Tutta la famiglia spesso assume un atteggiamento oppositivo, inquisitorio, diffidente. Così ci impediscono di tentare una cura efficace nelle prime fasi quando la polmonite non ha ancora fatto danni devastanti e irreparabili. Si pensa a persone di bassa cultura e invece ci sono persone laureate, professionisti, politici».

I nuovi farmaci in arrivo?
«Li aspettiamo ma solo sl campo potremo dire se funzionano».
 

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