Covid: «Non lasciate a casa le mascherine, la nuova variante è più aggressiva»

Covid: «Non lasciate a casa le mascherine, la nuova variante è più aggressiva»
di Ettore Mautone
Giovedì 30 Giugno 2022, 08:23 - Ultimo agg. 08:27
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Il Cotugno? «Si sta riempiendo di nuovo di pazienti Covid: pochi con la polmonite ma tantissimi con le più svariate forme d'infezione quasi sempre, in questa fase, sovrapposte ad altre patologie croniche, in particolare quelle cardiovascolari. La mascherina? Sarebbe fondamentale per mitigare la corsa delle ultime varianti che sono contagiosissime e anche più aggressive ma pochi la usano ancora. Il Covid è ancora tra noi purtroppo». A parlare è Nicola Maturo, primario del pronto soccorso del polo infettivologico partenopeo.

Dottor Maturo quanti pazienti avete ricoverati in questo momento?
«Sono un centinaio, contati tra quelli che occupano la terapia intensiva, sub intensiva e i posti di degenza ordinaria.

Negli ultimi dieci giorni ce ne hanno trasferiti tanti e altrettanti sono giunti qui col 118 o con le proprie gambe. Ormai ci siamo solo noi come Covid center per tutta Napoli e provincia».

Che tipo di malati sono quelli che contraggono le nuove varianti?
«Sono pazienti più seri di quelli che vedevamo qualche mese fa. I nuovi ceppi di Omicron sono più aggressivi. Certo, le polmoniti sono poche, ma intanto abbiamo ricominciato a vederne qualcuna come non accadeva da mesi e poi molti altri che sembrano decorrere in maniera tranquilla invece si complicano per precedenti patologie. Vediamo molti infarti in cui il Covid è certamente una concausa. Una decina di giorni fa una donna di mezza età l'abbiamo persa con un infarto probabilmente indotto dall'infezione. E dal Cardarelli e da Castellammare negli ultimi due giorni abbiamo accolto tre pazienti intubati».

Con quali sintomi si presenta oggi la malattia?
«Soprattutto col mal di gola, la febbre alta e la cefalea ovvero manifestazioni cardiovascolari che perdurano per alcuni giorni e poi spariscono. Spesso associate ad altre manifestazioni cliniche sempre di tipo infiammatorio innestate su precedenti lesioni croniche. Abbiamo molti dializzati, alcuni oncologici ma anche pazienti chirurgici e traumatizzati che scoprono l'infezione al tampone d'ingresso in altri ospedali».

Come intervenite in questi casi?
«Aspettiamo che il paziente si negativizzi e poi vengono in aiuto i colleghi del Cto e del Monaldi. Il Cotugno oggi è diviso a metà tra i reparti Covid e quelli di infettivologia ordinaria. Questa variante è decisamente più contagiosa come non si è mai visto».

Come ci si deve comportare per convivere col virus, la mascherina serve?
«Serve eccome. In Giappone del resto la usano anche contro l'inquinamento. Nei luoghi chiusi è sempre un presidio consigliabile non solo per i contagi Covid ma anche come barriera contro altri microrganismi responsabili di malattie infettive che finché la mascherina è stata obbligatoria non vedevamo più, come le meningiti, le mononucleosi, le infezioni da herpes, il morbillo. Io la mascherina la uso sempre nei luoghi affollati e al chiuso ma mi guardano tutti come fossi un marziano».

Quanto è pericolosa oggi l'infezione?
«Il Covid è sempre meglio non prenderlo per la particolare predilezione che conserva per gli endoteli, ossia le cellule che formano il rivestimento interno dei vasi sanguigni e che regolano la coagulazione. Anche senza la polmonite non si può parlare di una semplice influenza perché troviamo quasi sempre danni che in persone anziane o fragili inducono un rischio di complicazioni fatali. Abbiamo anche molte reinfezioni segno che la protezione immunitaria non è durevole e che emergono di continuo nuove sottovarianti. Lo scudo vaccinale e immunitario però rappresenta sempre una protezione».

Perché arrivano al Cotugno se non sono gravi?
«Fino ad ora molti di questi soggetti stavano a casa e non venivano in ospedale ma con i tanti tamponi fai da te c'è anche chi ha esigenze lavorative e deve certificare l'assenza e viene qui per avere il referto. I familiari non li vogliono per non contagiare tutti e poiché hanno la febbre restano qui in Osservazione. Il virus è altamente contagioso. Parecchi colleghi e personale infermieristico sono a casa».

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