Covid a Napoli, Ida: «Ho 100 anni, per me niente fiala; il mio medico non è vaccinatore»

Covid a Napoli, Ida: «Ho 100 anni, per me niente fiala; il mio medico non è vaccinatore»
di Melina Chiapparino
Domenica 11 Aprile 2021, 08:54 - Ultimo agg. 13:48
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«Vaccinarmi è un mio diritto e sono stanca di aspettare». Ida Serio, nonna napoletana a un passo dai 101 anni che compirà il 29 aprile, racconta con lucidità la sua odissea per diventare immune. «La priorità nel garantire la sua salute non è solo una questione fisica» come fanno notare Francesco e Maria Carmela Sirgiovanni, i due figli che assistono la centenaria invalida, rivendicandone «la tutela dell'aspetto emotivo e cognitivo che l'isolamento sta mettendo a dura prova». Da mesi, i familiari dell'anziana non hanno notizie sul vaccino, sentendosi «abbandonati dalle istituzioni e da chi dovrebbe avere a cuore la salute dei più fragili».


Ida, da quanto tempo aspetta il vaccino?
«Sono stata registrata sulla piattaforma per aderire alla campagna vaccinale, il 31 gennaio, grazie all'aiuto di mia figlia che, nelle note da compilare, ha specificato la mia condizione.

Abbiamo richiesto la vaccinazione domiciliare, motivandola con il mio stato di invalida su sedia a rotelle, in seguito a ictus. Ero convinta che sarei stata tra le prime a ricevere il vaccino perché rientro abbondantemente nella categoria degli over 80 ma, a distanza di più di tre mesi, non è andata così».


Cosa è accaduto dopo?
«Il primo di aprile, mi hanno telefonato dall'Asl per propormi la rinuncia alla vaccinazione domiciliare, in sostituzione mi avrebbero mandato in uno dei centri vaccinali a Napoli ma io non esco di casa da quasi 7 anni. Ovviamente ho risposto di no. Riesco a spostarmi con la sedia a rotelle ma sempre accompagnata perché, fisicamente, non sono autosufficiente. Dopo qualche giorno, il 6 aprile, hanno inviato un messaggio sul cellulare di mia figlia, comunicando una convocazione per il 7 aprile alla Mostra d'Oltremare che, in caso di mancata presentazione, comportava la conferma della richiesta per la vaccinazione domiciliare».


Ha chiesto aiuto a qualcuno?
«I miei figli hanno chiamato più volte l'Asl senza avere mai risposte precise sui tempi di attesa. A quel punto, l'ennesimo tentativo per trovare una soluzione, è stato quello di contattare il mio medico di famiglia che, tra l'altro, ha lo studio al piano terra nel mio stesso palazzo e questa condizione mi avrebbe facilitato la somministrazione del vaccino. Purtroppo, il mio dottore non ha aderito alla campagna vaccinale. Anche lui, non può fare niente per me e mi ritrovo sempre più isolata».


Come si sente?
«Sono un ex professoressa di francese e ho sempre affrontato tutto nella mia vita senza tirarmi indietro ma, ora, ho bisogno di aiuto. Da più di un anno non vedo più i miei figli per paura del contagio e convivo con una badante, molto fidata, con la quale ho trovato un accordo affinché limitasse i suoi spostamenti. Ad esempio, il giovedì e la domenica, ovvero le sue giornate libere, la mia badante cerca di trascorrerle in casa. Mia figlia, ogni giorno, mi lascia dei pacchi fuori la porta con tutto ciò di cui ho bisogno ma dopo tre ictus e i problemi che ho al cuore, temo il Covid e chiedo più tutela per la mia salute».


Lei ha paura?
«Ho paura del Covid ma anche dell'isolamento in cui mi trovo da più di un anno. Ho festeggiato i miei 100 anni da sola e, tra pochi giorni, mi troverò ancora una volta a spegnere le candeline con la mia badante. Vorrei vedere i miei figli ma, la paura del contagio, ci costringe alla distanza. Mi sento annientata psicologicamente. Anche se non posso spostarmi da anni, riuscivo a vedere le mie amiche ultraottantenni in casa e trascorrevamo i pomeriggi assieme. Ora loro, sono state tutte vaccinate e se lo fossi anche io, potremmo almeno pensare di salutarci con le mascherine».


Adesso può lanciare un appello, A chi si rivolge?
«Chiedo aiuto al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca affinché possa intervenire per farmi arrivare un medico a casa e finalmente, vaccinarmi. Sono convinta della necessità e dell'importanza della campagna vaccinale chiedo solo di non lasciarmi indietro e, insieme a me, lo chiedono anche i miei figli che non vedono l'ora di riabbracciarmi».
 

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