Dimesso l'ultimo paziente ospitato in una delle due terapie intensive dedicate al Covid nell'ospedale Cardarelli. Festa grande dei camici bianchi della rianimazione del padiglione H (ex Ortopedia) che hanno pubblicato un video sui social per segnare questo snodo fondamentale nel processo di ritorno alla normalità. Il padiglione, così come già avvenuto per la week surgery, nel prossimo week-end sarà sottoposto a una completa sanificazione dei reparti e restituito alle funzioni specialistiche ordinariamente svolte non appena la riorganizzazione dei turni del personale medico, infermieristico e operatori socio-sanitari lo consentirà. Al Cardarelli resta dunque attivo, con funzioni di struttura Covid, il solo padiglione M (ex intramoenia) palazzina del tutto autonoma e dotata di un proprio reparto di terapia intensiva, la seconda finora attiva nel presidio.
Nella struttura su 30 posti disponibili, di cui 4 di terapia intensiva, ne sono occupati 24 e solo un pazienti è attualmente ricoverato in area critica. Il Cardarelli, in base alle recenti disposizioni regionali, diventa un centro in cui possono afferire pazienti affetti da infezione causata da Sars-Cov-2 solo nell'ambito di gravi eventi clinici legati alle reti di emergenza e urgenza. Dunque solo i malati Covid colpiti da infarto, ictus o politraumi sono autorizzati ad essere trasportati qui. Solo in questi casi il 118 è abilitato al trasporto del paziente Covid in pericolo di vita. L'ospedale utilizzerà, per le cure del caso, il percorso Covid che resta attivo in pronto soccorso e le degenze del padiglione. Le attività Covid del presidio collinare vengono dunque drasticamente ridotte e limitate in questa fase di sensibile calo dei contagi. Il 118, tramite la centrale operativa, dovrà invece trasferire altrove, negli altri Covid center attivi in città (Cotugno, Ospedale del mare, Loreto, Policlinici) tutti i pazienti con quadri clinici che comportano il ricovero a causa dell'infezione. Intanto, il direttore del Cardarelli, Giuseppe Longo, sta attuando il piano di riorganizzazione del pronto soccorso, perennemente in affanno a causa della sproporzione tra domanda sanitaria e risorse disponibili in termini di personale e strutture.